{181} ~ L'incontro a Chicago ]

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EVELYN

Chicago non me la ricordavo così grande; era da tanto che volevo venire a rivederla. E' a trentacinque minuti di distanza in macchina da Evanston.

Ricordo quando ero piccola e sgattaiolavo ovunque, mamma e papà non riuscivano a tenermi per mano. Una volta rischiai pure di essere investita, perchè finii improvvisamente in mezzo alla strada.

Ricordo l'espressione di mia madre, spaventata a morte. Quante ne ho combinate da piccola.

Passeggiare mi ha sempre rilassato in qualche modo, e mi consola in un certo senso. Ci avevo pensato a lungo di ritornarci, magari con qualcuno... ma questa volta sono sola, ma non mi dispiace più di tanto.

Entro in un bar cercando di sembrare una cittadina e non una ragazza solitaria in visita. Ordino una birra e rimango comoda seduta sul tavolino con il telefono in mano o alzando di tanto in tanto lo sguardo verso la televisione.

Certe volte mi capita di scorrere le immagini, e tra queste, quella fatta a Parigi con Bill. Mai mi sognerei di eliminarla.

Questa foto è diventata una sorta di emblema del nostro rapporto, a parte la collana che mi regalò per Natale, anche se ultimamente non la indosso, ma faccio altro: la tengo sotto il cuscino e ogni volta che mi addormento la tengo stretta nel palmo della mia mano.

Quando rialzo lo sguardo per guardarmi attorno noto un ragazzo seduto sullo sgabello a bere una birra e capisco subito che mi ha adocchiato. Fingo di non vederlo continuando a guardarmi attorno e sorseggiando un po' di birra. Qualche volta torno a guardare il telefono.

Ma non passa poco tempo che mi ritrovo una sagoma davanti: è il barista. Mi fa un cenno di sorriso porgendomi un altro bicchiere di birra.

"Da parte di quel ragazzo seduto là in fondo" mi dice indicandomelo con il dito. Sono un po' impacciata ma sorrido al suo gesto alzando il bicchiere.

Ritorno a guardare il telefono e non mi sono resa conto che quando l'ho bloccato ero rimasta ancora alla foto mia e di Bill. Mi metto a fissarla senza sbattere ciglio e in me tornano un sacco di ricordi e mille emozioni. Sorrido di tanto in tanto per poi provare subito tristezza. Appoggio la mano sul mento e il gomito sul tavolo, quando vengo interrotta nuovamente da un'altra presenza. Alzo la testa e sgrano gli occhi.

"Ciao".

Quel ragazzo che mi ha offerto la birra è venuto a presentarsi di persona, ma francamente non ne ho nessun interesse. Mi sistemo i capelli dietro all'orecchio dovuto dall'agitazione per poi lanciargli un lieve sorriso di imbarazzo.

Lo vedo rispondere al sorriso ma non intenzionato ad andarsene. Allora con gli occhi gli faccio segno non verbale per capire che cosa voglia da me.

"Piacere Daniel". Mi porge la mano e io rispondo al gesto.

"Piacere" gli rispondo con poco entusiasmo.

"Ti disturbo?". Mi domanda insistentemente.

"Beh a dire il vero me ne stavo andando".

"Oh, capisco. Non ti avevo mai vista qui, scommetto che non abiti da queste parti".

"Sbagliato, ci abito eccome!". Gli dico con noncuranza.

"Ah davvero, e come mai mi è nuovo il tuo bel viso?". Mi domanda cercando di abbordare direttamente.

"Io..." mi guardo attorno.

HAPPENED 3 - (Tutto inizia, tutto finisce)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora