Marco

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Al ristorante per la cena scorgo Michela seduta al tavolo con tutta la sua famiglia. Mi avvicino per presentarmi e vengo accolta da Marika che mi salta al collo riconoscendomi. La prendo in braccio e le do un bacio sulla guancia.
- Michela non ci presenti la tua amica? - chiede il padre. Michela mi presenta a ogni componente della famiglia, così scopro che il padre si chiama Antonio e la madre Franca. Il fratello abbozza un saluto e un mezzo sorriso. È un ragazzo decisamente carino. Ha i capelli neri e gli occhi verdi come quelli della madre. Indossa una maglietta nera che mette in risalto il suo bel fisico. Anche lui dev'essere un patito di qualche sport, o forse semplicemente di palestra. Dovrò chiedere a Fra se lo ha visto nella palestra della nave.
Dopo essermi messa d'accordo con Michi per l'indomani, saluto nuovamente tutti e torno al mio tavolo. Simone e Sergio dopo cena decidono di andare a teatro mentra Fra ha conosciuto dei ragazzi in palestra e deve vedersi con loro. Io declino ogni invito, voglio riposare, sono particolarmente stanca.

*****Roberto******
Terry è a letto e dorme già da un pezzo. Io vorrei uscire, cavolo ho 27 anni non posso passare il mio tempo facendo il babysitter. Mi dirigo in discoteca, e al bancone del bar ordino una birra scura. Poi mi accorgo di un ragazzo che ho già visto, provo a fare mente locale e ricordo: era al tavolo di Michela, l'amica di Terry. Sicuramente è il fratello. Il suo bicchiere è vuoto e il suo sguardo assente. Decido di avvicinarmi e salutarlo:
- Posso offrirti un altro giro?
- Un giro non si rifiuta mai. Ci conosciamo?
- Le nostre sorelle si conoscono. Piacere Roberto.
- Marco. Come te la passi?
- Dai bene. Per ora è una bella vacanza.
- Dici? I miei mi ci hanno trascinato, ma non ci sono ragazze libere... Se l'avessi saputo non sarei venuto.
- Noi invece abbiamo avuto un colpo di fortuna. Mia sorella ha comprato un cioccolatino vincente ed eccoci qua.
Il barman porta due birre e brindiamo a questa vacanza e alle nuove conoscenze. Ad un tratto Marco tira fuori una bustina di tabacco e comincia a preparasi una sigaretta. Ma riconosco subito che quello non è semplice trinciato ma erba. Sento la rabbia montarmi su per lo stomaco, ma aspetto a fare o dire qualsiasi cosa.
- Ho bisogno di fumare. Vieni fuori con me a fare due tiri?
- No grazie, ho smesso da un pezzo.
- Uhu!! - esclama sfottendo - Non sappiamo più divertirci!!
- Credimi so divertirmi, molto più di quanto tu creda, e sicuramente anche molto più di quanto tu possa fare usando schifezze simili. Comunque questa conversazione ha preso una piega sbagliata. Non ti rappresento nulla quindi perché perdere tempo. Un'ultima cosa: è triste che ti riduca in questo stato per una canna. Ti stai perdendo un sacco di cose ma soprattutto stai facendo preoccupare chi ti vuole veramente bene. Ti saluto, ci si vede in giro.
Mi volto ed esco dalla discoteca. Ho il sangue che mi ribolle nelle vene, è assurdo che la droga sia a volte più forte dei legami familiari, dell'affetto per le persone che ci amano. Penso a Terry e a quanto le voglio bene, a quello che sarei disposto a fare per lei. Non capisco come Marco possa ignorare il fatto che la sorellina soffre per lui. Spero solo che le mie parole possano mettergli la pulce nell'orecchio e spingerlo a riflettere.

*****Marco*****
Ma chi si crede di essere? Non ci conosciamo neppure e mi fa la paternale. Però non riesco ad essere veramente arrabbiato. Michela si dev'essere sfogata con la sorella se no non mi spiego questo interesse da parte di Roberto.
Non so se la cosa mi irrita o mi fa piacere. È la prima volta che qualcuno mi fa un discorso così franco. Nemmeno mamma o papà ci sono mai riusciti. Faccio un primo tiro ma il profumo non mi attira più così tanto. Faccio un altro tiro nella speranza che il gusto migliori, ma no. E che cavolo, non è proprio serata. Butto la canna in mare, vedo la brace illuminare la scia fino a quando tocca l'acqua e si spegne. Ho in mente Michela, perché avrà parlato di me alla sua nuova amica? La conosce appena e già si sente libera di farle certe confidenze così personali. "Stai facendo preoccupare chi ti vuole bene veramente" le parole di quel Roberto mi rimbalzano alla mente come un'insegna al neon. Sento il bisogno di parlare con Michi. Starà dormendo ma non importa. Osservo ancora un po' il mare scuro, appena illuminato dalle luci della nave. Poi mi avvio in cabina. Una volta dentro mi siedo sul letto di mia sorella e accendo l'abat-jour. La osservo, per la prima volta forse con occhi diversi. Possibile che lei a quattordici anni si preoccupi per me e io a 26 non lo faccio? "Stai facendo preoccupare chi ti vuole bene veramente", di nuovo quelle parole. Dorme di fianco, rannicchiata in posizione fetale, come se dovesse proteggersi da qualcosa. Il suo respiro è regolare. Che mi succede? Quand'è l'ultima volta che le ho detto che le voglio bene? Oddio possibile che da quando ho cominciato a frequentare quel giro e ho iniziato a fumare mi sia così allontanato da lei? La accarezzo piano, sussurrando il suo nome. Dopo poco Michela scatta a sedere spaventata:
- Che succede?!
- Tranquilla piccola, tutto bene, volevo parlarti.
- Hai  fumato di nuovo? - il suo tono è un misto di delusione e rimprovero.
- Si e no! Ho fatto solo due tiri e poi l'ho spenta. Volevo solo dirti che mi dispiace averti fatto preoccupare. Di certo non è quello che farebbe un buon fratello maggiore. Roberto mi ha detto che sei preoccupata per me e mi dispiace.
- Roberto? Il fratello di Terry? - chiede allarmata, poi dopo un attimo a pensare dice:
- Non avrei dovuto parlare con Terry dei nostri problemi. La conosco appena... Scusa, non essere arrabbiato con me
- Non lo sono affatto. Volevo sapere solo se è vero che sei così preoccupata per me. - mi guarda con due occhi prossimi al pianto, e ora cosa faccio? Cosa dico?

*****Michela******
Sono infuriata, infuriata e meravigliata. Che rispondo? Se parlo comincio a piangere e non voglio che mi veda Marco. Così senza dare il tempo a mio fratello di reagire mi precipito fuori dalla cabina, non mi importa di essere in piagiama, corro per le scale al ponte Tulipano, raggiungo la cabina di Terry e busso con tutta la foga possibile, ignorando l'ora tarda. Terry e Sergio mi aprono spaventati e io comincio a urlare contro quella che consideravo un'amica:
- Come hai potuto Terry!! Mi ero fidata di te. E invece tu sei subito andata a spifferare tutto a tuo fratello e lui è venuto a chiedermi spiegazioni. Sei una stupida, erano cose personali! - vedo Terry con le lacrime agli occhi che prova a giustificarsi ma non le do il tempo di dire nulla:
- Non voglio stare a sentirti. Non farti più vedere! - e corro via. Salgo al ponte Dalia, mi siedo su una panchina e continuo a piangere. Poco dopo mi sento avvolta da due forti braccia. Mi scosto spaventata e riconosco Roby. Mi asciuga una lacrima e dice:
- Smetti di piangere. Mi dispiace che te la sei presa con Terry, credimi lei lo ha fatto solo perché ci tiene a te e a Marco e vorrebbe aiutavi, come lo vorrei io.
- Non aveva il diritto di parlare ad altri di una mia confidenza. Gli amici veri sanno mantenere i segreti.
- Ti sbagli piccola. - mi dice Roby con un tono misto tra l'affettuoso e il rimprovero - I veri amici sanno quando è il momento di tacere e quando quello di parlare. E Terry ha scelto bene. Ora che so la situazione posso provare ad aiutare tuo fratello, ed è meglio avere una possibilità e giocarsela che stare in silenzio a vedere chi ami rovinarsi la vita. - non so più cosa rispondere. Roby non ha tutti i torti, mi dispiace aver parlato così a Terry. Ad un tratto un ragazzo si avvicina a noi, è Marco. Marco?? Che ci fa qui?
- Sei scappata così! - dice con un'aria preoccupata - non sapevo se correrti dietro o lasciarti i tuoi spazi. Ma quando non ti ho visto rientrare mi sono preoccupato e sono venuto a cercarti. - poi rivolto a Roberto - Grazie per non averla lasciata sola.
- Figurati. Ora torno in cabina. Spero di vedervi domani. - mi saluta con una carezza sulla guancia e sparisce dietro la porta.
- Come stai? - mi chiede Marco. Io faccio spallucce e dico solo:
- Mi sta venendo sonno.
- Andiamo in cabina. - mi dice Marco, mettendomi un braccio attorno alle spalle e guidandomi gentilmente verso la cabina. È una sensazione strana ma terribilmente piacevole. Speriamo che Roberto riesca ad aiutare davvero mio fratello.

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