Timothy,
Ci sono ancora alcune cose che non ti ho detto, ma sapevo che se te ne avessi parlato a viso aperto, il mio egoismo avrebbe prevalso di nuovo, impedendomi di lasciarti e andarmene via. Mi sarebbe bastato guardarti negli occhi mentre te le rivelavo per disfare le valigie e restare con te, anche a costo di rovinarti per sempre.
Stavolta, solo stavolta, non potevo permettere alla mia vigliaccheria di vincere ancora. Non è nella mia natura essere una brava persona, ma se proprio devo esserlo, allora voglio esserlo per te. Ed ecco il perché di questa stupida lettera, nei film funziona sempre, non vedo perché non possa funzionare anche qui.
Timothy, io ho tanti difetti, come sai, ma il più grande e stupido fra tutti è sempre stato l'invidia. È da tutta la vita che invidio il mondo intero, le persone che mi circondano, i sorrisi che incontro. Puoi chiedere anche a Lily, se vuoi, ma anche da ragazzina ero così. La reputazione che avevo al liceo era tutto merito del mio comportamento: detestavo gli altri, li invidiavo con tutta me stessa. Avevano le loro vite, riuscivano a sentirsi completi, possedevano una famiglia, mentre io ero stata abbandonata dal mio stesso padre, vivevo con i miei nonni e non trovavo alcuna soddisfazione in nulla. Non c'era mai niente che potesse accontentarmi, era come vivere con un buco nero al posto del cuore: per quanto provassi, per quanto sentissi, tutto veniva inghiottito da un oblio sconosciuto.
Li ho odiati per questo, li ho odiati tantissimo, e mi sono odiata altrettanto.
Per quanto desideri affermare il contrario, tu non sei stato un'eccezione. Il vero motivo per cui ti ho chiesto di venire a lavorare per me era proprio per via della mia invidia nei tuoi confronti. Ti ho invidiato, Timothy, ti ho invidiato così tanto che avrei quasi voluto detestarti. Eri giovane, eri gentile, sapevi sorridere, potevi amare, eri l'impersonificazione di tutto ciò che io non ero mai riuscita ad essere.
Ero certa che ti avrei odiato tantissimo, ed è stata solo per questa mia certezza se ti ho ingaggiato come domestico. Ti invidiavo in un modo così viscerale e profondo da non ritenere concepibile la possibilità di affezionarmi a te: è sempre stato così con gli altri, e mi ero detta che sarebbe stato così anche con te.
Vorrei dirti che mi vergogno di tutto ciò, che me ne pento amaramente, ma non è così, e sai quanto io non sopporti le bugie. Sono ironicamente grata alla mia invidia, stavolta, perché se non fosse stata per essa, non ti avrei mai conosciuto, e avrei ignorato l'offerta del riparo del tuo ombrello, andandomene via, del tutto inconsapevole della magia a cui avevo appena rinunciato.
Il mio risentimento nei tuoi confronti, all'epoca, era stato ingigantito anche da un altro fattore di cui non sei a conoscenza. Non te l'ho mai detto, ma la stagione che odio più di tutte è l'autunno. Tutto ciò che amavo mi è stato sottratto in autunno dalla pioggia, anche la felicità che avrei potuto creare un giorno, e che invece non mi è mai stata concessa.
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La pioggia prega in autunno
ChickLitQuando piove il mondo si spegne, i colori si sfaldano, i contorni scompaiono. Quando piove c'è solo dolore, morte, rancore, ed Edith lo sa bene. Quel pianto del cielo le ha portato via tutto, ogni cosa: amori, amicizie, speranze e lui, colui che non...