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<<Brutta testolina di cazzo, perché non mi hai detto che sei a Daegu?>>
Urlò il più piccolo appena il rosa rispose alla chiamata.

<<Ma ciao Jungkookie, ti amo anche io sisi sto bene tranquillo. Aish deficente non mi aspettavo di andare a Daegu insieme a un dio greco>> roteò gli occhi, nonostante il più piccolo non potesse vederlo.

Il dio greco nominato scoppiò a ridere, alzando un sopracciglio.

<<un dio- cos?>> rise il più piccolo confuso.

<<Te lo spiegherò quando torno a casa, ma non so quando torno perciò per favore non rimanere sveglio okay? Se vuoi puoi chiedere a Jin di dormire con te>> disse dolcemente e il minore sorrise.

<<Va bene hyungie>> lo salutò e attaccò alla chiamata.

Ridacchiò leggermente e guardò il ragazzo, arrossì subito.

<<per te sono un dio greco, eh?>> si avvicinò il più grande al suo viso. Il minore scosse le mani imbarazzato e iniziò a balbettare qualcosa di incomprensibile.

<<yah, calmati sto scherzando>> rise il corvino.

Jimin placò subito i suoi movimenti annuendo. Si scompigliò i capelli ridacchiando leggermente.

<<comunque piccino, vuoi rimanere qui, a casa mia o ti accompagno a casa tua?>> chiese dolcemente il ragazzo accarezzandogli la guancia.

<<uhm... Non voglio andare a casa.. Subito ecco.... Voglio stare con te... >>

Sussurrò il più piccolo timido.

<<oh... Beh se vuoi puoi dormire da me>> sorrise allegro lui e Jimin annuì ricambiando il sorriso.

Rimasero qualche altro minuto a girare per Daegu per poi andare a casa del maggiore.

Non era molto grande, né troppo piccola. Non era come quelle ville enormi con piscina e giardino gigante. Era una semplice casetta a due piani, e si, aveva un giardino pieno di fiori.

Avevano moltissimi colori diversi, forme e dimensioni diverse.

Jimin amava i fiori.

La casa, si vedeva già da fuori, era luminosissima. Aveva due balconi al piano alto e aveva tantissime finestre.

Della serie: i vampiri non ci entreranno mai - rise il più piccolo pensando questa frase.

Il maggiore, anche se confuso per la risata del minore, apri la porta di casa e, una volta entrati, chiuse la porta.

Subito Jimin, per come era fatto, iniziò a osservare.

Da fuori, effettivamente, sembrava molto grande. Ma, come immaginava, era una casa semplice, non una di quelle esageratamente enormi.

Una volta entrato il minore vide alla sua sinistra alcuni mobiletti, sopra erano decorati con dei vasi in vetro e qualche quadro lungo il corridoio.

Camminò lungo il corridoio e si ritrovò in salotto, il maggiore che lo seguiva silenzioso.

Aveva capito in poco tempo come era fatto, perciò lo lasciò fare.

Come fa ad avere una casa che rispecchia i miei gusti? Dio... Lo adoro. Si perse nei suoi pensieri continuando ad osservare con un visino concentrato.

Il salotto era forse più grande delle altre stanze, ancora non le aveva viste... Ma data la sua grandezza immaginava fosse così.

Il divano era in tessuto, nero, come le poltrone.

Davanti al divano si trovava un tavolino rotondo, bianco.

In quel salotto era tutto un alternarsi di nero e bianco. Adorava quel salotto, in fondo alla stanza vi era un pianoforte.

Subito si diresse lì, sfiorò con i polpastrelli i tasti del piano.

Era un piano bianco, non se ne trovavano così spesso. Il classico colore per un pianoforte era nero.

Più volte Jimin aveva desiderato di suonare, era da moltissimo che non lo faceva.

Schiacciò alcuni tasti e sorrise, continuando a vagare con gli occhi mentre le mani si muovevano da sole. Solo ora notava che il salotto era molto molto illuminato, e la grande finestra era coperta da una tenda di seta bianca.

Seta francese pensò, era molto dettagliata e si vedeva che era stata tessuta a mano.

Non si accorse che il maggiore lo stesse abbracciando, fin quando non sentì dei leggeri baci sul collo.

Non erano maliziosi, erano dei semplici baci.

Che il minore adorava tanto.

Like a Serendipity💫|| VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora