«Inizio col dirti che sono stato un vero coglione e non sai quanto mi dispiaccia. Non pensavo veramente quelle cose, io ero preoccupato e mi sentivo in colpa per Lydia e ho scaricato tutto su di te che cercavi di consolarmi, come fai sempre con tutti. Mi dispiace davvero tanto Mal, mi manca la nostra amicizia e non vorrei perderla solo perché sono un coglione. Lo ripeterò all'infinito se serve.»
«I miei genitori.» dissi guardandolo.
«Cosa?»
«Le persone che ho perso, sono i miei genitori. Sono passati 7 mesi e io solo ora ho iniziato ad elaborare il lutto. Non ho voluto dire nulla a nessuno perché volevo ricominciare da capo e non vedere nel viso delle persone pietà per la povera piccola orfanella. Lo sai solo tu e ti chiedo di rispettare questa mia scelta fino a quando non deciderò il contrario. Beh ora lo sai..»Lui non disse nulla, semplicemente mi attirò a se abbracciandomi.
«Puoi picchiarmi se vuoi, me lo merito.»
«Nah..» dissi ridacchiando.
«Posso chiederti una cosa?» annuì in risposta. «Come fai ad avere questa voglia di aiutare tutti?»
«I primi mesi dopo la loro morte sono stati uno schifo, non riuscivo a fare nulla, nemmeno piangere. Una volta arrivata qui volevo solo mettere da parte tutto.. ma credo che perdere delle persone che ami ti faccia sviluppare come un sesto senso per il dolore e quindi aiutare gli altri mi faceva sentire utile in qualche modo.»
«Ti sentivi inutile?»
«Sono morti in un'incidente d'auto, io ero con loro. Loro sono morti e io no. Al loro funerale, tutti piangevano, io no. Mi sentivo svuotata. Anche adesso.. stare con voi mi aiuta a distrarmi ma quando rimango sola c'è quel buco profondo che mi attira sempre di più.»E ho paura che un giorno mi risucchierà con lui.
•••
«Che c'è piccola mia?» chiese mia zia vedendo che non tocco cibo, alzai lo sguardo su di lei e subito mi dipinsi un sorriso.
«Sto bene, tranquilla. Avevo solo la testa fra le nuvole come al solito.»
«Mi fa piacere che tu trova il tempo di svagarti perché sei in punizione signorina.»
«Cosa?»
«Ti sembra che puoi sgattaiolare di notte senza delle conseguenze?»
«Ma zia-»
«Non ci provare! Se non vuoi la punizione devi dirmi dove sei stata.»
«Lo sai che eri la mia zia preferita vero?»
«Sto aspettando.»
«E va bene.. sono andata da Sean..»«Oh mio Dio..»
«Zia non-»
«Oh mio Dio! Io lo sapevo, oh se lo sapevo! Anche quando ti ho vista entrare con quel Joshua, Jacob, Jake-»
«Jace.»
«Sapevo che il tuo cuore apparteneva solo a lui! Oh, a proposito, ottima scelta. È un bel bocconcino.»
«Zia! Ma ti senti?! Dio, sembri Nonna Jenna.»«Permettimi di dissentire. Nonna Jenna in una di queste situazioni avrebbe detto: un bocconcino come quello capita solo una volta Milena, vai e cavalcalo! Oh sapessi io e tuo nonno da giovani quante ne abbiamo fatte! Se non fosse rinsecchito come un chicco d'uva passa riuscirei a farne anche il doppio di quelle cavalcate!» Questa era esattamente quello che avrebbe detto mia nonna.
Mia nonna non ha mai e dico mai azzeccato il mio nome, credo che non le vada proprio a genio. Per lei sono Milena, Marissa e via discorrendo, una volta mi ha chiamato anche Marilena.
«Si hai ragione, avrebbe detto senz'altro così.» risi e lei si unii a me. Poi salii al piano di sopra e mi riposai un po', mancava ancora un bel po' all'incontro con Sean. E stare a guardare l'orologio non credo che diminuisca l'attesa.
«Tesoro..» sentii mia zia scuotermi così aprii gli occhi sbadigliando. «c'è il tuo bello.» detto questo uscii prima di ricevere da parte mia una cuscinata e insulti vari.
Mi affacciai alla finestra e lo vidi appoggiato alla sua moto mentre fumava una sigaretta, aveva lo sguardo perso nel nulla.
Chissà cosa gli passava per la testa..
«Ehi.» dissi raggiungendolo, lui alzò la testa e buttò la sigaretta in un tombino per poi sorridermi. Mi passò il casco e poi salii sulla moto, lo imitai.
Dopo circa mezz'ora ci fermammo davanti un enorme cancello nero che dava l'ingresso ad un cimitero molto grande.
Scesi dalla moto e gli porsi il casco, lui fece lo stesso ma si fermò davanti al cancello. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo per poi aprire il cancello ed entrare, lo seguii.
Poco dopo ci fermammo e lui si inginocchiò davanti alle lapidi e allora lessi i nomi incisi:
Nicole Hogan.
Sierra Hogan.
Fissai la ragazza più giovane e notai una notevole somiglianza con Sean, erano praticamente uguali. Mentre la donna era uguale ai figli solo che aveva capelli biondi.
«Mia madre e mia sorella.. loro sono morte assieme alla madre di Cassy.» cercò il mio sguardo e io gli sorrisi avvicinandomi e sedendomi accanto a lui. «Tre anni fa. Mia madre e quella di Cassy erano sorelle, erano andate dai loro genitori, doveva esserci pure Cassy ma lei ha disdetto all'ultimo perché c'era una partita importante mia e di Cedric, loro avevano promesso di esserci in tempo. Quel giorno pioveva, forte, a noi giocatori non importò perché eravamo abituati a giocare sotto la pioggia, ma l'aereo finii in mezzo alla tempesta e subito dopo in mare. Il mattino seguente tutto era calmo e hanno ritrovato i corpi nel pomeriggio.»
Gli presi la mia mano e la intrecciai con le mia, gliela strinsi per fargli capire che io c'ero ma il suo sguardo era perso.
Così feci l'unica cosa che potevo fare, lui si era aperto con me, si era fidato, ed era ora che io facessi lo stesso.
Ce ne andammo dal cimitero e raggiungemmo la spiaggia, tolte le scarpe iniziammo a passeggiare sulla spiaggia fredda.
Gli raccontai tutto, dei miei genitori, dell'incidente, degli incubi. Lui mi ascoltava attentamente e per la prima volta in 7 mesi, non vidi pena ma comprensione. Lui mi capiva, sapeva il vuoto che avevo dentro, lo comprendeva.
Poi feci una cosa che non sarei mai aspettata, mi tolsi la giacca e alzai la felpa rivelando le cicatrici di quel giorno.
Una grande che divideva la mia pancia, molto, troppo visibile. Un'altra sul fianco sinistro, e altre piccole.
Bruciarono sotto i suoi occhi e li coprii. Lui mi attirò a se e mi abbracciò forte e li sentii nuovamente quel calore che mi era tanto mancato.
«Io voglio stare con te Mal..» disse con il mento appoggiato sulla mia testa.
«Ho paura Sean..» confessai. Lui si staccò e mi guardò negli occhi.
«Paura di me? Non ti farei mai-»
«Non di quello.. io sono rotta Sean, e adesso ne sono consapevole. Io vorrei davvero stare con te, perché tu riesci a capirmi e mi fai stare bene.»
«Ma?»
«Ma devo rimettere insieme i pezzi, devo prendermi del tempo per me. Ho passato questo periodo aggiustando gli altri mentre non mi rendevo conto che stavo sempre di più andando a pezzi io. Io non voglio perderti.. perché sei veramente la cosa più bella che mi sia capitata dopo tanto tempo, ma prima devo ritrovare me..»
«E pretendi che io ti aspetti..»
«No. Se vuoi puoi andare avanti con la tua vita ma io devo badare a me stessa e scegliere il meglio, per me. Io e te abbiamo litigato più da non fidanzati dì chiunque altro.. forse è un segno.»«L'unico segno che vedo è che tu stai scappando dai tuoi sentimenti, dici che vuoi capire chi sei ma non vuoi capire che con me sei te stessa. Con me ridi, e non quei sorrisi finti che ti ostini tanto a fare. Con me ti senti viva. Ti aspetterò perché io mi sono innamorato di te, ma non per sempre.» detto questo fece per andarsene ma lo presi per il braccio.
«C-che hai d-detto?»
Lo fissai negli occhi, erano lucidi.«Ti amo.»
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Surface
RomanceQuante volte guardandoci intorno vediamo delle persone sorridenti ma con gli occhi tristi? Quante maschere ci sono in giro e noi non ce ne accorgiamo perché troppo impegnati a mettere su la nostra? Malia Berks ha perso entrambi i genitori, eppure...