Capitolo 7

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Entrai nella stanza di Cassy, e come mi aspettavo anche la stanza sprizzava gioia da tutti i pori.

Mi soffermai sulla piccola figura di Cassy, stava piangendo rannicchiata sul letto. Mi sedetti accanto a lei e presi il pacchetto di fazzoletti e glielo porsi.

«Ehi.» sussurrai
«Ciao.» prese un fazzoletto e si tirò su mettendosi a sedere.
«Era compito di tuo padre dirtelo, anche se avessi avuto tempo non l'avrei fatto. Se non fosse per mia zia anche io l'avrei saputo nel tuo stesso momento. Pensi che 15 minuti siano abbastanza per metabolizzare la cosa?»

«Già penso proprio di no.» ridacchiò «scusa per come ti ho trattata..non lo meritavi.»
«Tranquilla.. ora ti va di dirmi perché hai reagito in quel modo?»
«Non vorrei annoiarti..» sussurrò imbarazzata
«Annoiarmi? Perché dovresti annoiarmi?»
«Non lo so, stai sempre sulle tue.. non so perché ti dovrebbe interessare.. sembra che non ti importi di nulla, e non vorrei farti stare qui solo perché ti senti in dovere.»

Quelle parole mi ferirono, e tanto. Dopo la morte dei miei genitori ero diventata quello?
I miei mi hanno insegnato ad essere altruista, non a fregarmene.

Non ero io quella.

«Mi interessa, credimi.» le sorrisi e lei ricambiò debolmente. Fece un sospiro e prese la foto dalla sua scrivania.
Riconobbi Richard, qualche anno più giovane, poi c'erano Cedric e Cassy e una donna.»
«Lei era mia madre..» sospirò «È morta qualche anno fa, insieme a mia zia e mia cugina, noi non ne parliamo molto..ma da quel giorno la nostra famiglia è cambiata radicalmente. Abbiamo passato tutti dei momenti difficili, Cedric spariva per giorni interi e poi tornava con gli occhi rossi e pieno di lividi, Sean sparii per un mese intero e quando tornò era peggio di prima. Papà faceva turni di lavoro interminabili e tornava a casa solo per dormire, e per fortuna io avevo i ragazzi. Non mi facevano stare un attimo da sola, mi facevano ridere anche quando pensavo che avessi dimenticato com'era.. piano piano le acque si sono calmate.. e quest'anno doveva essere un nuovo inizio, e lo è stato, ma non come speravo io.. non fraintendermi sono felice per mio padre, solo che non riesco ad accettare il fatto che non me l'abbia detto. Avevamo promesso che ci saremmo detto tutto.. e io da egoista gli ho ricordato la mamma nel giorno in cui lui ha cambiato pagina. Sono un disastro Mal..» scoppiò a piangere sulla mia spalla, e io l'abbracciai.

La strinse forte a me. Non aveva bisogno di parole di consolazione, non aveva bisogno di un 'ti capisco' perché anche se la capivo, perfettamente, lei aveva bisogno di sfogarsi.

E avrei tanto voluto farlo anch'io.

Perciò la lasciai sfogare, e dopo un bel po' lei sospirò staccandosi dall'abbraccio.
«Ti senti meglio?» le chiesi e lei annuì, cercai qualche traccia che stesse mentendo ma non la trovai, era sincera.

«Non sei egoista, Cassy. Non lo pensare mai più. Dopo tutto quello che hai passato riesci ad essere felice, sorridi senza mentire, sei gentile e ti prendi cura degli altri. Tua madre ne sarebbe fiera. Non dico che non dovresti essere triste perché tuo padre si sta rifacendo una vita, ma guarda i lati positivi.
Da quanto non lo vedi sorridere? Non pensi che tua madre voglia vedere l'uomo che ama felice finalmente, dopo tanti anni?  Prenditi il tuo tempo per elaborare la cosa, ne hai bisogno.»

«Grazie, Mal. E scusa per quelle cose che ti ho detto.»
«Non fa niente tranquilla, sto bene. Ora ti lascio un po' da sola.» uscii e chiusi la porta alle mie spalle.

Guardai la mano dolorante, avevo bisogno di un bagno.
Bussai ad una porta a caso, non sentendo nessuno entrai.
Questo decisamente non era un bagno.

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