{266} ~ Una meta senza fine ]

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EVELYN

Ho sete, ho fame e dalla strada in cui scorge il cielo azzurro ho solo un unico pensiero di fronte a me. Il pensiero che mi sono sempre portata appresso per quasi due anni, che mi è assalito come una tempesta in arrivo e sfociando tutta l'ira in un istante, cambiando così per sempre la mia vita.

Varco nei miei pensieri che ad ogni chilometro che percorro, si avvicinano sempre di più alla meta. Una meta che pensavo irraggiungibile e infinitamente intoccabile.

Adesso non è più un sogno, non più continui ed estenuanti pensieri che continuavo a farmeli racimolare nella mente, ancora e ancora... senza mai trovare una spiegazione valida. Quante notti insonnie ho sognato questo momento e finalmente è arrivato: finalmente vedrò mia madre Helen.

Sulla busta aperta continuo a controllare l'indirizzo, sperando che sia quello giusto. Lo sarà? Lo spero, altrimenti impazzisco.

Helen. Continuo a ridondarmelo in testa il suo nome.

Helen, così ti chiami... e spero di vedere un volto finalmente, di poter sorridere, abbracciarti e raccontarti tutte le cose che non sei riuscita a condividere con me. Quanto ho da dirti, da spiegarti e chiederti addirittura scusa.

Sarei meschina se pensassi a mia madre come una persona fredda ed egoista che non ha voluto tenermi. Aveva solo quattordici anni. Una ragazzina magari ingenua, innamorata dell'idea dell'amore e che stava provando tutte le esperienze belle della sua vita: quella tra tutte innamorarsi.

Oh, come vorrei che anche lei avesse provato le stesse sensazioni ed emozioni che ho avuto io con Bill. E chissà, magari sta sempre insieme a mio... padre.

Non ho mai menzionato mio padre, forse perchè ho sempre voluto sapere di più su mia madre, non appena mi dissero a che età mi aveva avuto. Sicuramente deve essere stato difficile per lei. Una ragazza madre forse costretta a dare in adozione la propria figlia e che sicuramente non è stata una decisione facile per lei.

Sono quasi due ore che sono in marcia, sfinita e con l'emozione che mi assale. Quando decido di fermarmi in un autogrill non oso nemmeno immaginare quante chiamate abbia ricevuto. Sono consapevole di quanto siano preoccupati per me, ma se rinunciassi a tutto proprio ora non me lo perdonerei mai.

Scendo dalla macchina e a braccia conserte guardo le macchine sfrecciare ad alta velocità sulla corsia della superstrada. Sono solo io e nessun altro.

Posso urlare, cantare, gioire e piangere senza nascondermi. Non mi ero mai ritrovata a dover affrontare una situazione bizzarra come questa da sola e senza nessuno accanto. Pensavo che un giorno avrei fatto questo viaggio con qualcuno e invece mi ritrovo qui solitaria e senza un appoggio emotivo.

Chi se lo aspettava.

Finalmente ho solo l'altra metà della ora e mezza che mi è rimasta e posso dunque porre fine, e allo stesso tempo, un inizio alla mia nuova vita.

Non cambierei nemmeno una virgola ma al contempo non augurerei nessuno quello che ho passato io. È stato troppo per una ragazza di diciassette anni che ha dovuto crescere velocemente e affrontare i veri fatti veri della vita che le circondano.

Ho sempre avuto tutto ma in realtà mai niente. Le cose più semplici e belle che dai per scontato io le ho sempre avute a portata di mano, pronte per essere aggrappate saldamente a me, ma che poi ho costretto a lasciar andare, perdendole in poco tempo.

Adesso però ho finalmente ripreso in mano la mia vita: non sono più una bambina, sono cresciuta. Ho diciannove anni e intendo arrivare fino in fondo, più determinata che mai.

HAPPENED 3 - (Tutto inizia, tutto finisce)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora