1 "detective del Sud"

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L'ispettore la sta tirando per le lunghe. Capisco che il suo caso sia urgente, ma non dormo da giorni. Mugugno sperando che il pubblico ufficiale finisca il suo ragionamento al più presto. "Lo prenderò in considerazione, ispettore Megure. Grazie per la pista; domani mattina lavorerò sulla faccenda" "Grazie Mitsuhiko, allora ci risentiamo domani" "Buonanotte ispettore" "Buonanotte ragazzo"

Sospiro. Finalmente sono libero di mettermi il pigiama e distendermi sul mio letto. Controvoglia apro Instagram, per dare un'occhiata a tutti i like e i commenti lasciati sotto le mie foto. Dopo pochi minuti gli occhi iniziano a ribellarsi, lacrimando per lo sforzo. È stata una giornata decisamente troppo lunga. Forse sarebbe meglio andare a dormire.

Mi è molto faticoso riuscire a ricordare come usavo i social prima di diventare famoso. Forse nemmeno avevo un account. L'attaccamento ossessivo a internet è l'unica cosa negativa dell'essere il "Detective del Sud", rivale di Hakuba Saguru, il "Detective del Nord" soprannominato così per via dei suoi studi a Londra, anche se i fan sostengono che terrà il suo titolo ancora per poco, di Hattori Heiji, il "Detective dell'Ovest" chiamato in tal modo per via della sua città natia, Osaka, situata ad Ovest del Giappone, e per ultimo, ma non per importanza, il più famoso, talentuoso e brillante del quartetto: Kudo Shinichi, "Detective dell'Est".

Kudo Shinichi. Un nome che mi dovrebbe essere familiare, eppure ogni volta che giunge alle mie orecchie, me ne torna in mente un altro; un suo alias: Edogawa Conan, il bambino con cui, dieci anni fa, giocavo spensieratamente a calcio, o a fare i detective.

È da allora che non lo vedo, nonostante lui faccia parte della mia vita quotidiana, perché i miei fan non la smettono di paragonarmi a lui e agli altri, ma soprattutto a quel 27enne, che, molto tempo fa, invidiavo.

Nonostante siano passati quasi 10 anni dalla sconfitta degli uomini in nero, tutti continuano ad acclamare quel detective come un eroe, impedendo a noi tre di emergere; ma ormai lo so che sono destinato ad essere messo in ombra da quel ragazzo. È sempre stato così e sempre  lo sarà.

Se da piccolo la cosa mi dava fastidio a 17 anni mi sono rassegnato; non potrò mai competere con Kudo Shinichi o con Edogawa Conan: sono fuori dalla mia portata.
Eppure ogni giorno mi sveglio con la speranza di risolvere più casi di lui, di essere più veloce di lui e più ammirato di lui.
Ma ogni giorno, quando il sole tramonta, il risultato rimane invariato: è sempre meglio di me in tutto. Posso applicarmi quanto voglio. Posso essere un prodigio, proprio come lui, eppure tutto ciò non è mai sufficiente.

E ogni tanto mi viene da pensare che l'universo mi odi. Perché non è possibile che una delle persone che mi abbia fatto più male in assoluto sia la stessa che devo sfidare ogni giorno, solo per intrattenere un giovane pubblico.

È solo colpa sua, e della scienziata dai capelli rossi, se la mia vita ha preso una piega inaspettata.
Se Ayumi non avesse deciso di diventare amica di quel bambino con gli occhiali tutt'oggi saremmo amici d'infanzia. Se io e Genta non l'avessimo seguita probabilmente saremmo parte di uno stesso club della stessa scuola superiore.

Molto spesso mi chiedo che cosa sarebbe successo se Conan Edogawa non fosse mai entrato nelle nostre vite. Ogni volta che ci ripenso torno sempre alla stessa conclusione: avremmo avuto tutti un'infanzia e un'adolescenza diversa. Non so se migliore o peggiore, ma certamente diversa.

Non avrei mai dovuto abbandonare i miei compagni di gioco e i miei genitori, così come quelli di Ayumi e Genta, non sarebbero mai stati obbligati a scegliere tra l'usufruire o meno della protezione testimoni.
Sono veramente grato ai miei per aver scelto di farne a meno. Io, così abituato alla vita cittadina, sarei stato perso in mezzo alla campagna.

Anche i tutori legali degli altri due hanno rifiutato. Lo so perché li ho visti in giro per la nostra scuola elementare. Le maestre hanno avuto la premura, su richiesta degli adulti, di tenerci quantomeno in sezioni separate e di limitare i nostri contatti.
Così facendo pochi mesi dopo avevamo già trovato il nostro posto, e nuovi amici, all'interno della nuova classe.

Dalla fine delle elementari non ho più avuto loro notizie, se non quella riguardante il trasferimento di Ayumi in un'altra città, origliata per caso.

Chissà che cosa direbbe lei se sapesse chi sono diventato. Chissà chi è diventata lei.

Spenta la luce di camera mia osservo il paesaggio fuori dalla finestra. Sarebbe bello poter ammirare i giochi di luce offerti dalla capitale, ma tutto ciò che intravedo è solo una stradina buia e stretta, che separa casa mia da quella del vicino.

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