Sonia

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*****Roberto*****
La mattina dopo accompagno personalmente i ragazzi a scuola. Oggi mi sono preso una giornata di permesso dal lavoro. Al suono della campanella saluto i gemelli e li seguo con lo sguardo mentre entrano in aula. Mentalmente prego che quella streghetta non combini altri guai. Poi chiedo al bidello se posso salire dal preside.
- No Roby, non è ancora arrivato. Puoi accomodarti in sala professori, ti chiamo quando arriva.
Annuisco e lo seguo. È il bidello storico di quando andavo alle medie io, quanto tempo è passato. Anche la scuola non è cambiata molto, a parte qualche lavoro di artistica dei ragazzi e l'aula di informatica che ai miei tempi non c'era. Come mi sento vecchio!! In sala professori vedo una professoressa giovane, sulla trentina, che sta compilando un registro. Saluto e lei solleva lo sguardo. Poi si alza in piedi e mi viene incontro con la mano tesa:
- Piacere Luisa Casta.
- Piacere Roberto Altea.
- Ah lei deve essere il fratello maggiore di Caterina e di Sergio. Io sono la professoressa di francese.
- Mi voglio scusare personalmente per il comportamento di mia sorella.
- Ha già depositato la firma in segreteria?
- Non ancora. Il preside non è ancora arrivato.
All'improvviso entra il preside e mi saluta calorosamente:
- Ciao Roberto Altea! Come stai? È un piacere vederti. Buongiorno professoressa Casta. Vi siete già presentati?
- Si certo.
- Bene allora glielo rubo. Vieni Roberto, saliamo nel mio ufficio.
Saluto la professoressa e seguo il preside. Mi invita ad accomodarmi  sulla sedia e mi chiede come va.
- Abbastanza bene. Mi dispiace per Terry, il suo comportamento è stato riprovevole.
- Lascia stare tua sorella, è una brava ragazza, allegra e vispa! Ha solo espresso il suo parere, forse con un pizzico di veemenza di troppo, ma niente di grave. - poi mi porge un registro e mi dice: - Apponi qui la tua firma, così avremo un riscontro per le altre comunicazioni.
Firmo, ci facciamo altre due chiacchiere e poi torno a casa. Vorrei organizzare una cena per fare conoscere Sonia ai ragazzi. In fondo a Simone è andata bene. E poi anche lei è curiosa di conoscere la mia famiglia.
Anche Simone è a casa oggi così ne approfitto per chiedergli consigli.
- Com'è andata col preside? - chiede Simo.
- Come vuoi che sia andata! Ha preso le difese di Terry!
- Tipico di prof Spada. - prima di diventare preside è stato professore mio e di Simone. Anche allora era una persona molto comprensiva con gli studenti.
- Ti volevo chiedere un consiglio. Vorrei invitare Sonia a casa, per farvela conoscere. Pensi sia una buona idea?
- Mi vuoi ingaggiare come cuoco? - scherza Simone
- Ma certo che è una buona idea. Quando pensavi di organizzare?
- Mercoledì sera a te andrebbe bene?
- Si non ci sono problemi.
- Dillo anche a Giuly mi raccomando. Ormai è parte della famiglia.
- Glielo dirò, grazie. Ma, toglimi una curiosità, come vi siete conosciuti?
Gli racconto di quella sera, in un locale con Marco, che vidi questo splendore seduta al bar.
- Mi sono avvicinato a lei e le ho chiesto se potevo offrirle da bere. Ha risposto di sì ma mi ha guardato stupita, come se mi conoscesse già.
- E vi conoscevate?
- Io no, figurati una bellezza di quel genere non te la scordi facilmente! Invece lei mi ha detto che mi aveva visto sempre in quel locale ma a quanto pare ero impegnato. Dice che c'era una tipa che anche se non ballava con me non mi staccava gli occhi di dosso, e che sono andato anche via in sua compagnia. Non ha saputo descrivermi questa ragazza misteriosa perché il locale aveva le luci soffuse. Sono felice di aver avuto un'altra occasione.
- Si vede che era destinata a te e a nessun altro!
- Allora la chiamo per mercoledì?
- Si è perfetto. Alla cena ci penso io! Più che altro dovremo dirlo ai ragazzi. Vuoi che lo faccia io?
- Grazie, saresti gentile. Io mando un messaggio a Fra, dovrà rientrare mercoledì.
Ringrazio Simone e mi apparto in camera mia per fare una telefonata a Sonia. So che è al lavoro ma non le ruberò molto tempo:
- Pasticceria "La Tentazione" come posso esserle utile?
- Ciao bimba!
- Roby!! Che ci fai al telefono? Dovevi essere qui con me al lavoro, sto impazzendo!
- Ho chiesto un giorno di permesso al capo. Dovevo andare a scuola per i gemelli.
- Mi manchi! Ma se mio padre mi becca al telefono con te mi licenzia!
- Volevo solo sentire la tua voce e chiederti se mercoledì a cena sei libera. Sei ufficialmente invitata a casa Altea.
- Volentieri. Non vedo l'ora di conoscere tutti i tuoi fratelli!
- Ora ti lascio lavorare in pace. Ci vediamo domani mattina. Ti amo.
- Anche io. Ciao.
Resto sul letto a fissare il soffitto e a pensare alla mia Sonia. Ha 23 anni. È una ragazza solare e piena di vita. Ha frequentato il liceo linguistico ma non ha voluto proseguire all'università, un po' come me. È sempre stata molto indipendente e ha fatto mille lavoretti fino a che il padre le ha proposto di lavorare nella pasticceria di famiglia. Ma lei non voleva essere agevolata dalla parentela. Ha accettato solo dopo che il padre le ha assicurato che sarebbe stata trattata come una dipendente qualsiasi. Siamo subito andati d'accordo, sia al lavoro che fuori, nelle uscite del fine settimana. Fino a che un giorno, mentre stavamo uscendo dal locale, tra scherzi e risate, non ce l'ho fatta più e l'ho baciata. Lei non ha opposto resistenza, anzi ha risposto al bacio intrecciando le sue mani tra i miei capelli. Da quel giorno stiamo insieme. Mi sembra di sentirmi completo con lei. E quando non c'è mi manca.

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