«Sveglia! Mal non è ora di dormire!» la soave e dolce voce di Brooke mi fece svegliare. Mi portai le gambe al petto sbadigliando poi portai l'attenzione su di lei. Aveva messo dei mom jeans e un maglioncino blu.
«Come sto?» chiese nervosa.
«Sei casual.»
«Lo sapevo! No basta io non ci vado!» fece per tornare al piano di sopra ma Sean la bloccò e io mi alzai.«Brooke vi conoscete da una vita e questo appuntamento lo stai sognando da sempre, vuoi permettere ad un outfit di rovinare i tuoi piani? Su, esci perché è già qua fuori.» cercai di infonderle coraggio e apparentemente ci riuscii. Io e Sean ci affacciammo dalla finestra come due guardoni e la vidimo andare verso la macchina di Jensen.
«Dovremmo lasciargli un po' di privacy.» feci notare a Sean.
«Devo assicurarmi che tenga le mani apposto.»
«Disse lui con le mani sui fianchi della ragazza.» mi scostai e mi buttai sul divano, poco dopo mi sentii sollevare le gambe e Sean si sedette appoggiandole sopra le sue.«Che ti va di fare?» mi chiese lui.
«Dormire.« mugugnai.
«Mi sento abbandonato!» imitò la mia voce e ricordai immediatamente delle vacanze e mi misi a ridere.
Il mio cellulare prese a squillare, era Cassy.«Ehi!»
«Mal, vieni a casa di Lydia. Ti prego fai presto!»detto questo chiuse subito, mi alzai dal divano e presi le chiavi della moto di Sean. Corsi fuori e partii molto velocemente e in poco tempo fui davanti casa di Lydia. C'era un ambulanza e due volanti della polizia. Vidi il mio gruppo di amici e subito gli andai in contro, Lydia non c'era.
«Ha tentato il suicidio.» Ange e Cassy mi abbracciarono scoppiando in lacrime, le luci dell'ambulanza mi riportarono a quel maledetto giorno ma non potevo.
Dovevo essere forte per Lydia e per le mie amiche.
Andammo tutte in ospedale e passammo li la notte. Mentre gli altri ancora dormivano mi avvicinai a Steve che non aveva chiuso occhio.
«Ehi..»
«È tutta colpa mia.»
«Cosa intendi?»
«Ero andato a casa sua per vedere se stava bene e abbiamo iniziato a parlare, mi ha detto che suo padre l'aveva picchiata e io ho cercato di tranquillizzarla. Mia madre ha chiamato dicendomi che il mio fratellino stava male e sono dovuto scappare. Dovevo rimanere, dovevo farlo.»
«No, Steve, non è colpa tua. Non dire mai più una cosa simile. Lydia è forte, se la caverà vedrai.»«Tu cosa ne sai?!» urlò facendo svegliare gli altri «Tu non sai niente di lei. Sai se ha fratelli o sorelle? Sai il suo cognome o la sua data di nascita? Tu non sai niente. Niente! Tu con la tua vita perfetta, non sai nemmeno cosa si prova ad avere paura di perdere una persona che ami.» sbottò infine.
«Hai ragione Steve, io non so cosa si prova ad avere paura di perdere qualcuno che ami ma so cosa si prova a perderli.» non urlai nemmeno, li guardai uno ad uno per poi alzarmi e uscire.
Nessuno mi seguii e a me andava bene così.
Salii sulla moto e mi avviai a casa di mia zia. Dovrei chiamare Sean per dirgli perché gli ho rubato la moto ma adesso tutto quello che volevo fare era farmi una doccia, facendo confondere le mie lacrime con l'acqua, mettere un pigiama comodo e crogiolarmi nel mio dolore guardando i filmini di me e i miei genitori.
Una volta aperta la porta però il mondo mi crollò addosso. Avevo quasi dimenticato che loro erano qui. Facevo in tempo a scappare? E per quanto avrei potuto farlo?
Se fossi andata a casa di Brooke avrei trovato Sean, da Cassy o da Ange non potevo andare perché altrimenti avrebbero fatto domande. Forse era arrivato il momento di affrontarli.
O forse sarei potuta salire sulla moto e unirmi ad una banda di motociclisti.
Scelta più ovvia, feci dietrofront e uscii dalla porta ma la mia fuga durò poco perché un armadio a quattro ante mi riprese e mi scaraventò sul divano.
«Basta scappare.»
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Surface
RomanceQuante volte guardandoci intorno vediamo delle persone sorridenti ma con gli occhi tristi? Quante maschere ci sono in giro e noi non ce ne accorgiamo perché troppo impegnati a mettere su la nostra? Malia Berks ha perso entrambi i genitori, eppure...