Dopo quasi due ore di conversazione mi sembra di conoscere Charles da tutta una vita, so della sua infanzia e di suo padre mancato prematuramente, so che sta realizzando i suoi sogni (anche se non ha voluto dirmi quali siano) e delle sue paure, ma la cosa più incredibile è quanto ora anche lui sappia di me. Non sono una ragazza particolarmente aperta al mondo, mi tengo sempre tutto dentro, piango raramente e non mi sfogo mai, so che è sbagliato ma sento di potercela fare da sola anzi lo so, mi sono sempre bastata io, da sola contro il mondo.
"Tu non ci crederai - dice cambiando discorso quello che ho scoperto essere monegasco - ma mi hai cambiato la giornata" mi sorride gentilmente mostrandomi quelle fossette che non pensavo potessero piacermi così tanto "Non hai detto che è stata una delle migliori giornate della tua vita anche prima di stasera?" Rispondo ridendo e portandomi le mani in tasca per riscaldarle "Lo è stata, certo, ma tu sei il valore aggiunto" Abbasso lo sguardo imbarazzata, certa di essere arrossita "Hai freddo?" Mi chiede poi, vedendomi evidentemente infreddolita "Un pò" ammetto. È pur sempre una serata di fine estate eppure mi sembra di avere i brividi per tutto il corpo "Vieni" Mi fa avvicinare a sè e mi cinge le spalle con un braccio e così, in pochi istanti, mi ritrovo con la testa posata tra il suo collo e la spalla, con le gambe sopra le sue "Non so nemmeno io perché lo sto facendo" confesso dopo qualche minuto di magico e rigoroso silenzio "Ti fa stare bene?" Alzo la testa per guardarlo meglio negli occhi, poi annuisco sorridendo "Allora non farti troppe domande".
Si sa, in queste occasioni le cose si sentono e si vivono, senza pensieri o dubbi, si seguono l'istinto ed il cuore e così decido di far io questa notte. Chiudo gli occhi e mi lascio andare, come non avevo mai avuto il coraggio di fare prima nella mia vita. Sento il suo respiro avvicinarsi a me e il cuore impazzire nel petto poi, improvvisamente ma con una lentezza straziante, unisce le nostre labbra, prima solo sfiorandole e poi con più decisione. Non so chi si sia impossessato di me questa notte, sicuramente non sono la solita Irene ma non m'interessa, in fondo entrambi sappiamo che probabilmente non ci rivedremo mai più e che se dobbiamo fare una follia tanto vale farla per bene. Con un rapido gesto mi fa sedere sulle sue gambe mentre le mie mani iniziano ad accarezzargli lentamente il collo per poi arrivare ai capelli. Un bacio lento e passionale, forse il più bello della mia vita, sicuramente il più magico e folle.
Mi sono innamorata di questa serata, di questo finto freddo, di questo improbabile settembre, del rumore in lontananza di una città ancora viva e una parte di me, la più nascosta, si è sicuramente già innamorata di questo sconosciuto, del suo modo di baciare, del suo accento e dei suoi occhi buoni, del suo profumo e delle sue mani che accarezzano la mia schiena. L'amore è uno solo e io, per la prima volta in tutta la mia vita, mi sento di dire di averlo provato, perché questo si fa con l'amore, si prova e si vive, non si pianifica ed è proprio questa la sua meraviglia."Siete una coppia bellissima" ci voltiamo di scatto ancora rossi in volto verso una signora sulla cinquantina che passava a pochi metri da noi, le sorridiamo per poi rispondere quasi imbarazzati "Noi non-" scoppiamo a ridere capendo l'assurdità della situazione e ricomponendoci.
Mi alzo rimettendomi le scarpe e sistemandomi meglio il completo "Devo proprio andare ora" dico poco convinta mentre anche lui si alza venendomi ad abbracciare e prendendomi alla sprovvista "Finisce così?" Scuoto la testa sorridendogli "Avevi altre idee?" "Sposiamoci" dice seriamente mentre io scoppio letteralmente a ridergli in faccia "Charles sono stata bene ma non so nemmeno il tuo cognome" "È così importante?" Mi lascia un rapido bacio sulle labbra per poi voltarsi e avviarsi dall'altra parte della piazza lasciandomi sola. Lo guardo allontanarsi e sento di dover far qualcosa, lo devo a lui e a me, così corro fino a raggiungerlo, prendo il suo viso tra le mani e lo bacio con più trasporto "Se sarà destino" Gli faccio l'occhiolino e mi volto "Sei al Gran Premio domenica?" Mi urla facendomi voltare "No" rispondo con il solito velo di tristezza e lui, perfettamente a conoscenza della situazione, dice qualcosa in francese, qualcosa che sa molto di auto-maledizione "E tu?" Gli chiedo facendogli illuminare nuovamente gli occhi, o almeno così sembra a me "Amo la Formula 1 quindi non posso proprio perdermela" Annuisco facendo spallucce e girandomi, questa volta definitivamente. Sono sicura mi stia ancora osservando e non tornare indietro mi richiede un grande sforzo ma è veramente troppo tardi e io non posso di certo permettermi di passare l'intera notte con uno sconosciuto.Rientro a casa che sono le 2 passate, cercando di non far troppo rumore "Divertita?" La voce seria di mio papà mi fa gelare il sangue nelle vene benché sappia che non mi farà nulla, ha quell'aria autoritaria che incute timore con poche parole "Molto" dico avviandomi verso le scale e verso camera mia, sapendo di non avere la forza di reggere una discussione con lui. Quando finalmente mi metto nel letto inizio a ripensare a tutta questa assurda giornata, dalla laurea a quel ragazzo. Ma si può essere messe così male? Eppure questa sera, dopo tanto, mi addormento con un sorriso in volto e la consapevolezza che, nonostante tutto, la vita ha qualcosa di bello da regalare perfino ad una come me, basta solo avere la pazienza di trovarlo.
E poi all'improvviso
Sei arrivato tu
Non so chi l'ha deciso
Mi hai preso sempre più
Una quotidiana guerra
Con la razionalità
Ma va bene purché serva
Per farmi uscire
Come mai
Ma chi sarai
Per fare questo a me
Notti intere ad aspettarti
Ad aspettare te
Dimmi come mai
Ma chi sarai
Per farmi stare qui
Qui seduto in una stanza
Pregando per un sì"Mamma!" Urlo per la centesima volta scendendo le scale stropicciandomi gli occhi "Ben svegliata dottoressa" mi accoglie con un caloroso sorriso e i miei amati pancakes con lo sciroppo d'acero "Potresti abbassare un pò la musica?" Rispondo scontrosa come mio solito appena svegliata "Da piccola adoravi gli 883" Si avvicina allo stereo spegnendolo e sedendosi di fronte a me, sull'orlo della lacrime come ogni volta in chi ricorda la mia infanzia "Da piccola credevo anche al principe azzurro" "Irene basta con questo pessimismo, sono sicura che ci sia il tuo principe da qualche parte" Sorrido ricordandomi solo ora di ieri sera e addentando uno dei pancake "E quel sorriso?" Mi chiede tornando ad essere più allegra anche lei "Oh no niente" scuoto la testa per poi salutare mio fratello che è appena entrato in cucina "Tua sorella ha conosciuto un ragazzo" "Mamma!" Mio fratello scoppia a ridere sedendosi poi al mio fianco molto interessato alla questione. In vita mia ho presentato a casa un solo fidanzato con cui, per altro, sono stata quasi 5 anni, quindi il parlare di una nuova possibile presenza nella mia vita fa sempre discutere "Sarà la volta buona?" Dice Marco ironico beccandosi un pugno come risposta "E comunque - continua rubandomi un pancake - se non è Leclerc non lo voglio, mi dispiace" Scoppiamo tutti a ridere, è proprio un'idiota.
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Irene /Charles Leclerc/
Fanfiction"Irene i cantautori dicono che l'importante non è quante volte cadi ma se hai il coraggio di rialzarti Ma dopo mille cadute roventi Non ci resta che imparare a vivere come i serpenti" Pinguini Tattici Nucleari 1 in #F1 (gennaio/febbraio 2020)