Capitolo 60

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Billie's POV
La band andava a gonfie vele (avevamo inciso già un disco, cazzo!), ma a che serviva se la mia relazione con Marta stava pian piano andando a rotoli? Litigavamo tante volte nell'ultimo periodo, ma non volevo perderla: la amavo troppo.

Stavo per salire sul palco, agitatissimo di rivedere una Marta depressa e magrissima. Non riuscivo più a vederla così. Le volte in cui siamo usciti in quei mesi fumava una sigaretta dopo l'altra e tante volte finiva ubriaca fradicia.

《Ehi, Billie, calmati!》disse Mike fermandomi dalla mia camminata esagitata in cerchio.

《Cazzo, la mia fidanzata si sta uccidendo lentamente e io dovrei stare calmo?》chiesi.

《Vuoi che la porti qui?》chiese Billie.

《Va bene, Mike, ma rischio di lasciarla, 'sta volta》dissi rassegnato. Ormai Marta era uno zombie, non una persona. La amavo, vero, ma si stava autodistruggendo.

Marta's POV
Vidi Mike arrivare verso me e Greta. Greta lo salutò calorosamente, mentre io feci un cenno con la testa verso di lui. Ci disse di seguirlo nei camerini. Era tornato anche lui al suo colre di capelli naturale. Io e Greta lo seguimmo e mi lasciarono da sola con Billie. Voleva parlarmi.

《Ciao, Marta》mi sorrise lui.

《Ciao, Billie. Devi parlarmi?》chiesi subito.

《Sì. Ehm, vedi... Il fatto è che...》

《Billie, vai dritto al punto, per favore》dissi io. Non avevo voglia di litigare.

Sospirò, poi disse:《Ok, è difficile dirlo... Forse è meglio se chiudiamo qui la nostra storia》Quella frase mi arrivò come una coltellata nello stomaco.

《Perchè?》dissi con le lacrime agli occhi.

《Non voglio più stare con una ragazza semi-morta. Poi lo vedi anche tu che il nostro rapporto si sta incrinando sempre di più: litighiamo per ogni minima cosa, e lo sai bene》disse lui. Sembrava che volesse dare tutte le colpe a me, e in effetti aveva ragione.

《Davvero la pensi così?》chiesi, speranzosa che stesse scherzando.

《Sì, ma ricordati che ti amo e che lo faccio per il tuo bene: ti stai uccidendo, Marta》disse lui.

《Bene. Bene...》dissi piangendo ormai, poi corsi via da quel posto e da quel ragazzo. Sentii che qualcuno mi veniva dietro, ma non mi voltai.

Salii sulla macchina (in tutta la mia depressione ero riuscita a prendere la patente), misi in moto e corsi a casa, con le lacrime che mi bagnavano incessantemente il viso. Avevo preso una decisione: sarei partita, andata in un altro Stato e non sarei più tornata in quel posto che era diventato casa mia nel tempo.

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