<<Oh mio dio! Lo hai lasciato lì? Così, senza dire nulla?!>> rise il più piccolo bevendo un sorso del suo bubble tea.
<<Eh già, avevo dieci anni!>> cercò di giustificarsi il più grande.
<<Pf e io dovrei chiamarti daddy>> lo prese scherzosamente in giro.
<<Senti un po', non ci metto nulla a sbatterti al muro davanti a tutta questa gente, babyboy>> ghignò leggermente e il più piccolo deglutì.
Dopo l'enorme figura di Jimin i due erano usciti dalla gelateria, erano saliti sul primo pullman diretto verso Daegu. Peccato che i due non avevano i biglietti, così all'arrivo erano stati costretti a scappare a gambe levate lontano dai controllori.
Ed erano finiti a parlare del più e del meno, così, completamente a caso.
In altrettanto modo erano finiti a girare per il centro di Daegu sorseggiando un gustoso bubble tea.
<<Idea allettante ma passo>> rise nervoso il più piccolo. Gli faceva uno strano effetto e, se da una parte Jimin sperasse che il corvino l'avesse fatto lo stesso, dall'altra non sapeva più che pensare.
Il ragazzo alzò un sopracciglio guardandolo.
In mezzo secondo si ritrovò appiccicato contro il muro accanto ad un negozio, i loro visi erano a meno di un centimetro. Diventò rosso, e ammise a se stesso che quel l'azione gli era piaciuta.
<<non negare ciò che vuoi veramente, mi fai arrabbiare di più babyboy>>
Quelle parole sussurrate vicino al suo orecchio fecero partire una scossa di brividi per tutta la sua schiena. Il calore al di sotto del bacino era tornato.
Possibile che si stesse eccitando con così poco?
Il corvino fece scorrere una mano sul suo viso, con delicatezza. Toccò ogni suo lineamento, per poi scendere toccando con i polpastrelli il suo collo. Scese ancora lungo il suo petto, arrivando all'inizio dei jeans che indossava.
Lo stava torturando e lui lo sapeva.
Sospirò leggermente, era in uno stato di trans. Non sapeva che fare, così si limitò a guardare i lineamenti del ragazzo e a mordersi il labbro di tanto in tanto.
<<Perciò babyboy, come mi devi chiamare?>>
Fu la sua voce a riportarli alla realtà.
<<D-Daddy>> sussurrò imbarazzato, ma al corvino questa risposta sussurrata non bastava.
La sua mano sfiorò la sua, ormai, erezione e Jimin dovette strozzare un versetto.
Erano pur sempre fuori casa.
<<non ho sentito, come?>> ghignò leggermente. Il rosa roteò gli occhi e lo guardò negli occhi.
<<Daddy>> disse infine con una voce leggermente più acuta del solito.
<<Così ci siamo, spero tu abbia capito la lezione, babyboy>> gli sussurrò un'ultima volta all'orecchio e gli morse il lobo.
Si staccò dal ragazzo e lo prese a braccetto.
<<Allora Jiminie, dove andiamo?>> parlò il corvino trascinandosi il rosa con lui. Quest'ultimo era ancora scioccato, alzò le spalle.
Come poteva una persona essere un daddy vero e proprio per poi, neanche mezzo minuto dopo, tornare il solito ragazzo solare e tenero?
Già, Jimin non lo capiva.
Sapeva solo che continuando così, gli si sarebbe fottuto il cervello.
<<Ohw guarda!>> il più piccolo indicò con il dito un bellissimo tramonto. Il cielo aveva preso delle sfumature arancioni, rosa e gialle.
Era semplicemente bellissimo.
Neanche mezzo minuto dopo sentì lo scatto di una macchina fotografica, probabilmente del telefono.
Si girò subito e vide il maggiore con il telefono tra le mani e un sorriso da ebete sul viso.
Lo guardò con la testa inclinata.
<<Spero tu abbia fatto una foto al tramonto e non a me>> abbozzò un sorriso.
<<Nope, ho fatto la foto a tutti e due>>
Gli stava per saltare addosso per stritolarlo in un abbraccio quando il suo telefono suonò.
Estrasse il telefono dalla tasca dei pantaloni e guardò il mittente della chiamata: Jungkook.
<<CAZZO!>> urlò il più piccolo e il corvino lo guardò con un sopracciglio alzato.
<<Il mio migliore amico mi ucciderà>>
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Like a Serendipity💫|| Vmin
Fanfiction«Sᴇ•ʀᴇɴ•ᴅɪ•ᴘɪ•ᴛʏ (𝚗.) 𝔉𝔦𝔫𝔡𝔦𝔫𝔤 𝔰𝔬𝔪𝔢𝔱𝔥𝔦𝔫𝔤 𝔤𝔬𝔬𝔡 𝔴𝔦𝔱𝔥𝔬𝔲𝔱 𝔩𝔬𝔬𝔨𝔦𝔫𝔤 𝔣𝔬𝔯 𝔦𝔱.ఌ» ♫ ...•* ★¨'*•♫.•'*.¸.•' ♫ ♫ ...•* ¨'*•♫.•'*.¸.•' Eppure quella notte nessuno aveva scritto nulla, si trattava forse di destino? Magari...