Un'utile bravata

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Sto piangendo sul letto e Sergio tenta in tutti i modi di consolarmi. Ma ci sono rimasta troppo male per le parole che ha usato Michela. Ad un tratto sento la porta aprirsi e sento la voce di Roby.
- Sergio mi lasceresti da solo un attimo con tua sorella per favore.
Non sento risposta ma solo la porta che divide le nostre due cabine chiudersi. Sento Roby sedersi al mio fianco e la sua mano accarezzarmi la testa. In lacrime singhiozzo:
- Hai visto come mi ha trattata? Mi ha detto così tante cose cattive... E io... Io che mi sono preoccupata per lei!
- Capisco che la reazione di Michi ti abbia ferita, ma è comprensibile. Sta affrontando un periodo di stress e tensioni e se l'è presa con te perché è più semplice. Penso di essere sulla buona strada per aiutare Marco e se ci riuscirò Michela te ne sarà per sempre grata e la vostra amicizia ne uscirà rafforzata.
Mi siedo sul letto e col dorso della mano mi asciugo gli occhi, guardo mio fratello e dichiaro:
- Non voglio più essere amica di nessuno, ci sono troppe responsabilità e troppe decisioni difficili da prendere.
- Piccola gli amici sono indispensabili. Siamo fatti con un bisogno innato di compagnia. Ora sei solo arrabbiata, vedrai che quando ti passerà avrai nuovamente desiderio di stare in compagnia di Michela. Ora rimettiti a dormire. - mi da un bacio, mi fa una carezza e si sdraia nel letto di Sergio. Sapere che per stanotte dormirà con me per non lasciarmi sola mi rassicura e mi addormento più tranquilla.
Il mattino dopo, vengo svegliata dal profumo di un croissant appena sfornato. Infatti sul tavolo della cabina c'è un vassoio con la colazione. Vedo Sergio seduto sul letto con gli auricolari che sicuramente ascolta musica. Attiro la sua attenzione e mi dice, una volta tolta una cuffietta:
- Buongiorno Terry. Dormito bene?
- Alla fine si. Chi l'ha portata? - chiedo indicando la colazione.
- Roberto ha pensato che ti avrebbe fatto piacere. Ha detto che spera sia una buona giornata!
- Se comincia così non può che essere una buona giornata. Lui dov'è? O meglio dove sono tutti?
- Oggi siamo a Savona e Simo e Fra hanno deciso di scendere a visitare la città. Roby in piscina come sempre! Tu che intenzioni hai?
- Stavo pensando di andare a chiarire con Michela. Non voglio che sia arrabbiata con me.
- Ottima idea. Io ti aspetto in cabina. È una cosa che riguarda voi due.
Annuisco, il mio gemello è unico, è il mio migliore amico, mi capisce sempre e ha quella razionalità che a me manca.
Dopo la colazione mi lavo i denti, mi vesto veloce e mi incammino verso la cabina di Michela. Ma quando sono quasi vicino noto Marco che esce e va nella direzione opposta alla mia. Decido di seguirlo, vorrei parlare anche con lui ma ne sono un po' intimorita. Così lo tallono a debita distanza. Sale fino al ponte Fiordaliso, all'esterno e si dirige a prua. Mentre cammina si infila le mani nella tasca dei pantaloni e senza accorgersene fa cadere qualcosa. Quando è a debita distanza vado a raccogliere l'oggetto con l'intenzione di fermarlo e restituirlo. Ma quando lo prendo in mano capisco che forse avrei dovuto lasciar perdere. È una canna, pronta da accendere. Mi prende il panico, dovrei buttarla ma un'idea si fa strada nella mia testolina malata. La chiudo nel mio pugno, abbastanza da nasconderla ma non troppo da schiacciarla. Torno indietro e mi precipito in cabina da Sergio. È sempre sul letto ad ascoltare musica ma appena mi vede si mette a sedere e chiede:
- Cos'è successo? Hai il fiatone, hai parlato con Michela?
- No, ho visto Marco e l'ho seguito, volevo parlarci ma dalla sua tasca è caduta questa! - e mostro la canna al mio gemello che mi guarda come se fossi un mostro a 3 teste:
- Che ti è saltato in testa Terry!! Buttala subito!! Non avresti dovuto raccoglierla, figurati portarla in camera!
- Sergio non è una bomba a orologeria, non rischia di esplodere da un momento all'altro. Perché ti allarmi tanto?
- Perché mi allarmo? - la sua voce e di due toni più alta, difficilmente perde il controllo. - Se Roby ti scopre sei morta. Buttala al bagno!
- Ho un'idea migliore. Un esperimento. La accendiamo, giusto per sentire il suo odore. Magari provo a fare un tiro. Forse riesco a capire meglio Marco, perché gli piace così tanto.
- Non esiste proprio Terry. Te lo ripeto un'ultima volta, butta quella canna, non costringermi a chiamare Roby. Non voglio che si arrabbi sul serio. Non puoi pretendere di aiutare qualcuno facendo il suo stesso errore!
- Magari se so che gusto ci prova posso aiutarlo meglio.
- Non sopporto quando sei così testarda. Io vado a chiamare Roby, potrai anche odiarmi dopo. Ma non resterò a guardarti fare questa cretinata! - detto questo esce di corsa. Lo ignoro, prendo un accendino dalla tasca dei pantaloni di Fra e lo accendo. Si sprigiona subito un aroma di arancia e spezie. Ma non faccio in tempo a portarla alla bocca per provare a fare un tiro che la mano di Roberto mi strappa la canna e la getta a terra. I suoi occhi blu sembrano di fuoco, mi sento afferrare per le spalle e un primo scossone mi scuote. Poi arriva un rimprovero da fare rizzare i capelli in testa:
- Che cosa credevi di fare? Sei una stupida! Chi ti ha dato quel coso?
Sono troppo spaventata per rispondere, Roberto mi sta facendo davvero paura. Ma il mio silenzio non fa che peggiorare la situazione. Un altro scossone e il suo perentorio ordine di parlare mi costringono a farlo, con le lacrime agli occhi spiego la situazione, come ho trovato la canna e dell'idea di provarlo. Roberto molla la presa, si china a raccogliere lo spinello, mi fulmina con lo sguardo e ordina:
- Non azzardarti a muoverti, o non rispondo delle mie azioni! - ed esce di corsa lasciandomi in cabina con Sergio.

*****Roberto*****
Sono arrabbiato, anzi furioso. Vorrei uccidere Marco ora, devo trovarlo e dargli una lezione. Lo cerco dove mi ha detto Sergio che Terry ha trovato la canna. Lo trovo a poppa, appoggiato alla ringhiera che da sul mare, con lo sguardo perso nel vuoto. In pochi passi gli sono addosso, lo afferro per la maglietta e gli chiedo se ha perso qualcosa. Lui sgrana gli occhi e si tocca i pantaloni. Quando si rende conto che manca qualcosa il suo volto cambia espressione velocemente, dallo smarrimento allo stupore. Ma non fa in tempo a dire nulla che la mia mano è più veloce e lo colpisco alla mascella con un pugno. La forza del colpo lo fa cadere in terra. Si passa una mano sul labbro spaccato e mi chiede:
- Che cavolo ti prende??
Per tutta risposta mi chino, lo afferro nuovamente per la maglietta, lo sollevo per poi spingerlo contro la parete e gli urlo:
- Tu e la tua maledettissima canna. Questa l'ha trovata mia sorella e stava per fumarla. Ma ti rendi conto del male che stai facendo a te stesso e agli altri?! Sei un perfetto idiota!! - e mollo la presa sulla maglietta. Mi aspetto da un momento all'altro un pugno di risposta invece mi guarda calmo e dice:
- Tieni così tanto a lei vero?
- Si, tengo a ogni mio fratello ma a Terry in modo particolare. E non capisco come tu possa continuare a fare quello che fai sapendo che la tua famiglia ci soffre, che Michela ci soffre. Dovresti essere un esempio da seguire e invece sei un irresponsabile. Se lei un giorno decidesse di fumare o fare qualsiasi altra cosa sbagliata la responsabilità sarebbe in gran parte tua. Pensaci, sei sempre in tempo per cambiare e rimediare.
- Forse hai ragione. - dice pensieroso, cosa che mi stupisce visto che mi aspettavo tutt'altra reazione. - Forse dovrei smettere. Fino ad ora non avevo capito cosa c'era in gioco.
- La prossima volta che ti viene voglia di fumare pensa alle tue sorelle e al loro futuro. Probabilmente la consapevolezza che stai facendo la cosa giusta anche per loro ti aiuterà. Ora devo andare, ho un discorso in sospeso con mia sorella.
- Non essere troppo duro con lei. In fondo la colpa è mia!
Sorrido, mi volto per andare via e sollevo la mano in un cenno di saluto.
Ora mi aspetta la parte più difficile, parlare con quell'incosciente di mia sorella. Davanti alla cabina faccio un respiro profondo, per ritrovare la calma necessaria ad affrontare il discorso. Una volta entrato con un cenno ordino a Sergio di andare nell'altra cabina. Ho bisogno di stare solo con Terry. Mi siedo sul letto al suo fianco ma lei distoglie lo sguardo. Le sollevo il viso con due dita sotto il suo mento, so che è speventata, infatti sostiene il mio sguardo per pochi istanti soltanto. Con il tono di voce più tranquillo che ho chiedo:
- Posso sapere che cosa è passato in questa testa matta? Ti avevo avvisata, diverse volte. Con la droga, anche quella "leggera" non si scherza.
- Penso sia stata la curiosità. - dice con un po' di coraggio - Volevo capire cosa ci trovasse Marco. Avrei fatto solo un tiro...
- Capisco che la curiosità è una forza a cui è difficile resistere. Ma la saggezza che a quanto pare ti manca, avrebbe dovuto farti desistere. Voglio raccontarti una cosa. Avevo 16 anni e facevo già parte della squadra di nuoto. A scuola un mio compagno mi chiese di provare una canna in sua compagnia e in breve non riuscivo più a farne a meno. Il primo ad accorgersene fu il mio allenatore e mi disse chiaramente che se desideravo diventare un campione non potevo continuare così. Droga e sport sono nemiche dichiarate. Così il desiderio di diventare un campione di nuoto mi diede la forza di smettere. Volevo avere io il controllo della mia vita, non farmi controllare da una canna.
- È per questo che ti sei arrabbiato così tanto?
- Si ma non solo. Ti voglio troppo bene per permetterti di farti del male, anche solo per curiosità. Quando ti ho visto con quella canna accesa non ci ho visto più.
- Dove sei andato così di corsa? Non sarai andato da Marco? Lui non sa nulla della canna.
- Sono andato a cercarlo, ero troppo incavolato. Ci ho parlato e forse sto giro ha capito il messaggio.
- Sei ancora arrabbiato? - chiede timorosa. Non ho ancora deciso se punirla o lasciar perdere. Voglio chiederle una cosa che mi preme:
- Ma se ci fossero stati mamma e papà avresti comunque agito in modo così sconsiderato?
- Non lo so Roby, è successo così, io non volevo che tu lo venissi a sapere, ero solo curiosa. Non so se ci fosse stato papà avrei fatto lo stesso. Di sicuro lui mi avrebbe punito quindi se vorrai farlo lo capirò. Spero solo che mi perdoni. - due lacrimoni le solcano il viso e capisco che è sinceramente dispiaciuta.
- Meriteresti si di essere punita ma credo che stavolta lascerò passare. Ho capito che sei pentita per quello che hai fatto ma bada: in due giorni di crociera ne stai combinando un po' troppe. La prossima che combini non sarò così benevolo. - la attiro tra le mie braccia e proseguo - Ti voglio bene piccola peste ma ricorda che anche la mia pazienza ha un limite.
Terry annuisce. Le sollevo il viso e gli stampo un bacio in fronte. Amo questa streghetta che mi fa impazzire!

TerryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora