Un folle piano

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Siamo a dicembre. Sergio è partito da quasi un mese. Il giorno della sua partenza, a casa trovai un suo biglietto: "Cara sorellina, forse avrei dovuto svegliarti, ma il mio cuore non avrebbe retto al tuo pianto. Ti voglio troppo bene. Appena mi sento meglio torno, tranquilla! Non essere troppo triste! E fai da brava!" Non potete immaginare il pianto! Conservo quel biglietto gelosamente, come una delle cose più preziose che ho. Lo schiaffo ricevuto da Simone mi ha fatto capire che è pericoloso! Bisogna che ci stia attenta, è una sorta di bomba ad orologeria. All'apparenza calmo e tranquillo, ma se si arrabbia seriamente meglio espatriare!Comunque non ho subito altre conseguenze per la bravata con lo scooter. Ah no, dimenticavo, una lavata di capo dal mio ragazzo. Ve ne rendete conto? Mi ha rimproverato dicendo che era la prima e l'ultima volta che mi permetteva di fare una fesseria. Ci sono rimasta male, da Alberto non me lo sarei aspettato. Ho chiesto scusa e le cose sono tornate alla normalità.
Durante le prime settimane sentivo Sergio regolarmente. Stavamo ore al telefono, raccontandoci le nostre giornate. Ultimamente invece le telefonate si sono fatte più fugaci. È come se Sergio si stesse creando una vita lontano da tutti noi. Decido di sentire Michela, per sapere se anche lei ha avuto la mia stessa impressione. Mi risponde la mamma:
- Buongiorno signora Franca come va?
- Bene Terry e tu? Non dimenticarti che per le vacanze di Natale sei invitata da noi.
- Grazie signora Franca. Verrò sicuramente. Michela c'è?
Sento la signora Franca che chiama Michela e dopo qualche secondo mi risponde:
- Ehi ragazza che combini?
- Ciao tesoro. Nulla di che sono appena rientrata dagli allenamenti. Hai sentito Sergio oggi?
Qualche secondo di silenzio e poi la mia amica confessa:
- È un pezzo che non lo sento. Ogni volta che provo a chiamarlo tua madre dice che non è in casa e lui non ha mai richiamato.
- Allora siamo nella stessa situazione. Anche a me chiama ormai di rado e le nostre telefonate sono brevi e fugaci.
- Ti confesso che quando ho sentito che sarebbe partito, nel mio cuore ho capito che la nostra storia non sarebbe durata! Ma almeno si è ripreso?
- Alla grande! Già dopo una settimana era guarito del tutto. Solo che non è voluto tornare. Dice che li sta bene e ha paura che qui possa peggiorare nuovamente.
- Come dargli torto!
- Come sarebbe a dire Michi? Sei dalla sua parte? Lui aveva promesso che appena guarito sarebbe tornato.
- Si ma ormai deve avere interessi a stare li. Se potessi parlarci di persona... Ma così non è possibile fare nulla. Mi devo rassegnare!
- La parola "rassegnare" nel mio vocabolario non esiste! - rimango qualche secondo in silenzio e poi dico:
- Mi è venuta in mente un'idea!
- Io ho paura delle tue idee, lo sai vero?!
- Dobbiamo andare a Parigi a riprenderci Sergio! - la mia amica scoppia a ridere dall'altro capo del telefono:
- Tu non sei normale! E come ci arriviamo a Parigi? In autostop?
- Tu lascia fare a me! Da qui a quando iniziano le vacanze metti da parte più soldi possibile. Al resto ci penso io!
- Non lo so Terry, ho paura che non sia fattibile.
- Fidati di me. Io ho deciso di andare a Parigi. Se vuoi farmi compagnia, farò due biglietti!
- Io non so che piano tu abbia in mente ma se sarà un buon piano sarò con te ok?
- Acqua in bocca! Un abbraccio tesoro.
Ora ho uno scopo per dicembre. Organizzare questa partenza. Non sarà una cosa facile. Dovrò trovare i soldi, fare i biglietti su internet sperando di non essere scoperta, organizzare il trasporto da casa di Michela all'aeroporto e poi dall'aeroporto Charles de Gaulle fino a casa dei nonni. Ma la cosa più importante è fare tutto questo senza insospettire nessuno e senza essere scoperta. Perché stavolta se dovessero scoprirmi sarebbe la mia fine!
In camera mia mi appunto in un quaderno segreto le varie fasi del piano. La prima e cercare il biglietto.
I miei pomeriggi ormai sono dedicati quasi esclusivamente a cercare due biglietti abbastanza economici per Parigi. Guardando i siti ogni giorno ci sono più probabilità di trovarne qualcuno a buon prezzo. Quello che mi preoccupa e come pagare i biglietti online senza avere una carta prepagata. Dovrò prenderla dal portafoglio di uno dei miei fratelli e poi ricaricarla alla posta. Sono riuscita a mettere un po' di denaro da parte e ho dovuto attingere anche al salvadanaio di Sergio, che ha lasciato qua. Il resto sarà da organizzare una volta a casa di Michela.
Ho deciso di non farne parola neanche con Alberto. Sono sicura che stavolta lo direbbe ai miei fratelli e addio piano.

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