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[questo capitolo contiene un argomento molto forte, se non riuscite a leggere saltate pure questo capitolo]

Jimin uscì di casa ancora scosso per quell'attacco di panico.

Non capiva molto, non sapeva nemmeno cosa stesse succedendo intorno a lui. Era come in una bolla. Ma nonostante questo continuò a camminare.

Andò nel suo solito parchetto abbandonato, era un parchetto mal ridotto dietro ad una scuola elementare ormai chiusa da anni.

Jimin si ricordava che fu proprio lì, in quella scuola elementare, a incontrare Jin e Jungkook.

Ma sua mamma gli diceva che si conoscevano ancora prima.

Ah... Sua mamma, gli mancava tanto, non sapeva più nulla di lei, si ricordava solo di averla incontrata in ospedale. Da lì, non seppe più sue notizie.

Si sedette sull'altalena e sospirò tristemente.

Poco più lontano c'erano due ragazzi completamente ubriachi fradici, voleva andarsene a casa, ma non riusciva a ragionare bene.

Uno dei due ragazzi si avvicinò a lui, accarezzando i suoi capelli.

<<hey mocciosetto, sei tutto solo?>>

Jimin deglutì, che cosa doveva fare ora? Aveva paura ma si alzò, si girò e, senza fiatare, uscì dal parchetto.

Il ragazzo ubriaco lo seguì e Jimin aumentò il passo, iniziando a pregare e a pensare a cosa fare.

Entrò dentro un supermercato aperto ventiquattro ore e ringraziò il Signore quando vide tanta gente.

Il tipo rimase fuori, ma presto se ne andò. Forse si era stufato, non lo sapeva, ma per sicurezza aspettò un po' prima di uscire dal supermercato.

Una volta fuori, Jimin sentì una mano coprirgli la bocca per non urlare.

Il minore si divoncolò, non riuscendoci. Era comunque più forte di lui.

Venne trascinato in un vicolo cieco e abbastanza buio. Il ragazzo del parco iniziò subito a toccare il minore.

Togliendogli i vestiti e facendo lo stesso con lui. Fregandosene delle sue suppliche entrò in lui con un colpo secco, causando a Jimin un dolore assurdo.

Quella sera quel ragazzo abusò del suo corpo, per soddisfare il suo piacere.

Il suo corpo era pieno di segni, ma che non furono le mani di Taehyung la causa, ma quelle di uno sconosciuto.
Jimin sentiva la testa girare, lo stomaco sotto sopra e stava piangendo, supplicandolo di smettere.

Il ragazzo uscì da lui, e venne per terra. Jimin cadde in ginocchio, scosso da mille singhiozzi.

<<Sai, ora che ti vedo bene, di a quel coglione di Jungkook che continua a farmi schifo.>> sputò incazzato e se ne andò.

Jimin aveva capito chi era, l'aveva capito bene e, con tutta la forza rimasta, si alzò. Vestendosi corse a casa, rischiando di far fare incidenti alle macchine, ma riuscì a tornare sano e salvo. Ma con un dolore in più.

Si sentiva sporco, usato e non riusciva a ragionare.

Si girò verso un vicolo accanto a casa sua e vomitò l'anima. Solo a pensarci stava sempre più male.

Entrò in casa e chiamò il maggiore disperato.

Jin corse da lui, stava per abbracciarlo quando Jimin si rannicchiò su se stesso e lo pregò, piangendo, di non toccarlo.

Jin rimase sconvolto, come tutti, che allarmati dalle urla, corsero a vedere cosa stesse succedendo.

<<L-Lui mi ha toccato. MI HA USATO>> Urlò disperato, respirava male, sentiva un dolore assurdo sia fisico che a livello psicologico.

<<chi? Jimin chi ti ha toccato senza il tuo permesso>> chiese subito il migliore amico, seduto ora in ginocchio davanti al piccolo.

<<Jimin parla ti prego.>> panicò il maggiore.

<<Y-Yuji>> disse stanco. Stanco di respirare, di vivere, di sopportare quel dolore.

Il maknae strinse I pugni e uscì di casa senza dire nulla, seguito subito dopo dal menta.

<<Jungkook! Jungkook aspetta!>> cercò di fermarlo il menta.

<<Lui può fare questo a me. Ma non al mio migliore amico!>> Urlò incazzato e continuò a camminare borbottando, con Yoongi accanto.

Jimin intanto continuava a piangere e a disperarsi.

<<Jimin. Jimin ascoltami>> parlò il grigio <<lui non è qui okay? Lui non è più qui>> si avvicinò lentamente. <<noi non vogliamo farti male, okay? Noi adesso andiamo in bagno, ti aiuto a lavarti e poi vai a dormire. So che non ti fidi di me, ma piccolo fallo. Io non ti farò male, ti aiuterò a lavarti ma non ti toccherò come lui ha fatto okay?>> toccò leggermente i suoi capelli, Jimin sobbalzò, ma non si spostò.

<<ecco così, fidati di me piccino. Io adesso non ti lascio più solo>> lo abbracciò con estrema cautela <<adesso hai un'altra persona che ti aiuterà sempre>> lo cullò dolcemente.

<<ti fidi di me?>> il rosa annuì <<ti lascerai lavare e curare le ferite?>> di nuovo annuì.

Così insieme andarono in bagno, il grigio accese l'acqua e aspettò.

<<A-Appa... Ma tu stai con Jinnie?>> sussurrò debolmente e il grigio sorrise intenerito.

<<beh piccolino, Jin mi piace tanto, ma ancora non siamo fidanzati>> rispose accarezzandogli i capelli.

<<T-ti da fastidio se ti chiamo appa?>> il grigio, sorridendo scosse la testa, lo mise delicatamente in vasca facendolo sdraiare.

<<no piccino, puoi chiamarmi come vuoi>> sussurrò dolcemente.

<<allora shei il mio appa>> parlò come un bimbo, involontariamente.

Ma Namjoon capì, capì il motivo di questo suo comportamento.

Like a Serendipity💫|| VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora