«Non mi riferivo a quello, ma all'ultima cosa che ti ho detto»
«Scusami se non riservo di una spiccata memoria.. magari me la potresti rinfrescare?»
Malfoy scuote la testa con fare divertito e continua ad avvicinarsi pericolosamente.«Non capisco perché tu debba fare la finta tonta, mezzosangue. Ricordi perfettamente ciò che ti ho detto»
A dire il vero, non si sbaglia; sono consapevole del peso che quelle parole mi hanno recato e della rabbia incontrollata che non ho saputo reprimere.
Non che mi interessi quello che pensa il furetto dalla testa platinata, ma a nessuno farebbe piacere ascoltare queste parole ventiquattr'ore su ventiquattro, sopratutto se riguarda un fatto così delicato come il sangue, oggetto di derisione per molti anni da parte di Malfoy.«Beh, sì, so a cosa ti riferisci, ma non è per quello che ho reagito in questo modo, credimi» Alzo gli occhi al cielo sbuffando.
«Guarda che io non sono Ron»
Mi acciglio, confusa
«Cosa intendi con-»
«Non mi faccio abbindolare dalle tue parole. Posso leggertelo negli occhi che le mie parole ti hanno dato più che fastidio» esclama, fissandomi intensamente negli occhi.«Ron non è uno che si fa abbindolare»
«Si, e io mi chiamo Albus Silente.. Granger, sappiamo entrambi che è un rimbambito. A lui puoi incartargliela come vuoi, ma a me no.» esclama, portandosi un dito al petto e compiendo un altro passo in avanti. I nostri corpi non erano poi così tanto vicini, tuttavia non ci siamo mai trovati a una distanza così ravvicinata; mi si mozza quasi il fiato a questo imprevisto contatto.Inaspettatamente, il battito del mio cuore inizia ad accelerare. Anche fin troppo.
«E..t-tu ti rendi conto di ferirmi con le tue parole dopo sei anni?» rispondo con una voce quasi asfissiata dall'angoscia.
Non avevamo mai affrontato questo argomento a quattr'occhi, e in modo così approfondito.Ero abituata a lui che, ogni giorno, si limitava a ferirmi con le sue solite parole spregevoli, ed io a rispondergli a tono o, talvolta, a non riuscire a reagire.. e tutto ciò ci andava bene, per modo di dire, perché ormai era divenuta una routine, una cosa quasi tradizionale. Adesso, che lui comprenda quanto potesse tormentare il mio stato d'animo, mi stupisce.
«Me ne sono sempre reso conto, mezzosangue, ma non mi importava»
«E ora ti importa?» sussurro
«Non è quello che ho detto» ribatte duro.Scuoto la testa confusa e mi porto le mani tra i capelli, scompigliandoli.
«Senti..possiamo semplicemente finire il nostro lavoro così ce ne possiamo andare e basta?» esclamo esasperata.
Malfoy annuisce silenziosamente e si rimette all'opera.
Per tutto il tempo vi era padrone un silenzio assordante; non ci siamo rivolti parola nemmeno per un secondo.
Mi sentivo anche un po' in imbarazzo. Le mie mani e le mie gambe continuavano a tremare, mentre cercavo di tenerle disperatamente ferme, senza riuscirci. La conversazione mi ha trasmesso tanta di quella adrenalina in corpo, che ora è come se vigesse completamente in me; era, anche, alquanto potente.Dopo un'ora e mezza, finiamo il nostro lavoro e ci adagiamo sfiniti sulle sedie, aspettando l'arrivo di Piton.
«Finalmente» esclamo esausta.
«La tortura insieme a te è terminata. Sono più che sollevato»
Lo guardo male per poi rivolgere lo sguardo verso il pavimento.«A me non è mai importato nulla di ciò che provavi» Malfoy inizia a parlare, rompendo il silenzio che regnava sovrano «Beh, lo notavo, ma non mi interessava. E lo sai perché?» mi domanda, stavolta posando lo sguardo su di me. Scuoto la testa leggermente «Perché..»
Io e Malfoy balziamo di botto quando sentiamo la porta spalancarsi e mostrare la figura rigida e composta di Piton.
Ci alziamo e ci mettiamo in posizione eretta dinnanzi a lui.
«Ebbene» si guarda attentamente intorno, controllando ogni singolo dettaglio «Potete recarvi nelle vostre camere. La punizione è stata effettuata a dovere. Buona giornata»
Piton si scosta leggermente, permettendoci di uscire dalla biblioteca.«Arrivederci» diciamo all'unisono io e Malfoy.
Prima che lui possa prendere la strada opposta, lo fermo, posando leggermente la mano sulla stoffa del suo mantello «Aspetta un secondo»
Il suo sguardo finisce dritto sulla mia mano.
Si scosta con fare indifferente, rivolgendomi uno sguardo annoiato.
«Che..cosa volevi dirmi prima?»
Scuote velocemente la testa.
«Niente mezzosangue, non è rilevante. Io vado. Porta a Weasley i saluti da parte mia» pronuncia le ultime parole con una nota di strana ironia, voltandosi e andando via.Ma che cosa ha nella testa quel ragazzo?
È stato un pomeriggio abbastanza intenso..così tanto che mi è ritornato il mal di testa, ed ora è ancora più forte di prima. Diamine.
Avete presente quando vivete un susseguirsi di emozioni, una dopo l'altra e ognuna diversa dall'altra? È quello che provo io in questo momento; confusione.Confusione perché Malfoy, all'inizio si comporta come il solito menefreghista, arrogante, poi inizia ad interessarsi alla mia ex vita sentimentale con Ron, facendomi da finto psicologo, ed infine sembra quasi come se gli interessasse di avermi ferito, quando sono sicura che non sia affatto così. Voleva solo dimostrare per l'ennesima volta di essere riuscito ad offendermi.
Insomma, un Malfoy che si interessa dei sentimenti altrui, è come un servo che umilia il padrone, una gerarchia governante che si capovolge, un giovane innamorato di un amore impossibile, che alla fine riesce a realizzarlo; un mondo alla rovescia, un rovesciamento burlesco della realtà, la quale si trova completamente estrinseca da ciò che è solo pura finzione.
Affondata nei miei pensieri più profondi, decido di dirigermi nella Torre Grifondoro. Faccio il mio ingresso nella mia adorata Sala Comune, quando mi trovo davanti i due piccioncini che, con mia sorpresa, discutono, e anche animatamente.
«Non capisco perché tu non glielo voglia dire, Ron!»
«Perché non è importante Lavanda, lei non deve sapere che..»
La ragazza si gira di scatto verso di me, riuscendo ad interrompere Ron in tempo.
«Che cosa succede qui?» domando con fare sospetto, avanzando lentamente verso di loro.
Lavanda mostra un sorriso malizioso, nascondendo l'ansia che, probabilmente, risiede in questo momento in lei.
«Granger, già qui? Come è andata la punizione con Malfoy?»
«Di cosa stavate parlando?» Ignoro completamente la sua domanda e mi concentro sulla loro recente conversazione.«Beh..perché non glielo dici tu, Ron? In fondo, è una cosa che ho già accennato a lei pochi giorni fa» Ora si rivolge verso di me «Che per caso non ricordi della nostra conversazione il primo giorno nella Sala Grande?»
Ci metto un po' a capire a cosa si stesse riferendo, però ricordo che mi avesse accennato al presunto tradimento di Ron.
~~~
«Le corna ti stanno facendo male alla testa? È per questo che sei così frustrata?»
«Ma di che cosa stai parlando?»
«Fattelo raccontare direttamente da Ron, vedrai che sarà ben lieto di dirti cosa è successo durante quella vostra famosa pausa di riflessione»
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I miei occhi infuocati si posano sulla figura rigida di quest'ultimo, che in questo momento fissa per terra, con i piedi che sbattono freneticamente al pavimento.
È nervoso. Molto nervoso.«Ron» attiro la sua attenzione. Alza gli occhi, che ora mi fissano colmi di paura e.. compassione.
«C'è qualcosa che devi dirmi?»Angolo autrice
Quindi, secondo voi, è vero che Ron ha tradito Hermione?
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Unbreakable Heart || Dramione
FanfictionNella straordinaria scuola di magia e stregoneria di Hogwarts anche le persone più buone possono cambiare e tramutare in quelle, cosiddette, cattive. Nella vita si soffre e per questo si cambia; Draco Malfoy questo lo sapeva bene.. quindi, chi lo...