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"Giorno 1 in neuropsichiatra infantile,
Sono in questa stanza così grande ma allo stesso tempo piccola, mi piace. Qui posso essere me stesso, o almeno questo è quello che mi hanno detto i dottori, di non avere paura di come io mi comporti.
Sono tutti molto gentili, mi vengono sempre a salutare e non sono mai da solo, qui con me ci sono anche Jin e il mio oppa.
Li ringrazio per essere qui con me, davvero, sono felice che in questo momento tanto difficile siano qui con me.
Se devo essere sincero un po' mi manca uscire, un po' mi manca anche casa e, sempre sinceramente, mi manca andare dal Signor Mi.
A proposito, anche lui è venuto a trovarmi qui insieme ai miei amici.
In questo reparto si fanno tante cose, ma alle sei ti trovi nella stanza numero 235 per parlare insieme ai dottori.
Pensavo fosse più traumatico, invece sono tutti molto gentile anche se... Odio troppo gli ospedali ok.
Ora sono in stanza con Jin, non mi va molto di parlare così ho chiesto, questa mattina, di avere un quaderno dove poter scrivere e disegnare.
Il medico Choi Seougyun mi ha accontentato dandomi questo quaderno, ho iniziato subito a disegnare molti dei miei personaggi preferiti del mio anime preferito.
Ho disegnato anche tanti altri disegni, ooff adoro disegnare.
Tae è andato a prendere due caffè e una cioccolata calda per me, è l'unica cosa buona qui dentro perché il cibo fa veramente schifo.
Oggi, infatti, non ho mangiato. Andiamo! Le patate sembravano colla gialla! Bleah.
Non vedo l'ora di uscire da qui, mi manca la mia vita normale però porterò pazienza e farò tutto ciò che mi diranno i medici, perché so che è per il mio bene.
È tornato Tae, ora devo proprio andare... Anche se forse tornerò a scrivere, dato che non parlo da stamattina... Proprio non mi va"


Il corvino entrò nella stanza con in mano i caffè e la cioccolata.

Come aveva fatto a portare tre bicchierini pieni senza rovesciarli non lo sapeva nemmeno lui.

Diede un caffè al maggiore fra i tre che era intento a leggere un libro, e poi porse la cioccolata al minore.

Quest'ultimo ringraziò con un fil di voce e sorseggiò la calda bevanda.

<<Piccolo?>> il corvino lo guardò negli occhi.

Alzò lo sguardo, ma rimase in silenzio.

<<come mai non ti va di parlare?>> provò a chiedere, sapendo che la risposta non sarebbe mai arrivata.

Proprio come immaginava, il minore rimase ancora una volta in silenzio.

<<Facciamo così...>> iniziò e, una volta avuta la piena attenzione del minore, proseguì <<ho trovato una stanza, se mi dici cos'hai ti ci porto... Se no, allora ci andrò da solo. E... Questa stanza ha un pianoforte~>> abbozzò un piccolo sorriso.

<<Non ho nulla, solo mi manca casa e mi manca la mia vita. In più non mi va di parlare... Ora possiamo andare in quella stanza? Voglio suonare..>> parlò piano, come se fosse insicuro.

<<Andiamo piccolo>> accarezzò la sua guancia sorridendo.

Si alzarono dal letto e il minore prese per mano il ragazzo, silenziosamente sgattaiolarono via dalla camera e presero l'ascensore, Taehyung premette il polsante numero zero, ritrovandosi, così, in una stanza che non faceva parte dell'ospedale ma che comunque si poteva raggiungere.

Per loro fortuna era vuota, al centro giaceva un vecchio pianoforte e Jimin subito corse verso di esso iniziando poco dopo a suonare.

Era una melodia lenta, accompagnata dalla sua dolce voce.

Non era una canzone, erano solo parole che uscivano da sole che descrivevano lo stato d'animo del ragazzo.

Il corvino si sedette accanto a lui, ma per terra e lo lasciò suonare e sfogarsi in quella maniera.

Aveva capito come far parlare il minore e ne era fiero.

Ora, però, bisognava capire come non farsi sgozzare dai medici, ma questo era l'ultimo dei suoi problemi.

Ora voleva dare la sua completa attenzione al minore, che sorridendo, continuava a lasciar andare tutte le parole che affollavano la sua testolina.

Like a Serendipity💫|| VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora