13. Nulla

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Tornata a casa tentenno un pò prima di aprire la porta e venire nuovamente inondata da tutti i ricordi, più brutti che belli, degli ultimi giorni passati qui. Mi levo le scarpe andando in camera e iniziando a disfare la valigia, interrota dopo una decina di minuti dall'arrivo di Charles "Sei tornata" Dice entusiasto venendomi ad abbracciare da dietro. Ma si può?! Mi scosto decisa voltandomi verso di lui, sembra stanco ma poco m'importa "Non così - dico- O mi spieghi che cavolo hai subito o subito, vedi tu" Sbuffa passandosi nervosamente una mano tra i capelli per poi voltarsi verso la parete, dove pochi giorni prima avevamo appeso insieme una nostro foto a Los Angeles. Quando si rigira verso di me ha gli occhi gonfi dalle lacrime e i pugni stretti, ma non cedo, non è colpa mia se sta così, ma solo sua "Irene io ti amo" Ha la voce rotta dal pianto, così debole da far impressione. Lui, che è sempre così sicuro di sè, che è così forte, che è la mia roccia, ora si sta sgretolando davanti a me e non posso impedirlo non sapendone la causa. Mi avvicino per afferrargli le mani ma cade in ginocchio iniziando a singhiozzare come un bambino, con la testa posata al mio ventre e le braccia legate alle mie gambe "Charles che cosa succede? Parlami ti prego!" Cerco di alzargli il viso ma non me lo permette, finchè non lo fa autonomamente guardandomi dritto negli occhi ed è inutile negare il male che quello sguardo mi provoca, come una lama che mi trafigge in punti che nemmeno sapevo esistessero "Charles" Sussurro abbassandomi così da trovarmi a pochi centimetri dalle sue labbra, le bacio delicatamente asciugando le lacrime che continuano a rigare il suo solitamente angelico volto "Ti prego" Poso la fronte sulla sua e lo sento placarsi, sorrido convinta di poter superare ogni cosa perché lo amo così tanto da poter combattere il mondo al suo fianco.
"Irene io-" Si interrompe nuovamente per baciarmi, quasi per costringermi a star lì, a non scappare "Irene io sono andato con un'altra".

Il vuoto.

Non sento nulla, sapete cosa significa nulla?

Non piango, non sospiro, non urlo, non lo picchio. Lo osservo negli occhi, evidentemente dubbiosi e spaventati, respiro il suo calore e il suo profumo, mi soffermo a sentire la sensazione delle sue mani strette alle mie, poi mi alzo tremante, lo sguardo fisso su quella dannata foto, i ricordi che mi colpiscono in ogni direzione. Credo di sentire la sua voce, in lontananza, dire qualcosa, ma non la ascolto, non ho la forza o semplicemente la voglia. Non dico più nulla, in quella casa la mia voce non risuonerà più, rimetto rapidamente le cose in valigia, mi rivesto, rimetto le scarpe e poso le chiavi sul tavolo, esco. Come se non fossi mai tornata, chiamo un taxi e mi dirigo all'areoporto, dove passo il resto della giornata a fissare i voli, a scegliere dove andare, a tacere e non ascoltare nessuno. Dopo ore di silenzio totale, d'improvviso respiro di nuovo e decido di partire per Madrid, senza pensarci due volte. Ricordo di esserci stata quando avevo 16 anni, come regalo di compleanno dei miei genitori, ci ho lasciato il cuore in quella città, veramente. Non so per quale motivo ma sento di dover scappare da tutti e di dover andare là dove posso trovate quella parte di me ingenua, felice e speranzosa che avevo in quegli anni d'oro che tanto ho amato e tanto rimpiango.

Irene_Tripoli
Madrid, Spain

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Irene_Tripoli E lei lo sapeva che in fondo un sorriso non aggiusta tutto, ma sapeva anche che la follia, la sua amata ed ordinaria follia, l'avrebbe salvata 🍭 ph. Un gentile vecchietto

GiuliaC Sei forte anima mia!

landonorris Madrid SPAIN?!
Carlossainz55 Ha scelto me🤪

MarcoTry ❤❤
Irene_Tripoli non ci fossi tu...♡

Cammino per le strade con tutte le mie buste post shopping terapeutico quando sento squillare il cellulare

"Tu, io, paella, casa mia...ci stai?"

"Carlitos! Non lo so, non sono dell'umore"

"Senti, io non so cosa ti abbia fatta arrivare fin qua ma non c'è nulla che un buon amico e una buona paella non possano risolvere"

"Fosse così semplice"

"Lo è, vedrai. Tu pensa a venire, al resto ci penso io"

Accetto, dopo le mille suppliche di Carlos, tornando subito in albergo per sistemarmi. Sono qua da solo un giorno e ho fatto tutto fuorché rilassarmi: ho corso a destra e sinistra, seguito visite guidate, visitato una serie infinita di ristoranti, shopping e ancora shopping...Ho evitato il discorso con tutti, perfino alla mia famiglia e a Giulia ho detto che non era nulla di così grave e che era semplicemente finita. Non so nemmeno io perché, ma voglio proteggere Charles da ogni possibile critica o rancore, è come se sentissi di dovergli almeno questo, seppure non gli deva proprio nulla.

Charles_leclerc
Los Angeles, California

Charles_leclercLos Angeles, California

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Charles_leclerc E invano custodisco gelosamente il ricordo di una te che ho conosciuto soltanto io 🦋🖤

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Rigiro la forchetta nel piatto, ancora pieno, sentendo solamente lo stomaco chiudersi sempre di più ad ogni discorso, non per quello che mi sta dicendo Carlos ma per dove i miei pensieri stanno andando, incontrollabilmente "Effettivamente vincere il mondiale davanti ad Hamilton è stato fantastico, no?" "Certo" Rispondo distratta, nemmeno tanto sicura di quello che mi stia dicendo "Già...Irene che hai?" Alzo lo sguardo incrociando i suoi occhi seriamente preoccupati, scuoto la testa e torno a guardare il piatto ricolmo di paella "Mi vuoi almeno dire perché vi siete lasciati? E non di nuovo la stronzata del 'non siamo fatti per stare insieme' " Sospiro rendendomi conto che forse non ha più senso proteggere il ricordo di qualcosa che nemmeno esiste più, perché non esiste più, vero?
"Mi ha tradita, me l'ha detto lui" La mia voce fredda dimostra esattamente cosa provo interiormente, principalmente paura, amarezza, rancore, tristezza...mi sento svuotata da tutto, mi sento sbagliata, mi sento perfino in colpa. A destarmi da questi pensieri ci pensa il pugno sul tavolo di Carlos, che si alza incazzato come non l'avevo visto mai "Io lo uccido, io giuro che lo uccido!" Le sue urla mi feriscono quasi quanto tutto il resto, mi sembra non possa capirmi nemmeno lui, poi, rendendosene conto, si placa venendo a sedersi vicino a me "Puoi sempre contare su di me" Mi abbraccia, facendomi sentire per la prima volta al sicuro in questi giorni, per quanto possa sollevarmi in questa situazione tanto imprevedibile quanto dolorosa.

Irene /Charles Leclerc/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora