Capitolo 48

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La casa era in completo silenzio. Mia zia ha preferito rimanere da Richard così avevo tempo per riflettere in tranquillità prima che le ragazze arrivassero. Era un piano semplice e contorto allo stesso tempo.
Ci saremmo presentate alla gara io con Jess e Brooke con Roxy e avremmo insegnato il loro incidente con l'aiuto di un'amica di Brooke e a quel punto Luke e Sean metteranno da parte il loro odio per aiutarle e si accorgeranno quanto ci tengono ad entrambe ricordando i bei tempi.

Era così surreale che avrebbe potuto funzionare. Almeno così hanno detto loro. Io dopo la scarica di adrenalina iniziale avevo una fottuta paura.

Mi cambiai indossando una semplice felpa e dei pantaloni della tuta. Uscii e le aspettai sul portico. Quando la macchina si fermò davanti casa mi alzai per raggiungerle ma dovetti fermarmi quando le vidi scendere e venire nella mia direzione.

«Vestita così rovineresti la nostra entrata. A cambiarsi, su! Non si inscena un incidente in queste condizioni.» Brooke mi trascinò al piano di sopra e mi scelse un outfit rendendo la mia stanza un caos totale.
«Ma credo di aver preso qualche chilo!»
«Ma se sei dimagrita dall'ultima volta!» intervenne Roxy.
«Io e le gonne non andiamo d'accordo. Figuriamoci quelle in pelle!»
«Vada per i jeans strappati.» acconsentì Roxy.
Quando finalmente fui pronta salimmo in macchina e ci avviammo.
Una volta arrivate parcheggiammo l'auto e scendemmo. L'attenzione non era su di noi e ne approfittammo per seguire Brooke dalla nostra prossima complice.

Mai mi sarei aspettata di vedere Valery.

«Non è quella a cui hai fatto il culo?» chiese Jessica ed io annuì.
«Lei? Non ci aiuterà mai Brooke!» dissi alla ragazza che avanzava spedita verso la rossa.
«Lo farà. Mi deve un favore.»
«Quando grande sarà questo favore che ti deve per aiutarci?»
«Mi sono occupata di lei quando tu..beh, quando avete litigato.»

«Valery.» Brooke la chiamò e lei subito si voltò verso di noi con il sorriso sul volto che però quando spostò lo sguardo su di me diventò una smorfia.
«Dimmi.»
«Ci serve il tuo aiuto.»
«Senti un po', Malia come sei caduta in basso. Ora mi chiedi favori?»
«Te l'avevo detto.» dissi a Brooke «Troviamo qualcun'altra.»
«Mi devi un favore, ricordi?» disse Brooke avanzando. Si vedeva che Valery era riluttante all'idea di aiutarci ma alla fine accettò e si fece spiegare il piano.

«Certo Berks che ne hai di fantasia.» commentò alla fine. Valery ci accompagnò dentro un garage e ci mostrò due auto.
«Allora, manometterò il motore così a metà percorso si fermerà e avremo del tempo per inscenare un incidente. Il percorso è sulla West River e possiamo far precipitare la macchina dal dirupo.»
«È perfetto!» esultai.
«Bene il primo giro sta per cominciare, la macchina sarà pronta per il secondo.» tutte annuimmo e mentre le altre uscirono io rimasi e chiusi la porta del garage.

«Si?» chiese Valery osservandomi con un sopracciglio alzato.
«Senti dobbiamo chiarire. So che mi sono già scusata ma voglio farlo ancora. E probabilmente non sarà l'ultima, quindi tantovale perdonarmi così mi levi dai piedi.»
Lei alzò gli occhi al cielo mentre apriva il cofano e armeggiava con il motore.
«Non serve, Berks. Ti ho già perdonato. In parte almeno.»
«Davvero? Ma come-»
«Ho sentito dei tuoi genitori...quando ne hai parlato con Steve. E poi ho ricollegato le cicatrici.» fece spallucce «E ti devo delle scuse anch'io. Non avrei dovuto parlare in quel modo.»
«Ho esagerato.»
«Si, decisamente. Ma l'abbiamo fatto entrambe. Ed è stato in gran parte merito di Sean anche.» ridacchiò
«Si beh, quello ha di certo contributo.» la seguii.

«Sai, Sean dopo la morte di Sierra non ha mai riso o dimostrato dei veri e propri sentimenti. A te forse sembrerà scorbutico e perennemente arrabbiato ma credimi che è un miglioramento. Mi ha fatto piacere vederlo sorridere, un po' meno perché la causa non ero io ma tu.»
«Lo amavi?»
«Ne ero dipendente. Mi ero innamorata dell'idea che avevo di lui. E lui non amava me ma quello che potevo offrirgli. Abbiamo entrambi deciso che non sarebbe mai successo nulla, e io pensavo perché lui non era il tipo da relazione non perché non ero io il suo tipo. Ma me ne sono fatta una ragione.»
«Anche tu eri amica di Sierra?»
«Lei mi odiava. Dicevo che portavo il fratello per le direzioni sbagliate quando era evidente fosse il contrario. Non mi piace parlare male di chi non c'è più ma odio gli ipocriti, e lo sarei se ti dicessi che Sierra comportava bene con tutti. Però di una cosa l'ammiravo, riusciva a tenere stretti tutti loro.» disse riferendosi a Luke e Sean e gli altri «Li aveva conquistati e ne aveva fatto una grande famiglia. Non è da tutti.»

«Bene, qui ho finito.»
«Dominic Toretto ti avrebbe amata.» sorrisi e lei si unii.
Quando uscimmo il primo giro di ragazzi stava parcheggiando le macchine per fare spazio al secondo.
Cercammo le ragazze che erano riunite a parlare e quando si accorsero della nostra presenza iniziarono a venire verso di noi. Cercai nell folla Sean, era con il solito gruppetto appoggiato alla sua macchina con una sigaretta in bocca. Una ragazza era appesa al suo braccio ma lui non sembrava nemmeno accorgersene, era come se fosse risucchiato in un vortice di pensieri senza via d'uscita.

«Valery! Devi dare il via!» sentii in lontananza, Valery mentre se ne andava mi disse qualcosa ma ero troppo impegnata a guardare Sean. Fu Jessica a riscuotermi dai miei pensieri ed entrambe salimmo sulla macchina, e al seguito di Sasha e Brooke uscimmo dal garage.

Ci posizionammo in fila per la partenza e scendemmo dalle auto. Per la famosa entrata ad effetto, che fu migliore di quanto mi aspettassi.
Si elevò un brusio di massa, intravidi Luke che mi regalò un sorriso e iniziò ad avvicinarsi insieme ad Alex.
«Ciao bellissima.» mi salutò con un abbraccio e lo stesso fece con Jess. Quando vide Brooke gli si formò un cipiglio confuso.
«Perché quella sta con voi?» chiese a Jessica e Roxy.
Era ancora con un braccio intorno alla mia vita quando Sean lo staccò bruscamente da me.
«Giù le mani, Gordon.» sibilò Sean.

«Ragazzi la gara sta per cominciare, risolvete i vostri problemi in pista.» disse un ragazzone, probabilmente quello che gestiva le gare.
«Cedric, prendi il mio posto, porto Malia a casa.» Disse Sean afferrandomi per il braccio.
«Malia è in grado di decidere da sola.» mi staccai dalla sua presa e indietreggiai.
«Non è il momento di fare scenate.»
«Infatti, non lo è. Fai la tua gara, e cerca di starci dietro.» Jessica gli rivolse un occhiolino mentre entrava nella macchina dopo che lo feci anch'io.
«Sicura di volerlo fare?» mi chiese Jess.
«Mai stata più sicura.»
Lanciammo uno sguardo alle ragazze della macchina a fianco e ci rivolsero entrambe un sorriso complice.

Tutti salirono sulle loro auto e iniziò il conto alla rovescia per la partenza.
Eravamo in testa alla gara, mentre le altre erano in dietro come da programma. Guardai il punto dove avremmo dovuto inscenare l'incidente e questo era vicino.
«Il punto è quello. Trova un posto per parcheggiare così al secondo giro si accorgeranno che manchiamo.» Dissi a Jessica, lei annuì e fece per uscire dal percorso ma la macchina si fermò improvvisamente proprio nel bel mezzo della strada.
«Presto Mal, scendi!» Jessica aprii la portiera e cercai di fare lo stesso ma non ci riuscivo.
Era bloccata.
«Malia!» sentii Jessica urlare furiosamente e guardai indietro, una macchina mi travolse completamente ribaltando quella in cui ero io.
Da quel momento percepii tutto a rallentatore.

Mentre la macchina si ribaltava non ero più in una gara clandestina a Miami ma con la macchina dei miei al ritorno da Malibù con una pioggia torrenziale a cullare il fischio continuo nelle mie orecchie.

Dopo il fischio, la pace.

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