Like a Serendipity💫|| Vmin

18.

Il corvino svegliò il rosa baciandolo dolcemente.

Quelle labbra erano troppo invitanti, perciò non seppe resistere nel lasciargli tantissimi baci.

Il minore sorrise, alzando lo sguardo verso di lui e ricambiando ogni singolo bacio, per poi baciarlo più a lungo.

<<Taetae buongiorno~>> inclinò la testa arricciando il naso.

Taehyung si portò una mano al cuore: batti più piano cretino- pensò e si dette dello stupido da solo.

<<Buongiorno mochi~>> gli toccò la punta del naso e il minore fece finta di mordergli il dito.

Il corvino rise e gli scompigliò i capelli.

<<dai alziamoci, voglio portarti un po' in giro per Daegu e a fare colazione~>>

Jimin saltò subito in piedi e tirò per il braccio il ragazzo ancora sdraiato.

<<Piano piano!>> scoppiò a ridere.

Jimin si fermò, per poi guardare il ragazzo con solo i boxer. Arrossì violentemente e si girò.

Il maggiore si alzò, e inutile dire che guardò tutto il suo corpo, anch'esso coperto solo da dei boxer.

Fece aderire i loro corpi in un abbraccio, lasciandogli un piccolo bacio sul collo.

Jimin sorrise dolcemente.

<<Oppa... Mi presti i tuoi vestiti?>> si girò, guardandolo con gli occhioni dolci.

<<certo piccolo, prendi tutto ciò che vuoi>> sorrise il ragazzo e Jimin subito andò a guardare l'armadio pieno di vestiti.

Tirò un piccolo urletto felice e il corvino, guardandolo con un sopracciglio alzato, scoppiò a ridere per l'ennesima volta.

Mi farà impazzire quel piccoletto pensò poco dopo.

Il minore prese una maglietta bianca, che lo rendeva ancora più tenero e piccolo, era molto grande e la differenza di altezza fra i due si vedeva.

I pantaloni in pelle fasciavano perfettamente le sue gambe allenate.

I capelli scompigliati e le guance leggermente rosse e i succhiotti lasciati dal maggiore si vedevano molto.

Era semplicemente perfetto.

Taehyung sbavò mentalmente fissandolo, dimenticandosi completamente di vestirsi.

Il minore inclinò la testa.

<<yah, smettila di guardarmi! Su fila a vestirti>> gli diede un colpetto sulla testa e il maggiore annuì ancora nel suo mondo.

Si avvicinò all'armadio e prese una camicia bianca, larga e, ovviamente, di gucci.

Una cravatta rossa, pantaloni neri, semplici.

Anche lui con i capelli scompigliati, mise le scarpe e sorrise al ragazzo rosa, ormai pronto.

Uscirono di casa e Jimin lo prese per mano, intrecciandole. Il corvino sorrise stringendo le loro mani.

Andarono in giro per tutto il centro di Daegu, fermandosi in un bar per fare colazione insieme.

<<allora piccino che cosa prendi?>> gli chiese dolcemente il corvino, e Jimin alzò le spalle.

<<mmh... Non lo so...>> guardò il menù, con tutte quelle delizie, l'indecisione di Jimin era alle stelle.

Il cameriere arrivò al loro tavole e il corvino prese un cornetto e del caffè.

Quando fu il turno di Jimin, arrossì violentemente e balbettò in maniera incomprensibile.

Il più grande sorrise intenerito e ordinò per Jimin, una rainbow cake e un bubble tea.

Il cameriere annuì, facendo l'occhiolino a Jimin che arrossì di più.

Il maggiore guardò male il cameriere per poi girarsi verso Jimin. <<sei mio.>> lo guardò serio. E Jimin si coprì il viso.

<<sono tuo>> farfugliò.

Quando le loro ordinazioni furono pronte e portate al loro tavolo, i due iniziarono a mangiare ridacchiando e scherzando allegramente.

Una volta finito, si alzarono e il maggiore pagò.

<<la prossima volta che guardi il mio bimbo, ti faccio fuori>> sorrise al cameriere e uscì fuori con Jimin rosso peggio di un pomodoro.

Camminarono senza una meta precisa con il minore appiccicato al braccio del maggiore, che sorrideva intenerito con il cuore che batteva forte.

<<o-oppa... I-io devo tornare a casa...>> sussurrò triste.

Il maggiore sospirò, andando verso la stazione.

<<ti accompagno piccolo, però sappi che se hai bisogno di me, io vengo subito>> gli accarezzò I capelli dolcemente.

Jimin aveva l'umore a pezzi, voleva stare con il maggiore ma non voleva lasciare i suoi amici.

Iniziò a piangere silenziosamente, con la testa bassa che guardava il pavimento del treno.

Il maggiore se ne accorse e lo strinse tra le proprie braccia.

<<ti prometto che ci rivedremo. Lo prometto>> il minore lo strinse forte, piangendo nel suo collo.