{179} ~ Riuniti ]

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EVELYN

Metabolizzare il tutto è davvero difficile.

Non riesco ancora a capacitarmi di ciò che è appena successo. Mai mi sarei aspettata nemmeno tra un milione di anni una notizia tanto devastante come questa: la peggiore in assoluto.

Inizialmente non ho preso in considerazione del fatto che mia madre possa morire, reagendo d'impulso e prendendomela con tutti, Bill incluso, perchè hanno voluto tenermelo all'oscuro.

Ed infine arrivi a pensare quanto la vita sia imprevedibile; io ne ho avute fin troppe di esperienze brutte e belle, ma questa le supera tutte ed è la peggiore che si possa provare in tutta la vita.

È come se il destino si fosse preso gioco di me e Bill, impedendoci di stare insieme e portandoci a credere, soprattutto io, di essere stati messi alla prova in un certo senso.

Ho avuto in qualche modo una seconda chance nella vita, adottata da una nuova famiglia, che mi ama con tutto il cuore senza esitazione. Sono stata egoista per un momento, ma poi comprendo anche che tutto ciò che ho con Bill fatto è stato per amore.

Non posso negarlo a me stessa: io amo Bill e lo amerò per il resto della mia vita, ma come la decisione che anche lui ha preso tre settimane fa, perfino a me non resta che prendere questa decisiva, la stessa: lasciarlo andare per sempre e porre fine alla nostra relazione.

Questo significa non toccarlo, baciarlo, appoggiarmi sul suo petto e sentire il suo cuore battere, ma il solo pensiero che possa perdere una madre per la seconda volta mi porta subito a dover prendere la decisione più giusta.

Continuo ad osservare incantata la piscina, con il fruscio del vento che mi accarezza i capelli e i raggi arancioni che penetrano nell'acqua. Mi struscio continuamente le braccia, avvolgendole attorno alle spalle, poi alzo lo sguardo verso il cielo, facendomi rilassare ulteriormente. Chiudo gli occhi per poter non pensare per un solo istante a mia madre e improvvisamente sento un logorante dolore nel ventre, come se patissi le sue stesse sofferenze.

Il silenzio mi consola in qualche modo. Stare soli aiuta davvero molto, soprattutto in situazioni come queste, che non riesci a metabolizzare e hai bisogno del tempo per amalgamare il tutto.

"Eve...". Quella voce ancora mi provoca un brivido irrefrenabile. Mi volto e ho davanti a me quei limpidissimi occhi azzurri che mi scaldano il cuore.

È appoggiato sulla porta finestra con le braccia conserte e il piede appoggiato sul vetro, dondolandosi lentamente su e giù, senza smettere di guardarmi negli occhi.

Mi guardo attorno dilatando le narici e sentendo gli occhi frizzare leggermente: sì sto per piangere ma mi trattengo come al solito.
Bill si avvicina a me per poi fermarsi a pochi metri di distanza. È come se tra di noi si fosse formata nuovamente quella barriera che ci separava all'inizio, quando tutto cominciò...

Tra poco sarà un anno. Sì un anno pieno di colpi di scena... ma questo, chiunque tu sia lassù, potevi evitarlo.

Continuo a pensare prendendomela con l'onnipotente che dovrebbe tecnicamente proteggerci.

"Mi chiedevo se... stessi bene. Lo so che è una domanda stupida...". Conversa con me come se avesse paura di rivolgermi la parola, con le mani dentro le tasche dei jeans neri, senza smettere di muovere i piedi dall'agitazione.

"Non lo è, nessuna tua domanda è stata impertinente. Sto bene, ma non me lo aspettavo ecco tutto... mai lo credevo!" Gli rispondo deglutendo continuamente.

"Lo so" mi risponde con un sorriso consolatorio.

"Posso anche capire il motivo per cui voleva tenermelo nascosto". Proseguo nel discorso.

HAPPENED 3 - (Tutto inizia, tutto finisce)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora