«Sicura di aver preso tutto?»
«Sì, Amelia.»
«Lo spazzolino?»
«In valigia.»
«Il dentifricio, le pantofole, i calzini per la notte?»
«Tutto dentro la valigia, Amelia.»
«Gli assorbenti? Non hai dimenticato gli assorbenti, vero? Be', penso che in quella clinica li avranno, in caso. Voglio dire, hanno un sacco di medicine, sicuramente avranno anche un po' di-»
«Amelia» la interruppe Edith. «Ho preso tutto, tranquilla.»
Amelia sospirò, davanti a lei. Era da mezz'ora che la stava assorbendo con tutte le sue domande, sul marciapiede di fronte casa, costringendo il taxista ad aspettarli.
Era la prima volta dopo molti anni che Edith la vedeva così raggiante, con stelle al posto degli occhi; il volto sembrava esser ringiovanito di anni, e quando le afferrò il volto, per accarezzarglielo, Edith notò che le sue mani stavano tremando.
«Andrà tutto bene, bambina» le disse sottovoce, fronte contro fronte, cuore da nonna fino alla fine, «datti quest'opportunità di star bene, piccola mia, ne hai bisogno.»
Edith ingoiò un grumo di saliva rimasto incollato alla gola, e silenziosamente annuì. Amelia sorrise, quel suo sorriso da nonna amorevole che raramente le aveva riservato da ragazzina, ma che, nelle rare occasioni in cui glielo aveva concesso, l'aveva fatta sentire la nipote più fortunata del mondo.
E la donna arrivò a domandarsi... da quanto tempo... quanto tempo era passato dall'ultima volta che si era concessa di essere la destinataria di un simile affetto. Quante maledizioni che aveva costruito nel suo castello di orrori, pur di non vederlo e non sentirselo addosso. Convinta com'era che riceverlo avrebbe soltanto deteriorato lo sguardo di colei che glielo aveva concesso, si era dimenticata della bellezza e della meraviglia di un singolo tocco, la delicatezza di dita materne sul suo viso, il profumo inebriante del suo shampoo.
Amelia le baciò la fronte come solo una madre può fare: con tutto il calore che si imprimette sulla pelle e nelle ossa, e che lì rimase, anche una volta che le labbra si furono allontanate. Rimase, tragicamente rimase, sciogliendosi come liquido in tutto il corpo.
«Buon viaggio, bambina» le disse. «Abbi cura di te.»
«Anche tu, nonna.»
Amelia si allontanò di un paio di passi, prima di sfilare fuori dalla tasca del suo vestito azzurro un fazzoletto e tamponarsi le lacrime. Ed Edith, in quel momento, si ritrovò a immaginare che forse era quella la felicità che aveva sempre cercato. Forse era sempre stata lì, nei semplici occhi di sua nonna, ma lei, così disperata per trovarla, non si era mai accorta di averla già avuta, serbata nelle tasche dello sguardo di chi più amava.
«Stavolta, quando tornerai, informami.»
Voltò il capo, e irrimediabilmente sorrise di fronte all'espressione burbera con cui Lily la salutò. «Non posso prometterlo» confessò infine, «soprattutto se come risultato otterrò un'altra ceretta-inferno da parte tua.»
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La pioggia prega in autunno
ChickLitQuando piove il mondo si spegne, i colori si sfaldano, i contorni scompaiono. Quando piove c'è solo dolore, morte, rancore, ed Edith lo sa bene. Quel pianto del cielo le ha portato via tutto, ogni cosa: amori, amicizie, speranze e lui, colui che non...