Scontro con la realtá

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Arrivati in cabina dico a Simone che me ne vado a letto. Sono troppo stanca, e poi devo escogitare un modo per tenermi lontana dai guai, o meglio per tenere le mani di Roby lontano dal mio fondoschiena... So che sto rischiando di brutto sto giro.
- Vai pure. Se quando arriva Roby sono ancora sveglio comincio a prepararlo. Se lo venisse a sapere così non ho idea di che reazione possa avere.
Annuisco sconfitta e mi metto a letto a pensare a come gestire la situazione. Le parole di Simone mi rimbombano nella testa, chissà perché ora che mamma e papà non ci sono mi metto sempre nei guai... Sembra che la loro assenza abbia tolto il freno alla mia fantasia distruttiva. Eppure sono perfettamente consapevole che il risultato degli scontri con Roby è sempre a mio sfavore. Ma come faccio a stare lontano dai guai. Guarda ora, con quel ragazzo che gira sotto forma di angelo del paradiso!! È così carino, così... Bello... Così disponibile! No che dico, disponibile proprio non direi... Devo trovare il modo di sbarazzarmi di lei senza cacciarmi nei guai! Questa sarà la mia missione per domani. Ohhh sempre che Roby non decida di farmi fuori per questo dito!! Niente ha ragione Simo, devo darmi una calmata.
Pensato questo, cerco di svuotare la mente e di dormire. Domani sarà una giornata impegnativa.

*****Roberto*****
Torno in cabina a mezzanotte passata e trovo Fra che se la dorme beato mentre Simone è seduto sul tavolino, con la luce bassa e che fissa un punto nel muro. Mi preoccupo subito e per non svegliare Fra mi avvicino, gli tocco una spalla e lo chiamo. Si riscuote di botto:
- Che succede? - chiede come se avesse visto un fantasma.
- Scusa Simo, non volevo spaventarti. Va tutto bene?
- Ah sei tu Roby. Non avevo sentito la porta. Magari andasse tutto bene, a quest'ora sarei a letto.
- Si è sentito male Sergio?
- No, Sergio è una Pasqua, calmo e tranquillo. Si tratta nuovamente di Terry!
Alzo gli occhi al cielo in una muta preghiera e mi passo una mano sul viso. Ascolto Simone mentre mi racconta dell'ultima bravata di Terry, costatale stavolta una stecca al dito medio.
- Mio Dio! E ora come facciamo? - esclamo preoccupato - Mamma e papà si fidano di noi e gliela riportiamo con un dito steccato. A mamma prenderà un colpo e noi passeremo per fratelli incoscienti e irresponsabili.
Simone mi guarda e cerca di tranquillizzarmi:
- Roby mamma è perfettamente cosciente di chi ci ha affidato. È Terry, un terremoto, una combinaguai. Sarebbe potuto accadere anche se fossero stati presenti mamma e papà. Quindi di questo non devi preoccuparti. Io ho provato a parlare a Terry, a spiegarle che sarebbe il caso di darsi una calmata. Era molto spaventata all'idea di doverti raccontare del dito. Mi ha persino chiesto se le coprivo le spalle. - ridiamo entrambi alle idee di quella piccola peste.
- Domani mi farò raccontare cosa è successo poi la costringeró a chiamare mamma. Voglio che sia lei a spiegarle cosa ha combinato stavolta.
Simone annuisce divertito. Dopo aver parlato con me sembra più tranquillo.

*****Terry*****
La luce che filtra tra le tende della cabina mi avvisa che è giorno fatto. Oggi siamo a Palma di Maiorca. E la nave sosterà nell'isola fino a mezzanotte. Non sono riuscita a dormire bene tra la stecca scomoda e il dito ancora dolorante. Lo guardo come fosse un alieno, un alieno rovina crociera. Sento bussare alla porta che comunica le due cabine e istintivamente nascondo la mano sotto il lenzuolo. È Roby che mi chiede di raggiungerli nella loro cabina per la colazione. Annuisco, gli dico che passo in bagno e li raggiungo. Come chiude la porta mi agito alla ricerca di una soluzione veloce per nascondere il mio dito robotizzato. Non voglio davvero che mi veda così. E poi ci sono buone probabilità che Simo non gli abbia detto ancora nulla. Vado in bagno a prendere le forbicine da manicure dal cassetto e piano piano taglio la garza adesiva che tiene intrappolato il mio povero dito in questa prigione metallica. Nascondo la stecca sotto il cuscino, ignoro le pulsazioni sul dito e mi dirigo in camera dei maggiori. Mi siedo sul tavolino, cercando di essere il più naturale possibile ma la voce di Simone?? Si sì è la sua voce, mi fa trasalire:
- Che fine ha fatto la stecca di sostegno? - giuro non l'ho mai sentito usare questo tono, non è da lui, da Roby forse, anzi sicuramente, ma non da Simone.
- Gli affari tuoi mai, eh? - chiedo alzandomi veloce dal tavolo e cercando di rifugiarmi in camera mia. Ma Simone, dai suoi 185 cm di altezza, è svelto a bloccare ogni mio tentativo di fuga. Aiuto e la prima volta che mi fa veramente paura. Con una forza che non credevo avesse (dove cavolo gli nasconde questi muscoli!!) mi afferra il braccio buono e mi costringe a sedere.
- Dov'è la stecca?!! - chiede con voce di due toni più alti. Con la coda degli occhi noto Roberto appoggiato alla parete che osserva la scena, direi quasi divertito.

TerryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora