Capitolo 2

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1 mese e due settimane da quando i miei genitori sono morti, hanno portato via l'estate ed è arrivato il momento di andare a scuola.

«Ok, Malia, se c'è qualche problema non esitare a chiamare.»
«Va bene, a dopo.»
Mi salutò con un sorriso e io scesi dalla macchina.
Guardai i miei futuri compagni, erano tutti a gruppetti, alcuni fumavano altri semplicemente ridevano e scherzavano.
Nessuno badava a me.
Nessuno vedeva 'la povera orfanella'.

Ed era quello che volevo.

In classe mi sedetti all'ultimo banco, gli alunni entrarono e la lezione iniziò.
«Benvenuti ragazzi, questo è il vostro quinto e ultimo anno. Mi raccomando, iniziamolo bene! E diamo il benvenuto alla nuova compagna Malia Berks.» il professore mi sorrise e tutti si girarono ad osservarmi curiosi. Tirai un sorriso e l'attenzione passò nuovamente all'insegnante.

Stavo andando in segreteria per prendere la combinazione del mio armadietto, ma andai a sbattere contro qualcuno.
«Scusa.» sussurrai aiutando la bionda a raccogliere le sue cose.
«Oh no, figurati. Avevo la testa altrove, ehi ma tu non sei la ragazza nuova?» mi porse un sorriso smagliante, questa ragazza sprizzava allegria da tutti i pori.

«Si, mi sono trasferita da poco.»
«Beh allora benvenuta alla Mayfield! Io sono Cassandra, Cassy per gli amici. Tu sei?»
«Malia.» cercai di sorriderle e mi riuscii, ultimamente ero diventata brava a fare sorrisi falsi, dovevo, altrimenti mia zia mi spediva da uno specialista e imbottirmi di antidepressivi a 17 anni non mi sembra il caso.

«Dove stavi andando?» mi chiese lei
«In segreteria. Devo prendere la combinazione dell'armadietto.»
«Vuoi compagnia?»
«Sicuramente avrai altro da fare non-»
«Bene, andiamo!» esclamò entusiasta prendendomi a braccetto.

Quanto scommettiamo che fa parte delle cheerleader?

«Non ci credo! Siamo vicine di armadietto! Bene, sarà più facile fare amicizia così.» il suono della campanella che segnava l'ora di mensa fece aumentare il sorriso di Cassandra.
«Ti devo assolutamente presentare i miei amici, ti piaceranno di sicuro!» e così andammo, o meglio, venni trascinata in sala mensa.

Il tavolo era situato al centro della mensa, ottimo per non dare nell'occhio direi.

«Malia, loro sono Ange- indicò una ragazza mora dai capelli a caschetto con occhi neri- Lydia- la ragazza con i capelli rossi e occhi castani- Kaleb- un biondino fisicato con occhi castani- Steve- capelli biondo cenere e occhi azzurri- e infine Jason» anche lui fisicato con i capelli neri e occhi dello stesso colore.

«È un piacere Malia.» si sporse Ange per porgermi la mano.
«Finalmente una ragazza nuova!» esclamò Steve
«Non farla scappare Steve, Malia per il tuo bene, sta lontana da questo soggetto.» mi intimò Lydia
«Non fatela scappare voi due piuttosto.» rise Kaleb
«io dico che sta già pianificando un piano di fuga.» aggiunse Jason.

«Vieni andiamo a prendere da mangiare, prima che alla squadra di football venga voglia di fare il bis.» scherzò Cassandra.
Una volta preso il vassoio mi girai e andai a sbattere,
Per la seconda volta in meno di 2 ore, con qualcuno.
«Perché vado a sbattere con chiunque oggi?! E ci ho rimesso il pranzo anche.»
«Il pranzo? Sai che fotte a me del tuo pranzo, guarda la mia maglietta, mocciosa. Costa più di te.» alzai gli occhi al cielo all'affermazione del ragazzo di fronte a me.

«È stato un incidente.»
«Sparisci, hai già fatto abbastanza incidenti.»
«Ma come..-» non potei finire la frase che fui trascinata da Cassandra al tavolo.
Cavolo, era magra ma ne aveva di forza la ragazza.

«Hai sentito come ha parlato quello?! Chi si crede di essere! Perché non mi hai fatto rispondere?»
«Perché lui è un coglione, ma è molto popolare quindi se ti prende di mira con il suo gruppetto difficilmente ne uscirai illesa.»
«Di chi parlate?» Si sporse Steve
Cassandra indicò il tavolo di quel tizio, l'espressione di Steve cambiò tramutandosi in una schifata.

«Hai conosciuto Sean?» quella di Ange era più un'affermazione che una domanda ma annuì ugualmente.

Ok, stare lontani da Sean. È facile.

-

«Zia, sono a casa!» esclamai entrando
«Da questa parte, tesoro!» proveniva dalla cucina.
Una volta entrata vidi un uomo in piedi che rideva con mia zia.
«Malia, lui è Richard Winter, il mio vicino di casa nonché ottimo amico.» per un momento si scambiarono uno sguardo d'intesa e poi si concentrarono su di me.
«Richard, lei è la mia stupenda nipote Malia.»
«Stavo aspettando giusto te, Malia. Volevo invitarvi personalmente alla mia festa di compleanno, sabato sera.»
«Ci saremo senz'altro!»
Detto questo Richard uscii.

«Allora, com'è andata? Come stai?»
«Sto bene. È simpatico Richard.»
«Si, lo è. Hai fame?»

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