Cuore d'argilla (parte uno)

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«Ma di cosa sei fatta, tu?»

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«Ma di cosa sei fatta, tu?»

«Di quello che ami» disse lei. «Più l'acciaio.»

Ernest Hemingway


Edith aveva già più volte preso in considerazione la possibilità che il suo ultimo incontro con Killian non fosse mai realmente accaduto, ma che fosse, in realtà, il frutto della sua mente delirante.

Ora come ora, arrivava davvero a credere a quell'idea.

Perché per quanto si sforzasse, per quanto ci provasse, non riusciva a trovare alcuna traccia dell'uomo che l'aveva rimproverata in quel modo rude e schietto, poco tempo prima, nel ragazzo che ora piangeva come una cascata, sdraiato per terra, mentre sbatteva ripetutamente le mani sul pavimento gridando continui: «Perché, Pandino, perché?»

Non sapeva nemmeno che dire.

E a giudicare il viso di Timothy, neppure lui era in grado di rispondere.

Anzi, Timothy forse stentava persino a sentire la voce starnazzante del suo migliore amico. Aveva lo sguardo completamente perso nel vuoto, le pupille fisse di fronte a sé, inghiottite da uno smarrimento a lei ignoto.

Era per via della scenata di Killian, se si era imbambolato in quel modo? Eppure, da che avevo visto, era sempre stato piuttosto bravo a gestire i teatrini che il suo coinquilino costruiva. In quel momento, invece, Pandino non sembrava nemmeno essere lì.

Era semplicemente immobile, seduto sul divano al fianco di Edith, le mani intrecciate e l'aria di chi non aveva alcun pensiero che gli trafficasse nel cervello.

«Perché, Pandino, perché? Dopo tutto quello che ho fatto per sposarti! Dopo tutti i miei anni di corteggiamento!»

Edith aggrottò la fronte, quando il marito tradito fece ripartire la voce profonda di Adele, mettendosi a cantare, in lacrime, "nevermind, I'll find, someone like you".

«Timothy?»

Per quanto assurda e comica quella scenetta potesse sembrare, non era affatto in vena di assistere a quell'assurdo piagnisteo. Voltò il capo verso il ragazzo, ma non ottenne alcuna risposta.

Timothy, semplicemente, non c'era.

«Timothy?»

Un altro minuto di silenzio, rotto soltanto da Killian che iniziava a scrivere le sue carte di divorzio sopra un pezzo di cartigienica.

«Timothy?»

Timothy rimase immobile.

Era morto?

Non riusciva davvero a comprendere il perché di quella reazione. Si vergognava così tanto all'idea di esser stato beccato dal suo amico? O era per via di quello di cui avevano parlato, se ora stava così? Solitamente quel ragazzo era un libro aperto, Edith non aveva mai faticato a capire cosa stesse provando, eppure adesso le sembrava di star fissando un menhir.

La pioggia prega in autunnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora