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Il minore battè le mani sulla porta ripetutamente, chiamando a gran voce il rosa.

Esso si era chiuso in camera e stava avendo un ennesimo attacco di panico, odiava tanto questo suo lato più vulnerabile e facilmente impanicabile. Come odiava il lato infantile che involontariamente usciva. Aveva questi piccoli problemi che rendevano Jimin una persona sempre più insicura.

Infondo "problemi" erano solo per lui.

Si nascose sotto le coperte del letto, odoravano di Jin. Adorava il suo odore, assomigliava a quello del suo papà. Proprio per questo ogni tanto si ritrovava a chiamarlo appa e eomma solo per prenderlo in giro.

Non riusciva a respirare bene, le lacrime scorrevano veloci sul suo viso e i suoi occhi fissavano un punto indefinito delle coperte.

Tutto il suo corpo era scosso da singhiozzi, non riusciva a calmarsi.

Sentì la porta aprirsi e le braccia del biondo a stringerlo forte, in un caldo abbraccio.

Sicuramente aveva utilizzato la chiave di riserva per entrare.

<<Jiminie, quante volte ti ho detto di non chiuderti in camera quando stai male, mh?>>

Lo riproverò il maggiore con preoccupazione nel suo tono di voce.

<<L-Lo so J-Jin-hyung>>

Si strinse al ragazzo continuando a piangere.

Il suo migliore amico si avvicinò ai due e li abbracciò forte. Accarezzò i capelli del rosa e lo guardò.

<<Basta stare male okay? Adesso sto bene, ho capito che ciò che è successo non è colpa mia. Ma tu mi devi aiutare hyung, lo farai?>> Gli chiese dolcemente il moro e in risposta ricevette un accenno sconnesso del capo.

Asciugò le sue lacrime e gli stampò un sonoro bacio sulla guancia.

<<Staremo bene tutti>> si intromise Jin facendo un enorme sorriso ai due.

<<Ora che ne dite se usciamo e ci rimpilziamo di gelato?>> chiese il rosa una volta calmato del tutto.

<<SIIIII>> urlò il più piccolo.

<<Bunny koo non urlare!>> rise il rosa e si alzò. 

E così finalmente i tre uscirono di casa, vagando per le strade di Busan ridendo e scherzando.

A Jimin piacevano queste giornate così calme e non troppo calde. Era da poco iniziata l'estate, ma si stava ancora bene. Infatti, la sera faceva abbastanza fresco e di pomeriggio si stava bene, non c'era quel caldo che faceva sembrare Busan una città di deserto.

<<Ragazzi andiamo a prendere il gelato? Jiminssi aveva detto che si andava a mangiare tanto gelato!>> mise un leggero broncio il maknae del gruppo e il nominato scoppiò a ridere.

<<Si Bunny Koo andiamo>>

Entrarono nella prima gelateria che trovarono e subito si misero in fila.

Jimin era una persona che amava guardare ogni piccolo dettaglio, ogni cosa, dalla più futile a quella più importante.

Aveva lasciato stare i due, per poi andare a sedersi.

Jin e Jungkook erano, ormai, abituati a questo suo atteggiamento.

Infatti di lì a qualche mese, forse maggio, forse aprile, Jimin aveva visto un ragazzo lavorare proprio in questa gelateria.

Ora... Che c'è di strano? Nulla, ma Jimin era così ossessionato dal rivederlo ancora che per due settimane aveva deciso di andare ogni giorno qui.

Nessuno capiva bene il motivo, lui stesso non lo capiva ma ben presto i suoi migliori amici avevano imparato a lasciarlo fare.

Rimaneva comunque una persona testarda.

Iniziò a guardare ogni dettaglio: i tavoli abbastanza grandi con tovaglie colorate probabilmente di seta, le sedie abbinate, il pavimento era a scacchi bianchi e azzurri, le pareti colorate di un leggero azzurro così chiaro che sembrava bianco.

C'erano tantissimi gusti di gelato, così tanti quanto i gusti per lo yogurt e si poteva scegliere se prendere le crêpe o i pancake.

I gelataii erano dei ragazzi giovanissimi, tutti quanti carini.

Ma non era il ragazzo che aveva immaginato e visto.

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