1. Irene

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"Ci cuole del coraggio anche per aver paura

- Mamma"

Rileggo per un'ultima volta il biglietto di mia 'mamma', se così posso definire una donna che, pur di far carriera, ha preferito darmi in adozione abbandonandomi dopo solo un mese dalla mia nascita. Non so quasi nulla di loro, so che erano ingegneri e che lavoravano in Formula 1, ma non so e non voglio sapere dove siano ora e cosa li spinse a lasciarmi.

Ripongo il biglietto nella scatola dei ricordi, vicino al braccialetto della mia nascita 'Irene (nessun cognome poichè non riconosciuta) - 19 agosto 1997 - 2,380 Kg - Roma' e alla mia unica ecografia o almeno l'unica di cui sono in possesso, poi riposiziono il tutto dove dovrebbe sempre restare, in fondo all'armadio, ben lontano dal cuore. Non so nemmeno io perché ogni tanto senta il bisogno di riaprire il mio passato anche se oggi forse una motivazione posso darmela, è il giorno della mia laurea in ignegneria meccanica, curioso no? Una parte di me ripete a tutti che la scelta non è stata fatta per sentirmi in qualche modo legata a loro ma piuttosto per semplice affinità mentale, perché se sei figlia di uno dei luminari del tempo in quel campo e della sua più promettente tirocinante non puoi far a meno che seguire quelle orme e laurearti nel loro stesso campo.

Sono le 8 del mattino di un caldo 3 settembre a Monza, mi guardo per un'ultima volta allo specchio ripetendomi la solita frase di incoraggiamento che non mi ha abbandonato mai dal primo esame dato, figuriamoci ora "Testa alta e cuore in mano, Irene, non dimenticartelo mai" sospiro sfoggiando a me stessa il migliore dei sorrisi per poi scendere tremante le scale e dirigermi per un'ultima volta in quella che è stata la mia 'casa' per gli ultimi anni, la tanto ambita Bocconi di Milano.

"Congratulazioni signorina Tripoli, non solo è stata la migliore del suo corso laureandosi con netto anticipo rispetto ai suoi compagni, ma ha anche ottenuto il migliore dei voti, le assicuro che un 110 e lode non è da tutti" Stringo la mano a quello che è stato il mio relatore di tesi sorridendogli "La ringrazio professore" mi limito a dire sapendo per certo che continuerà il discorso, logorroico com'è "Spero non si limiti a questo. Si faccia valere e segua il mio consiglio, il mondo dei motori ha bisogno di una donna come lei" "Mi dispiace ma lo sa come la penso, non andrò in Formula 1" Rispondo cercando di essere gentile, del resto di certo non può capire il motivo dei miei continui rifiuti verso quel mondo, non avendone mai parlato con lui. Quando ci salutiamo mi avvicino ai miei familiari abbracciandoli emozionata, sono tutti così fieri di me e questo mi fa capire di aver raggiunto il mio obiettivo, loro se lo meritano più di chiunque altro "Allora sorellina, ora che sei così forte potremmo andare a trovarti un lavoro" dice mio fratello Marco, che ha 2 anni in più di me e che, benchè sia a conoscenza delle mie ragioni, non smette mai di cercare di farmi appassionare al suo sport preferito "Marco" dico guardandolo storto e lui alza le mani in segno di resa "Fai come vuoi, ma sappi che se questo weekend volessi venire al gran premio con me-" "Grazie fratellone, ma rifiuto l'offerta, preferisco cercare lavoro altrove" Lui annuisce poco convinto per poi tornare a fare le sue stupidissime battute e far spuntare un sorriso a tutti i presenti.

Irene_Tripoli

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Irene_Tripoli  a volte i sogni si avverano👩🏻‍🎓💙  #laureata

Non mi sembra possibile che questa giornata così infinita sia giunta al termine, ho terminato il lunghissimo pranzo con annessi festeggiamenti e ora, benchè sia impaziente di festeggiare domani sera con le mie amiche, sogno solamente il momento in cui potrò starmene un pò da sola a riordinare i miei pensieri.
"Non fare tardi Irene" mi canzona gentilmente mia mamma, come suo solito, salutandomi per ultima e lasciandomi libera per la mia Milano. So di non essere nata qua ma queste strade sono familiari, la gente e gli accenti, ogni cosa, anche se niente al mondo batterà mai Monza, mi dispiace.

Cammino lentamente avviandomi in Piazza Duomo, è bellissima di notte e sono certa che oggi mi sembrerà ancora migliore del solito, se possibile, perchè si sa che la bellezza sta negli occhi di chi guarda e io questa notte sono la persona più felice sulla terra. Quando arrivo sono così esausta dalla giornata che poco m'importa di tutto ciò che mi circonda, del meraviglioso Duomo o della strana quanto gigantesca impalcatura posta proprio davanti a me, mi sfilo le scomode scarpe per poi sedermi su una panchina e chiudere gli occhi respirando la pungente aria milanese.

"Posso?" Apro improvvisamente gli occhi dopo qualche minuto trovandomi un ragazzo che mi guarda con bontà "Certo" rispondo facendogli un pò di spazio sulla panca e sorridendogli "Cosa ci fa una ragazza così elegante da sola?" Mi domanda poi con un'ingenuità che mai avevo avuto il piacere di conoscere e con un accento non proprio milanese "Mi godo la nottata e tu?" "Possiamo dire lo stesso" Alzo lo sguardo verso il cielo e sospiro lievemente "Comunque piacere, io sono Charles" mi torno a voltare verso di lui osservando prima la sua mano tesa verso di me e poi il suo viso, è particolarmente carino. Solo carino? Zittisco la mia coscienza stringendo finalmente la mano del ragazzo "Irene" rispondo non distogliendo più lo sguardo dai suoi occhi, spero solo non lo faccia nemmeno lui.

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Agg. Agosto 2021
Per chiunque fosse nuovo alla lettura di Irene
ATTENZIONE
Alcuni capitoli più avanti sono pubblicati in disordine e non me li aggiusta in alcun modo
Quindi GUARDATE SEMPRE il numero del capitolo sopra, per evitare spoiler e confusione
Grazie!

Ehyyy
Ecco qua il primo capitolo!
Essendo l'inizio è corto e potrebbero esserci delle imprecisioni (nel caso fatemelo notare🙏🏻)
Vedrò cosa posso fare per pubblicare il più spesso possibile, come mio solito...che altro dire, benvenuto a chi non mi ha mai letto e grazie di essere tornato a chiunque ci fosse già!
Buon viaggio❤

Irene /Charles Leclerc/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora