Capitolo 25

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La mia prima lezione sulla moto è andata alla grande! E gran parte del merito lo devo a Sean che mi ha fatto guidare quella volta che avevo la gonna.

Eravamo a casa di Brooke a mangiare davanti la televisione, avevamo deciso di non andare alla festa e così stavamo commentando un vecchio film quando suonò il campanello.

«Mm, vai tu. Voglio vedere con chi Selena ha tradito John.» disse tra un popcorn e l'altro Brooke.
«Lo ha tradito con il migliore amico, è un classico.» affermai alzandomi per andare ad aprire la porta.

«Tu cosa ci fai qui?!» pronunciammo le parole all'unisono.
Guardai Sean davanti la porta e poi Brooke che aveva smesso di guardare il film e si è messa a fissare noi due con il doppio dell'interesse.

«Bene, visto che sei qui dobbiamo parlare.» affermò lui.
«Non voglio.»
«Non te lo stavo chiedendo.»
«Oh, e cosa vorresti fare? Vai a fanculo Sean, tu e il tuo stupido ego.» feci per chiudere la porta ma lui mise il piede dentro per poi entrare. Mi prese come un sacco di patate e mi portò al piano di sopra nella sua camera.

«I preservativi sono nel primo cassetto del bagno!» urlò Brooke dal piano di sotto.

«È sequestro di persona, ne sei consapevole? E poi perché sei qui?! Mi segui anche?»
«Che ci faccio nella casa della mia migliore amica intendi?»

«Spostati.» ordinai
«No, dobbiamo parlare.»
«No, non dobbiamo. Tu devi trovare delle scuse idiote e pretendi che io ti creda. Mi spiace Sean, ma sei caduto proprio in basso per fare queste bambinate. È veramente poco originale.»
«Oh mi spiace, sicuramente Jace è senz'altro più originale di me.»

«E tu come- Sai che c'è? Non mi interessa nemmeno. Continua a fare quello che stavi facendo ed evita di respirare la mia aria perché la stai contaminando con le cazzate che ti escono dalla bocca.»
«Bocca che tu hai baciato.»
«Bocca su cui tu hai scommesso.»
«Il punto è proprio questo! Io non ho scommesso un bel niente!»

«Ho visto il messaggio di Ivan. Non puoi mentire.»
«Ivan voleva fare quella stupida scommessa e io gli ho detto chiaramente che non avrei fatto un cazzo ma lui ha continuato per settimane!»
«Come faccio a crederti?»
«Perché mai sarei venuto a cercarti subito se non mi fosse importato niente di te. Ti facevo intelligente Mal.»

«Con Valery non hai mai fatto scommesse eh.» mi lasciai scappare un sorriso e lui sospirò vagamente divertito.
«E ora sono due le cose che non smetterai mai di rinfacciarmi.»
«Ti dispiace?»
«Preferisco la tua voce stridula e la tua presenza irritante a te che mi ignori. Nessuno ignora Sean Hogan.»
«Il tuo ego non mi è mancato per niente.»

«Quindi pace fatta?» mi chiese mettendo le mani sui miei fianchi.
«Si, ma sono ancora arrabbiata. Dovrai farne di cose per farti perdonare.» soffiai sulle sue labbra per poi allontanarmi subito uscendo dalla porta.
«Questa è una tortura però!» si lamentò seguendomi.
«E non abbiamo ancora iniziato.» risi sedendomi sul divano accanto a Brooke.

«Di già avete finito? Wow amico, stai perdendo colpi.»
«Non abbiamo fatto niente, pervertita.» sbuffò Sean sedendosi sulla poltrona. Io e Brooke ci scambiammo un occhiata e ci mettemmo a ridere.

Ci conoscevamo da poco eppure avevamo molta complicità.

«Com'è che vi siete conosciute?» chiese lui.
«Uscivo con suo fratello.» feci spallucce.
«Già, eravamo cognate.» stette al gioco Brooke.
«Mal, non è divertente.» disse Sean imbronciato.
«Oh fidati, è molto divertente. Se ti da fastidio-»
«quella è la porta.» Brooke terminò la frase per me.
«Già non vi sopporto insieme.» mise il broncio e si mise a guardare la tv.

Come mi sentivo? Quando c'era lui nei paraggi era sempre tutto strano ma adesso che abbiamo risolto mi sento meglio, non pensavo nemmeno di stare male. Forse perché non ci avevo fatto nemmeno caso.
Di due cose  avevo assolutamente la certezza: la prima era che Sean avrebbe aspettato molto prima di avvicinarsi nuovamente a me, fisicamente e spiritualmente.

La seconda era che Brooke aveva smosso in me qualcosa, mi ero stancata di essere un corpo che cammina, pieno di sorrisi falsi e alzate di spalle.

Volevo di più dalla mia vita, e forse 'ignorare' la morte dei miei genitori era la via sbagliata ma era l'unico modo per poter andare avanti.

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