6. Il mio posto preferito

8.1K 191 4
                                    

Irene i cantautori
dicono che l'importante
non è quante volte cadi, ma se hai il coraggio di rialzarti
Ma dopo mille cadute roventi
non ci resta che imparare a vivere come i serpenti

Il futuro che ti potevo dare
l'ho barattato per i vinili che ho in soffitta
te li regalerò quando avrai perso le speranze e vorrai star solo zitta
Il futuro che ti potevo dare
alla fine è una fregatura
Senti, corri via da tutto questo
scappa forte finchè puoi
Ricordami come Neville Paciock in un mondo di Draco Malfoy

Chiudo nervosamente la mia canzone preferita, sarà perché sia chiama come me, e mi sfilo le airpods per ascoltare un pò del silenzio che mi circonda. In questi ultimi giorni non ho fatto altro che sentire tutti dirmi cosa fare, lavorativamente parlando, per quanto riguarda casa nuova e, ovviamente, Giulia per l'argomento 'Charles'. Sono stufa di sentirmi dire da tutti cosa devo fare, penso di avere il diritto di decidere per la mia vita indipendentemente.
Cammino verso casa, apro il portone e salgo al piano di sopra trovandomi appeso alla porta un biglietto

Lo prendo delicatamente entrando poi in casa, lo poso sul tavolino e lo ignoro per un'ora, due, l'intero pomeriggio e tutta la sera

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Lo prendo delicatamente entrando poi in casa, lo poso sul tavolino e lo ignoro per un'ora, due, l'intero pomeriggio e tutta la sera. È lì ed è come con lui ci fosse anche Charles e proprio per questo corro, lavo, cucino, canto, salto e ballo, faccio di tutto pur di non pensare a lui e ci riesco, dannazione se ci riesco. Mi dimeno così tanto da dimenticarmi perfino il motivo di tanta frenesia, da dimenticarmi tutto e tutti, arrivo a sorridere e poi a ridere di gusto.
Che cosa meravigliosa la vita, se vista con gli occhi sorridenti.

Il mattino seguente mi alzo presto, ricca di buonumore, metto subito la playlist ed esco in cucina ritrovandomi davanti il biglietto, ancora poggiato in mezzo al tavolo, lo afferro baciandolo, poi lo strappo in mille pezzi, urlo, lo raccolgo da terra e cerco invano di ricomporlo per poi ributtare tutto all'aria e piangere, piangere e ancora piangere.
Ne avevo bisogno, me lo sento, ora sto meglio e non fingo. Prendo il cellulare e senza rimorsi chiamo Charles, risponde dopo due squilli

"Pensavo mi odiassi"

Dice con una voce stanca, penso sia notte fonda a Singapore ora, ma poco m'importa

"Ti odio infatti"

"Allora perché mi hai chiamato?"

"Non lo so nemmeno io"

"Sono appena tornato in stanza dopo la gara, sono arrivato secondo, sai?"

"Perché non me lo hai detto subito chi eri? Pensavi forse che sarebbe cambiato qualcosa?"

"Pensavo che non avresti mai voluto uno come me, un pilota. Per la prima volta in vita mia ho maledetto il mio lavoro, volevo te e solamente te. Quando ti ho vista su quella panchina a Milano pensavo ti avesse mandata il destino e poi mi hai detto che odiavi il mio mondo, cosa avrei dovuto fare?"

"Non avrei mai rinunciato a qualcosa di così bello per semplice egoismo"

"Stai rinunciando al migliore dei lavori per semplice egoismo"

Non rispondo, entrambi sappiamo che non è questo il punto. Posso sentire il suo respiro lento, vorrei solo averlo davanti ora, parlargli guardandolo negli occhi e non torturami continuando a domandarmi come sia possibile essere già così legata a lui

"Irene io non so perché quella sera ho deciso di fare una camminata e non so per quale motivo io abbia dovuto incontrare te, ma da quando ti ho vista non mi sei più uscita di mente. Sono pazzo lo so, ma mi sento di dirti che se qualcosa di bello deve succedere nella mia vita, tu devi farne parte"

Chiudo gli occhi per poi osservare i pezzi del post it gettati a terra, sono mescolati e confusi tra loro proprio come i miei pensieri in questo istante. In questi giorni ho cercato di ignorarlo ma alla fine ricadevo sempre lì, leggevo continuamente di lui sui giornali, sui social, in TV. Ricordo una frase, in particolare, che non mi è uscita dalla mente: Charles Leclerc è quel tipo di ragazzo che ti entra nel cuore senza che te ne accorga. Lo ami, per forza, per necessità, dal primo istante in cui lo vedi. Lo ami per i suoi occhi color del cielo, per il suo sorriso fantastico, per i suoi capelli arruffati e per le sue smorfie buffe. Lo ami quando perde e si arrabbia prima di tutto con sè stesso. Lo ami quando vince e si commuove. Lo ami quando è serio e quando fa l'idiota, quando parla in francese o quando parla in italiano. Charles Leclerc lo ami dalla prima volta che lo vedi e non puoi più farne a meno.
Queste le parole usate da una delle centinaia di sue fanpage, che ho accuratamente visitato questa settimana, e non posso che concordare con chiunque le abbia scritte.

"Che ne dici se ne parliamo domani, davanti ad un bel caffè milanese?"

"Non vedo già l'ora"

Ci salutiamo e rimaniamo entrambi, sicuramente, a contare le ore che ci separano dal nostro appuntamento, che sia il primo di una nuova storia.

Dopo aver provato l'ennesimo outfit opto per un look decisamente curato ma che sembra il meno impegnato possibile, mi riguardo un'ultima volta allo specchio e, sorridendo, esco di casa.
Questa notte non ho chiuso occhio e la mattina appena passata l'ho trascorsa immersa nei miei pensieri, dimenticandomi perfino di pranzare e ignorando completamente le telefonata ripetute di Giulia. Salgo in macchina e faccio partire la radio al massimo, penso mi possa sentire tutta Milano ma poco m'importa, farei di tutto pur di non stare ad ascoltare i miei paranoici pensieri. Quando arrivo al bar prescelto per il famoso appuntamento, parcheggio e rimango immobile a fissare il vuoto davanti a me, con le mani sul volante e la radio spenta. Solo il messaggio di Charles mi desta dai miei pensieri, è arrivato, è qua a pochi metri da me e deve incontrarmi, mi sembra tutto così surreale e allo stesso tempo banale.
Scendo dalla macchina e a passo lento mi dirigo verso il locale, entro e me lo ritrovo davanti. Non me lo ricordavo così bello, seppur stanco dal viaggio, per me rimane il ragazzo più bello sulla faccia della terra e questa cosa mi preoccupa non poco; mi avvicino senza parlare, lasciandogli due baci sulle guance, poi mi separo e il suo profumo mi segue incatenandosi al mio "Sei bellissima" Sussurra facendo un gesto per afferrarmi la mano, ed io? Io lo scosto, quasi potesse bruciarmi il suo tocco, lo evito come si evita il proprio peggior nemico. Non so nemmeno io perché lo faccio, per difendermi probabilmente, ma nei suoi occhi leggo solo tanta delusione e tristezza, se solo sapesse che rimangono il mio posto preferito, l'unico in cui valga la pena perdermi.

Irene /Charles Leclerc/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora