40.

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Stava correndo.
Non sapeva dove andare.
Tutto ciò che provava era pura e semplice paura.
Goccioline di sudore scorrevano sulla sua fronte, contorta in una smorfia di dolore.
La ferita al petto sanguinava.
Ma continuò a correre.
Dietro di lui sentiva le sue urla.
Girò a destra.
Strada sbagliata.
Tornò indietro e corse verso la strada alla sua sinistra, bingo.
Trovò la porta nera che stava cercando e vi entrò dolorante.
La scena davanti a lui era raccapricciante.
Il corpo del suo amato era al centro della stanza, in una grande pozza di sangue.
Aveva il corpo completamente lacerato in alcuni punti e in altri punti si potevano vedere le ossa.
Intorno a lui vi erano i corpi dei loro migliori amici, tutti fermi, tutti lacerati e pieni di sangue.
Andò nell'angolo e vomitò.
Si rialzò e corse via.
Aprì una seconda porta, azzurra per l'esattezza.
Si mise all'angolo più buio, rannicchiandosi, si tappò la bocca.
Attese.
Le orecchie ben tese.
Nessun rumore.
Attese ancora.
Ancora silenzio.
Quando..
Sentì un passo.
Vide la porta aprirsi.
Chiuse forte gli occhi.
Li riaprì solo pochi minuti dopo.
Davanti a lui c'era il viso di Yuji, che lo guardava in un modo inquietante.
<<Ora tocca a te>> rise.
Puntò il coltello alla sua gola e...

Proprio in quel momento il rosa si svegliò di soprassalto, urlando e piangendo, chiamando il nome del corvino.

Quest'ultimo corse velocemente dal minore e lo strinse in un forte abbraccio.

Il minore iniziò ad urlare e cercando, disperatamente, di respirare.

Strinse forte la felpa del maggiore che, preoccupato come non mai, cercava in tutti i modi di calmarlo.

<<Amore, hey sono qui, sono qui. Non è successo nulla>> lo cullò.

Era passata una settimana da quella giornata al mare e da allora il minore continuava a fare incubi.

Questo era, all'incirca, il settimo.

<<Tieni, Jimin prendi queste>> fece capolino in stanza il moro con in mano dei calmanti.

Il rosa aveva gli occhi chiusi, continuava a urlare e non riusciva a respirare.

Inutile dire che in meno di cinque minuti erano tutti in camera del rosa, preoccupati per la sua salute.

Alle due e mezza finalmente si calmò, prese la pasticca portata precedentemente dal maknae e, con le coccole del corvino, si addormentò poco dopo.

Taehyung sistemò  il ragazzo nel letto e sorrise tristemente.

I ragazzi andarono tutti in salotto e Taehyung si sedette per terra, sul tappeto, poco lontano dalla poltrona in cui sedeva Jin.

Iniziò a fissare un punto a caso, sbadigliando poco dopo.

<<Tae... Vai a dormire>> aveva accarezzato i suoi capelli il biondo.

<<No Hyung, devo stare attento al mochi. Ho troppa paura per la sua salute, quando eravamo in montagna era tutto più tranquillo. Maledizione... Se solo non avesse visto quella merda>> ringhiò e, senza rendersene conto, strinse le mani a pugno.

<<Tae, hey calmo>> si avvicinò il grigio e gli accarezzò il viso.

<<J-Jin-Hyung...?>>

Quella vocina spezzata attirò l'attenzione dei ragazzi, che subito alzarono lo sguardo verso il moro.

<<P-perché Jiminie... S-sta così? I-io... Io... Voglio che s-sia tutto come... Come prima>>

Calde lacrime scorrevano sul suo viso e il menta lo fece sedere sulle sue gambe per poi calmarlo in poco tempo.

<<Nam... Non so più che fare. Non dormo da... Boh non so quanto, e se dormo, dormo solo cinque minuti. Jimin sta sempre peggio. Non so che fare>> mise le mani tra i capelli e li tirò leggermente.

Il grigio lo strinse in un abbraccio.

<<Che ne dici di portarlo da uno psicologo? Gli farà bene parlare con qualcuno che non sia noi..>> propose.

<<N-non lo so...>> abbassò lo sguardo.

Erano tutti quanti distrutti e nessuno sapeva cosa fare.

Il problema? Jimin si chiudeva a riccio e nessuno capiva cosa gli passasse per la testa e aiutarlo era ancora più difficile.

<<E se... Ho un'idea! Namjoon-Hyung, tu hai fatto lo psicologo per qualche anno giusto?>> il maggiore annuì.

<<Bene, perché non ci parli tu? Ho visto come si comporta con te, diventa spesso piccolo piccolo quindi...>>

<<Si Tae, ci parlerò io okay? Ma ad una condizione>>

<<Quale?>>

<<Che ora ti alzi e vai a dormire>>

E così il corvino riuscì a dormire dopo tanto tempo stringendo il corpicino del minore.

Like a Serendipity💫|| VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora