28. Porta sfortuna

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"Tesoro finalmente, guarda che sorpresa!" Finalmente anche la donna che era in cucina esce per incontrarci, evidentemente ripulita dalla farina che prima cospargeva il suo viso "Giuseppe se mi avvisavi che arrivavano ospiti illustri avrei preparato qualcosa" Dice lei arrossendo mentre Charles scuote la testa sorridendole "Non penso di essere illustre e poi suo marito non sapeva nulla del nostro arrivo" Ci risediamo sul divano salvo essere immediatamente separati dall'arrivo di Mia che, senza troppi problemi, si viene a sedere fra me e il pilota mostrandogli tutti i poster e le foto che lo raffigurano, prima custodite in camera sua "Ah ma quindi sei una super fan" Dice Charles ridendo e facendole l'occhiolino mentre lei praticamente sviene dall'emozione "Parla sempre e solo di te, ha quasi pianto quando hai vinto a Monza e tutt'ora continua a chiederci di rivedere le repliche" Spiega sua madre mentre Giuseppe, mi viene di gran lunga più facile definirlo così che 'mio padre', continua il discorso "Mi ha chiesto più volte di tornare a lavorare pur di incontrarti ma il caso ha voluto che sia arrivato tu da noi" Charles si volta verso di me sorridendomi "Già, non è la sola ad aver amato Monza" Gli restituisco il sorriso e con gli occhi gli dico molto di più, sicura che possa comprendere ogni cosa "Sono sicura anche tu l'avrai adorato!" La voce stridula di Anna (si chiamava così?) interrompe quella magia facendo voltare il monegasco e alzare gli occhi al cielo a me "È stato alquanto surreale" Le risponde tornando poi con l'attenzione a Mia e al suo contagioso entusiasmo "Ora dobbiamo farci un selfie, le mie amiche moriranno d'invidia!" Corre di sopra e sparisce per qualche minuto, dando un pò di tregua a tutti.

"Scusa se insisto Charles ma cosa ti porta qui?" L'ansia che per un breve istante mi aveva abbandonato torna ad impossessarsi di ogni cellula del mio corpo, le mani sudano e iniziano a torturarsi come loro solito "Signore veramente io non sono venuto qua per me" Dice voltandosi poi nella mia direzione, così come poco dopo tutti i presenti "Vede la mia ragazza-" Lo interrompo posando una mano sulla sua coscia e prendendo il pallino del discorso "Io sono una sua grande ammiratrice signore, mi sono da poco laureata in ingegneria meccanica e ci tenevo così tanto a conoscerla" La voce quasi mi si spezza mentre concludo la frase e sento lo sguardo pesante del monegasco su di me "Irene, giusto? - Annuisco - Potevi dirmelo subito, è così elettrizzante vedere il nostro futuro e tanto più una ragazza giovane come te appassionata a questo mondo!" Si interrompe voltandosi verso la parete colma di foto e riconoscimenti legati al suo lavoro, poi si alza e và a prendere un vecchio album fotografico mentre Mia ricompare in salotto e torna a parlare incessantemente con Charles. Il suo sguardo mi invita ad alzarmi e seguirlo in disparte "Queste sono le mie più care foto del periodo post universitario" "So che è stato anche professore" Affermo guardandolo sfogliare il vecchio album di ricordi "Esattamente, il più giovane del corpo docenti! Poi la vita mi ha donato la fortuna di diventare un discreto ingegnere per il Cavallino e da allora ho preferito le piste alle aule" Annuisco continuando a guardare quelle foto, devo ammettere che era proprio un bel ragazzo e che non è difficile capire il motivo per cui Maria, mia mamma insomma, si sia innamorata di lui "Discreto è riduttivo, lei era un luminare per l'epoca, il più richiesto da tutte le scuderie e da tutti i campi!" Il suo sguardo fiero si sofferma improvvisamente su una foto ritraente lui e una giovane ragazza, lei.
"E questa è stata- si blocca sorridendo come se una serie di ricordi gli passassero davanti agli occhi improvvisamente - È stata la mia studentessa più promettente. Sa signorina lei me la ricorda molto, stesso entusiasmo e voglia di fare, spero possa avere anche lo stesso successo in Formula 1" Ora i suoi occhi fissano i miei, lucidi "Sto lavorando in McLaren e onestamente è fantastico, non capisco proprio quella concezione di associare il mondo dei motori solo a quello maschile" Un sorriso riempie il suo volto mentre chiude lentamente l'album "Ha la stessa luce negli occhi e la stessa caparbietà. Sa, proprio quella ragazza mi disse queste stesse parole per convincermi a fare uno studio con lei e le posso assicurare che mai frasi più vere furono dette" Il mio cuore sta battendo così forte da farmi paura, le mie mani tremano e sento che potrei cedere da un momento all'altro non fosse per la voce soave della moglie che ci richiama "Giuseppe! Mica starai annoiando quella povera ragazza con le tue storie, ormai non le vuole ascoltare più nessuno" Mi sorride venendomi ad accompagnare verso gli altri "A me interessano molto invece" Dico così piano da essere convinta di non esser stata sentita, anche se lui arrossisce immediatamente.

È passata quasi un'ora e la situazione è lievemente sfuggita di mano, io sono seduta sul bordo del divano a parlare della nuova aereodinamica che stiamo sviluppando proprio in questo periodo con la McLaren insieme a Giuseppe, la donna è tornata in cucina e ha costretto Mia ad andare con sè, anche se puntualmente la ragazzina torna a fare una serie di domande a Charles e quest'ultimo, solo ora lo noto, sta allegramente, fin troppo per i miei gusti, parlando con Anna, che sarà pure antipatica ma non è per nulla brutta anzi ha una lunga serie di tratti assomiglianti alla sottoscritta che la rendono ancor più fastidiosa ai miei occhi.
"Amore dovremmo andare ora" Pronuncio a voce alta rimarcando la prima parola e facendo voltare i due quasi coetanei verso di me "Di già?" Chiede lei rivolgendosi a Charles che annuisce "Domani abbiamo un aereo presto" Ci alziamo rimettendoci i cappotti, tolti ormai molto tempo fa, e dirigendoci verso l'uscita. Salutiamo cordialmente, chi più chi meno, tutta la famiglia, per ultimo ovviamente il padrone di casa "È stato un immenso piacere signore" Dico con un velo di malinconia mentre il braccio di Charles mi si posa attorno alle spalle "Anche per me ingegnere" Risponde sorridendomi ma Anna riprende la parola, sfortunatamente "Addio allora" Si rivolge esclusivamente a me, guardandomi dritta negli occhi "Non si dice mai addio" Esclamo non distogliendo mai lo sguardo dai suoi occhi castani "Porta sfortuna!" Diciamo in coro io e mio...Giuseppe, guardandoci un istante dopo. Un brivido percorre la mia spina dorsale e le lacrime bussano sempre più prepotentemente ai miei occhi "Ma allora non te la sei inventata tu" Si intromette Charles scatenando una risata generale "Non lo so penso di averla sentita dire da qualche parte" Faccio spallucce ripensando a come effettivamente io non abbia idea del perchè sia solita avere questa credenza "Per me vale lo stesso - dice Giuseppe - Lo diceva sempre una mia vecchia alunna ma non pensavo che qualcun altro al mondo lo facesse" Dette queste parole mi guarda facendomi intendere il riferimento a quella che, lui non sa, è mia madre, poi con un forte sospiro interrompiamo quella magia uscendo di casa e chiudendoci la porta alle spalle.
Nell'esatto istante in cui salgo in macchina, convinta che ormai il peggio sia passato, scoppio in un pianto liberatorio affondando nelle braccia di Charles.

Irene /Charles Leclerc/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora