Capitolo 29

11.9K 331 46
                                    

Aprii gli occhi a causa del fastidioso rumore che qualcuno si ostinava a fare, ma subito dovetti richiuderli. Avevo un forte mal di testa e il petto continuava a fare male ma cercai lo stesso di tirarmi su a sedere.

Focalizzai bene le immagini e capii finalmente dov'ero. In ospedale, tanto per cambiare.

Guardai la piccola sveglia accanto al lettino e notai che erano quasi le 10 del mattino, spostai il mio sguardo sulla porta e proprio in quel momento un dottore fece il suo ingresso.

«Ben tornata nel mondo dei vivi.» mi sorrise lui.
«Eh?»
«Sei stata priva di sensi per 48h, un bel record, come ti senti?»
«Emicrania e forte dolore al petto. Cos'è successo?»
«Hai avuto un'attacco di panico, tra poco entreranno i tuoi amici mentre farai colazione. Non si sono mossi per nulla, sei molto amata.» detto questo uscii lasciando la porta aperta.

Il primo che vidi fu Mike seguito da JJ, Step e Lory. Quest'ultime si gettarono sul letto abbracciandomi. Ricambiai, ne avevo bisogno.

«Come ti senti?» chiese JJ
«Da buttare, voi state bene?»
«Beh, non siamo noi quelli che sono stati in letargo per due giorni.» scherzò Mike strappandomi un sorriso.
«Mi dispiace di avervi fatto preoccupare.»
«Vedo che non sei cambiata, continui a colpevolizzarti per tutto.» mi prese in giro Lory facendo ridere sia me che gli altri.

Mike cacciò fuori un biglietto aereo e me lo passò.
Una volta letta la destinazione, sbiancai.

«Non posso..» sussurrai scuotendo la testa, il biglietto era per passare le vacanze di natale a casa mia, nella casa dei miei genitori.
«Si che puoi, abbiamo già parlato con tua zia. Inoltre, lei andrà con il suo futuro marito a conoscere la sua famiglia e tu non puoi di certo stare sola a Miami, non puoi stare sola a Natale!» annunciò Step.
«Inoltre, biglietto non rimborsabile.» aggiunse JJ facendomi l'occhiolino.
«Siete crudeli, lo sapete vero?» li guardai malissimo.
«Abbiamo preso dalla migliore.» fece l'occhiolino Lory.

Alla fine mi arresi e sorrisi, forse era il primo passo per uscire dal tunnel.

«Ah, la moto è a casa tua ma le chiavi le abbiamo qui.» disse JJ porgendomele «Da quando guidi una moto?»
«Non è mia.» spiegai e sorvolammo l'argomento.

Iniziammo a ridere e scherzare come solo noi sapevamo fare, mi sentii completa con loro. Ero finalmente leggera e spensierata. Riuscivano a farmi parlare del mio passato senza che io mi sentissi bloccata, mi facevano stare bene.

Ma quel momento durò poco. Dalla porta vidi spuntare Steve e il mio sorriso si spense. I miei amici accorgendosene lo osservarono.
Non gli avevo raccontato quello che mi aveva detto ma sapevano a memoria le mie reazioni, e questa era abbastanza chiara: non lo volevo lì.

Mike si alzò dai piedi del letto e si parò davanti a lui ostruendomi la visuale.

«Devo parlare con Malia.» affermò Steve.
«Lei non vuole parlare con te.»
«Perché non fai dire a lei quello che vuole?» disse Steve incazzato.
«Mike, puoi spostarti un secondo?» gli chiesi e lui lo fece guardandomi stralunato, Steve ghignò.

Presi le chiavi della moto di Sean e gliele lanciai addosso.

«La moto è a casa mia, ringrazia Sean.» detto questo feci l'occhiolino a Mike e lui ricambiò con un sorriso, cacciò Steve e chiuse la porta.
I miei amici mi guardarono e io iniziai a spiegare l'accaduto.

«Non l'ha detto..» disse sconcertata Step.
«Io gli spacco la faccia a quel biondino ossigenato!» Mike si alzò ma fortunatamente JJ lo trattenne.
«Non ha importanza Mikey. Qualcuno può farmi il favore di chiamarmi l'infermiera per farmi dimettere? Ci sono delle valigie da preparare.»

SurfaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora