Capitolo 30

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«Com'è Miami? Ti trovi bene?»
«È una città fantastica! C'è quasi sempre il sole, anche in questo periodo. A volte mi manca il clima tetro di Philadelphia.»
«Hai ripreso a ballare?»
«Non me la sento ancora zio..non senza di lei.» ammisi abbassando lo sguardo.
«Tu hai molto talento Mal..dovresti ricominciare, in sua memoria.»

«Ballare mi fa star bene, ma devo anche stare bene per ballare..e no, Zio, non sto per niente bene.» lui mi avvolse con le sue grandi braccia e ascoltò il mio pianto.
«Ammetterlo è il primo passo per guarire, stai facendo progressi.»
«Io non credo.» tirai su con il naso staccandomi.
«Ricordi quando al funerale sei salita per fare il discorso? Avevi gli occhi completamente asciutti e il viso di ghiaccio. Quello era la cosa più brutta che qualcuno possa fare. Adesso tu stai affrontando i tuoi sentimenti, hai bisogno di tempo

Le sue parole mi calmarono, aveva ragione.

«Grazie.» gli sorrisi «Ci sei sempre per me.»
«Non dimenticherò mai quello che tuo padre fece per me, ne tantomeno quello che tu facesti per mia figlia quando morirono i suoi nonni. Hai il suo grande cuore. E ora torniamo a casa perché il mio grande stomaco reclama.»

«Dove eravate voi due?» chiese Zia.
«Segretuccio.» sussurrò zio facendomi l'occhiolino e io ricambiai. Mangiammo e poi io e Step andammo al piano di sopra a guardare la nostra serie tv preferita: Teen Wolf.

«Ma come fa Lydia ad ignorare Stiles?! È così..così..» sbottò Step.
«Così Stiles?» ridacchiai io.
«Esatto! Andiamo sorella, guarda quel musetto!»
«Jackson non è da buttare eh..» le feci notare.
«Si ma è troppo bullo. Guardando Stiles ti viene la voglia di proteggerlo!»

«Tu non cerchi un fidanzato ma un cucciolo smarrito!» risi io «Guarda Jackson o Derek! Dio..Derek..» sussurrai sognante.
«tu non cerchi un fidanzato ma un serial killer! Hai la sindrome del cattivo ragazzo!»
«Touché.» ci mettemmo a ridere entrambe.

Il mio cellulare prese a squillare, era Lydia. Non l'avevo chiamata per sapere se si era ripresa o meno, come stava.. lei non c'era quando Steve ha detto quelle cose..

«Scusami un attimo.» mi alzai dal letto e uscii fuori in veranda.

«Pronto?»
«Shh! Ehi Mal..»
«Lydia? Chi c'è lì con te?»
«Perché dovrebbe esserci qualcuno?»
«Lydia..»
«C'è solo Ange..e Cassy.. e i ragazzi. Ma non riattaccare!»
«Non dovevate essere in vacanza?»
«Partiamo domani.»
«Che volete?»
«Dove cazzo sei?!» disse incazzato Sean.
«Non sono cazzi tuoi.» replicai a tono.
«Malia.» sibilò
«Passatemi Lydia.»
«No.»
«Sean, vedi che riattacco e blocco il numero.»
«Da qua! Dimmi Mal..»
«Come stai?» le chiesi con tono dolce.
«Meglio, grazie. Ma perché non vuoi dirci dove sei?»
«Sono felice che tu ti sia ripresa, Buon Natale.»

chiusi la chiamata e impostai la modalità aereo.

«Lo stai facendo di nuovo.» alle mie spalle apparse Step.
«Cosa sto facendo?»
«Li tagli fuori, come hai fatto con noi. Si è vero ha detto delle cose orribili ma non lo sapeva. Ha chiesto scusa.»
«Tutti viviamo dei momenti difficili e non lo diciamo, per questo nessuno dovrebbe dire delle cose del genere. Passando per strada vediamo un ragazzo sorridere con i suoi amici e magari quando torna a casa si mette a piangere! Quello che sto cercando di dire è che ognuno di noi sta affrontando una guerra, l'ho capito con il tempo, e non si deve essere costretti a raccontarla per paura che qualcuno ci scherzi su.»

«Quindi stai cercando di dargli una specie di lezione?»
«Più o meno. Ho bisogno di tempo per pensare, ho messo completamente in pausa la mia vita e ora sta andando al doppio della velocità. Non riesco a tenere il passo.»
«Magari farlo a ritmo di musica aiuterebbe.»
«Che intendi?»
«Vedrai.. torniamo dentro ora, il mio Stiles ha bisogno di me.» cantilenò, ridacchiando la seguii.

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