{236} ~ Rimorsi ]

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EVELYN

Che persona meschina e crudele sono stata. Dov'è finita la Evelyn buona, zittita e introversa di un tempo? Non mi sono comportata abominevolmente, anzi, peggio... e non con una persona qualunque ma con con Bill.

Quando rientro in camera mia, vado verso l'armadio e mi lascio cadere a terra, cominciando a piangere appoggiata sull'anta.

«Stupida, cretina, bastarda...» mi ripeto ad alta voce come una sorta di autopunizione, sbattendo la testa sull'armadio, sentendo anche un po' male.

Automaticamente compio un gesto ormai diventato spontaneo per me: impugno la mano destra per afferrare il ciondolo, ma non c'è, non c'è più. Il ciondolo è sull'erba bagnata del retro di casa in questo momento, gettata dalla sottoscritta, e Bill che ha visto tutto.

Ho fatto un gesto che mai avrei pensato. Sono stata crudele e capirei perfettamente se non mi rivolgesse mai più la parola.

Mi rialzo faticosamente e prendo un fazzoletto dal cassetto del comodino. Poi mi faccio coraggio per andare da Bill e scusarmi con lui. Apro la porta e lentamente mi inclino in avanti per guardare nel corridoio. Ma subito dopo, noto un luccichio sul pavimento e guardo subito in basso.

Rimango impietrita perchè il luccichio che vedo è il ciondolo di Bill. Lo prendo con la paura di averlo rovinato, e quando rientro in camera mi appoggio alla porta con gli occhi fissi sua stella e le guance coperte di lacrime.

Scuoto la testa, incredula ancora dal gesto compiuto e mi accascio sul letto come ho sempre fatto, con il ciondolo impugnato nella mano.

La mattina seguente mi sveglio con un tremendo mal di testa. Sento le guance tirare perchè coperte di lacrime seccate che ho versato per tutta la notte, fino ad addormentarmi.

Mi siedo sul letto e non appena rivedo il ciondolo piango ancora una volta, ricoprendo le lacrime di stanotte. Non controllo il telefono nemmeno una volta e non vorrei uscire più dalla mia stanza. Mi vergogno di quello che ho fatto e mi vergognerei ancora di più andando da lui.

Non lo merito, non merito niente di lui e sono contenta che ci siamo lasciati, perchè sarebbe stato insieme solo con una bastarda.

Il telefono comincia a squillare ma io non rispondo e torno a stendermi sul letto a piangere.

Improvvisamente sento la porta bussare: «Evelyn tesoro che succede?»

La voce riconoscibile di Maria mi fa alzare di soppiatto dal letto e non appena apro la porta, per poco non mi sento svenire: c'è anche Bill.

Oh no. Ho una faccia orribile, piena di lacrime, e gli occhi...

«O signore, niña cosa ti è successo?»

Bill si contiene e mi scruta da cima a fondo.

«Io. Non...» balbetto e difficilmente riesco a trovare le parole giuste.

«Maria non preoccuparti ci penso io.» Interviene Bill.

«Sì, va bene.» mi guarda ancora una volta dispiaciuta nel vedermi in questo stato.

Bill chiude la porta e io rimango immobile senza riuscire o dire niente.

«Sono venuto a salutarti.» si sistema le maniche della felpa.

«C-cosa?»

«Tra poco parto.»

«Ma non dovevi partire nel pomeriggio?»

«Sì ma ho delle cose da sbrigare prima.»

Annuisco.

«E chi ti accompagna all'aeroporto?»

HAPPENED 3 - (Tutto inizia, tutto finisce)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora