Capitolo 5

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Era venerdì, il giorno della partita.
Ange e io prendemmo uno dei posti in prima fila. Gli spalti erano ancora vuoti, lasciammo le nostre cose e scendemmo nel campo a salutare le ragazze.

Cassandra e Lydia indossavano la divisa nera e rossa, la portavano benissimo. Si stavano riscaldando, quando si accorsero di noi ci sorrisero e si alzarono venendoci incontro.

«È fantastico averti qui!» Cassy mi mise un braccio sulle spalle, con fatica aggiungerei visto che sono molto più alta di lei.
«Guarda chi si vede.» una voce ci fece girare, erano i ragazzi in divisa.
«Sono venuta per le ragazze.» affermai prendendoli in giro. Mi sentii sollevare e girare.
«Steve! Mettimi giù!» ordinai, in risposta lui iniziò a correre per tutto il campo.

Ma si, fai come se io non esistessi. E non stessi per vomitare soprattutto.

Però mi lasciai scappare una risatina. Questo fermò la folle corse di Steve, mi rimise a terra e mi prese per le spalle scrutandomi la faccia.
«Tu ridi? Oddio! LEI RIDE!» iniziò a gridare «LEI SA RIDERE!»
«Steve! Chiudi quella bocca e vieni a riscaldarti.» lo riprese Sean fulminandolo con lo sguardo.
«Dovresti provarci anche tu ogni tanto.» mi sistemai i capelli che avevano preso varie direzioni, e guardai male Sean.
«Se tu  trovi divertente mostrare il tuo culo a tutti non è un mio problema .»
«Ok calma.» intervenne Cedric
Sean alzò gli occhi al cielo e continuò a riscaldarsi.
«Hai sentito il capo.» si avviò da Sean e gli altri giocatori e tornai dalle ragazze.

«Mi da sui nervi.» esclamai
«Chi? Sean?» chiese Lydia.
«Si, penso che siamo sulla buona strada dell'odio reciproco.»
«Se può consolarti, fa così con tutti.» fece spallucce Cassandra ma si vedeva che ne soffriva.
«Andiamo Mal, la partita sta per cominciare.» io e Ange ci avviammo negli spalti.

«Come mai tu non fai la cheerleader?» Le chiesi
«Io odio lo sport. Non riesco proprio a capire come fanno gli altri! Che gusto c'è a sudare e puzzare?!» fece una faccia schifata e finse di rabbrividire.
«Non è così male.» lasciai andare una risatina «E poi, come fai ad avere quel fisico e non fare nemmeno un minimo di sport?! È ingiusto.»
«Sono stata fortunata.»
Il discorso si interruppe quando la partita incominciò.

«Allora? Siamo stati fantastici vero?» Jason era a dir poco entusiasta quando prese sotto braccio sia me che Ange.
«Calma bestione.» si staccò lei seguita da me, non durò tanto perché mi ritrovai nelle braccia di Steve.
«Pizza della vittoria!»
«Dove sono le ragazze?» chiesi
«Eccoci!» esclamò Cassy seguita da Lydia
«Ragazzi, io devo portare alcuni della squadra, ho la macchina piena.» Comunicò Jason
«Ange e Lydia vanno con Steve e tu Mal vieni con me.» Cassandra mi prese per mano e andammo verso una macchina.

«C'è un piccolo problema però..»
«E lei cosa cazzo ci fa qui?» la delicata voce di Sean interruppe Cassy e lei lo fulminò con lo sguardo.
«Lei è con me.»
«Ehi Malia!» mi salutò Cedric e io ricambiai sorridendogli.
«Sean che problema c'è? È solo un passaggio.» Cedric prese le nostre difese.
Non riuscivo a credere che un ragazzo così gentile fosse parentato con uno come Sean.

«infatti lui non ha problemi perché la macchina è mia. Sali Mal.» non avevo mai sentito questo tono così rigido di Cassy, ad essere sinceri non pensavo nemmeno esistesse un lato duro in Cassy.

«Mal? Che nome stupido.» mise in moto e partii
«Perché non chiudi quella bocca Shawn
«È Sean.» mi corresse lui stringendo le mani al volante.
«Era meglio Shawn.» feci spallucce ricambiando l'occhiataccia.
Cassandra ridacchiò accanto a me facendomi l'occhiolino.

«Eccovi!» subito Lydia e Ange ci furono a fianco, seguite dai ragazzi. Prendemmo posto e io capitai in mezzo ai fratelli Sallaway, Cassandra e Cedric.
«Piaciuta la partita?» mi chiese
«Si, non te la cavi male. Pensavo peggio.» lo presi in giro
«Ah si?»
Ridacchiai annuendo.

«Oh andiamo, il mio fratellone è il migliore in campo!» Cassy scompigliò i capelli di Cedric.
«Dopo suo cugino, ovviamente.» Sean si unii alla conversazione.
«Non credo proprio.» lo guardai alzando un sopracciglio squadrandolo.

In realtà era vero, in campo era fantastico.
E lo dico per puro interesse accademico.

«Per una che non fa un cazzo dalla mattina alla sera, è irrilevante.» affermò lui non degnandomi di uno sguardo.
«Possibile che non riusciate a non litigare per dieci minuti?» Chiese Cedric mentre si massaggiava le tempie.
«Se lui fosse muto, sordo e cieco.. beh allora si. Non litigheremmo di sicuro.»

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