Scesi dalle scale con una lentezza disarmante, anche il mio corpo implorava di rimanere a letto per un tempo indeterminato, ma io dovevo andare a scuola.
Gennaio era ormai passato e io non me ne sono nemmeno resa conto. Troppo impegnata a trascinarmi da una classe all'altra, evitare Sean e nascondere tutto ai miei amici, di nuovo.
Non avevo ancora fatto pace con Brooke ed era da giorni che evitavo la maggior parte delle chiamate dei miei amici a Philadelphia.
Sean non mi guarda nemmeno, e i ragazzi della banda non si sono più fatti sentire.
Mi sedetti al tavolo e mia zia mi mise davanti una tazza di caffè ma lo scartai ringraziandola. Lei sospirò e si sedette accanto a me.
«Ho cercato di darti del tempo, di lasciarti i tuoi spazi ma non sono una stupida Malia. Vorrei che mi dicessi cosa c'è che non va.»
Sollevai lo sguardo e fissai la donna difronte a me, aveva gli stessi occhi di papà, quasi identici. La stessa forma delle labbra e lo stesso carattere giocoso.
Vidi del dolore nei suoi occhi.
Lei aveva perso un fratello minore ma io ero troppo concentrata sul mio dolore per pensare agli altri.
Non riuscii nemmeno a forzare un sorriso, ne avevo abbastanza. Mi alzai e andai da lei, la abbracciai. Un abbraccio vero.
«È tutto un disastro zia.. fa tutto schifo. Io non capisco cosa ci sia di sbagliato in me. Perché io sono viva? Perché sono qui? Ero in quella maledetta macchina anch'io! Sarei dovuta essere morta! Perché Dio mi odia così tanto da lasciarmi sulla terra senza di loro? Perché non riesco a dimostrare il mio amore? Perché allontano le persone che amo? Perché zia, perché?» singhiozzai queste parole fin quando ebbi fiato nei polmoni.
Poi anche quello svanii.
Mia zia cercò di scuotermi ma senza successo. Singhiozzavo e basta, le lacrime scorrevano sulle mie guance come torrenti. Sentivo i polmoni bruciare.
La figura di mia zia iniziò a sfumarsi, come tutta la stanza.
Mi accovacciai a terra chiudendo gli occhi talmente forte da farmi male, ma il mal di testa amplificò.Iniziai a tremare e poi cedetti. Mi lasciai cadere ancora una volta nell'oscurità, ma stavolta sperai fosse per sempre.
***
«...per questo motivo le consiglio di portare la ragazza da uno psicologo. Il problema è piuttosto serio e dobbiamo intervenire il prima possibile per evitare danni celebrali permanenti.» si sentii una porta sbattere e finalmente aprii gli occhi.
Ma questa volta non ero in ospedale, semplicemente ero nel salotto di casa mia, sdraiata sul divano. Spostai lo sguardo sulla poltrona e il mio cuore si fermò, o riprese a battere.
Era lì con la testa fra le mani che muoveva freneticamente le gambe.
«Ehi..» sussurrai. Al suono della mia voce lui subito mi fu affianco, mi abbracciò regalandomi il calore di cui ne avevo disperato bisogno. Sorrisi e lo strinsi di più a me e stavolta sperai fosse per sempre.
«Ti amo.» gli sussurrai, lui scosse la testa staccandosi per guardarmi negli occhi.
«Sei ancora senza sensi.» fece un sorriso triste mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.Fu il mio turno di scuotere la testa.
Guardai mia zia e lei annuendo uscii dal salotto lasciandoci soli. Presi il volto di Sean fra le mani e lo avvicinai al mio. Appoggiai la mia fronte alla sua e presi un profondo respiro. Poi lo guardai in quegli occhi smeraldo che esprimevano tutto quello che gli passava per la testa.
«Dicono che prima di amare qualcuno bisogna amare se stessi, è una cazzata. Io non ho mai amato me stessa, nemmeno quando i miei genitori erano vivi, mai. Ma con te è diverso. Quando sto con te, quando mi guardi, io mi sento bene. E non per finta. Hai ragione, con te sono me stessa, e ora più che mai ho bisogno di quella ragazza. Non sono perfetta e tu puoi avere decisamente di meglio ma tu sei perfetto per me.»
«Perché me lo stai dicendo ora?»
«Perché ogni volta che apro gli occhi spero di vederti, perché con te quella voragine che ho nel petto sembra sparire. Tu rendi tutto più sopportabile.»
«Avevi detto che ti serviva del tempo per te, per guarire. Per capire chi sei..»
«Ho sempre mentito a me stessa. Ho bisogno di ritrovarmi e vorrei davvero provarci con te, se tu vuoi.»
«Malia Berks, se non ti conoscessi direi che sei innamorata persa di me.» disse facendomi sorridere.
«Sarà opportuno ripresentarsi allora..»Spazio autrice:
Scusate se è più corto de solito ma stasera ne posterò un'altro, promesso❤️
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Surface
RomanceQuante volte guardandoci intorno vediamo delle persone sorridenti ma con gli occhi tristi? Quante maschere ci sono in giro e noi non ce ne accorgiamo perché troppo impegnati a mettere su la nostra? Malia Berks ha perso entrambi i genitori, eppure...