11. Rabbia e dolore

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Ron tace; i suoi occhi,ora, sono completamente immersi nei miei

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Ron tace; i suoi occhi,ora, sono completamente immersi nei miei. Lavanda sposta lo sguardo da me e lo punta su Ron, impazientita.

«Allora?» sbotta, facendolo sobbalzare «Glielo dici tu o glielo devo dire io?»
«No!» esclama Ron «Glielo dico io. Ci lasci soli, per favore?»
Lavanda sbuffa ed esce dalla Sala Comune, lanciandomi un'occhiata maliziosa.

Appena la porta si chiude, Ron prende un bel respiro ed inizia a muoversi per tutta la stanza.
«Possiamo sederci?» domanda
«Sto bene in piedi, grazie. Parla»
«Ok.. va bene» risponde in un sussurro.
Inizia a camminare più velocemente intorno alla stanza con le mani tra i capelli, iniziando a scompigliarli leggermente. Sbuffa numerose volte, ma ancora non si decide a parlarmi chiaro e tondo, così intervengo di scatto.

«Ron, devo per caso andare a chiamare Lavanda? Non ho tutto il tempo del mondo!» Sbotto impavida.
«Ma tu credi che sia facile?» Mi guarda con occhi ormai ridotti in due fessure «Non sai che cosa ho passato, Hermione»

Spalanco gli occhi.
Che cosa ha passato lui? Piuttosto che cosa ho passato io!
«Perché io infatti mi sono divertita» Ride nervosamente «Allora è vero o no?»
«Cosa?» chiede, ormai, sull'orlo dell'esasperazione
«Mi hai tradito?» La mia voce è ferma e indigesta, anche se le mie gambe dicono tutto il contrario, dato che stanno traballando fin dal primo istante in cui ho messo piede qui dentro.

«Roba da pazzi» esordisce ridendo.
Continua imperterrito a toccarsi la bocca e sfiorare leggermente con la mano il naso, con fare angoscioso.
Qualcosa mi dice che sta cercando in tutti i modi di nascondermi la verità.
«T-tu..» sospira ancora una volta «Davvero credi alle parole di Lavanda?»
«Per caso.. non dovrei?» chiedo con fare confuso «Stai mettendo in dubbio la sincerità della tua ragazza? Pessimo da parte tua» rido ironicamente, sedendomi sul divano, e nel frattempo, accavallando le gambe.

«Non cercare di provocarmi» si avvicina minaccioso verso di me.
«Chi ti sta provocando? Io?» domando ancora con una faccia altamente colma di ironia e ferocia. Voglio sfidarlo. Voglio provocarlo. Almeno così svuoterà il sacco.
«Cosa ti costa dire, si Hermione, ti ho tradito, ed è per questo che ti ho lasciato , usando per di più, una scusa del cazzo!» sbatto un piede a terra e successivamente l'altro, alzandomi con fare scattante.

Mi ritrovo faccia a faccia con lui.
Siamo molto vicini, così tanto che posso sentire il respiro di Ron sfiorarmi le labbra. Deglutisco e immergo i miei occhi nei suoi, come se cercassi di studiarli,
«Non mentirmi, non più» scuoto la testa. I miei occhi iniziano a diventare umidi. Non riesco a trattenere le lacrime. Maledette gocce d'acqua mi solcano il volto. Cerco in ogni modo di non sprecarle tutte. Non qui. Non davanti a lui. Non a causa sua. La gola inizia a bruciarmi fortemente. Serro i pugni e mi avvicino ancora di più, così tanto che le mie labbra sfiorano leggermente le sue.

«Se non mi dici la verità» inizio a deglutire in modo fragoroso «Ti assicuro che ti farò soffrire allo stesso modo in cui tu hai fatto soffrire me, Ronald Weasley» Ron sembra non voglia interrompere il contatto visivo dal mio. Assume una faccia compunta e confusa allo stesso tempo. La sua bocca si muove ma non riesce ad emettere nessun suono.

«Non ne saresti capace. Non lo sei mai stata» mi risponde, con voce leggermente tremante.
«Si» esclama «Ti ho tradito»
Un'altra lacrima riga il mio viso. Questa parola è una coltellata al cuore.
«E non me ne pento»
Questioni di pochi secondi, che riecheggia il rumore del mio schiaffo in tutta la stanza.
La guancia di Ron inizia a diventare rossa.
Lo guardo con occhi pieni di.. ogni emozioni possibile ed immaginabile.

Rabbia, dolore, delusione, schifo, disprezzo, sconforto, frustrazione, ma anche.. sollievo.
«Sei solo uno stronzo» sibilo con denti stretti, guardandolo con disprezzo «Va all'inferno»
Mi giro di scatto ed esco dalla Sala Comune, con passi veloci ma indecisi.
Le mie gambe non reggono molto.
Ad ogni basso sento come se stessi sul punto di cadere a terra e lasciarmi in un pianto disperato ed isterico.

«Oh, tutto bene? Non hai una bella cera» non appena esco, intravedo Lavanda appoggiata al muro, con una mano sulle labbra. Come se cercasse di trattenersi dalle risate.
«Dovrei dirti che mi dispiace, ma sarebbe una bugia» Inizia ad avvicinarsi.
Osa anche solo sfiorarmi e non rispondo di me. Il sangue mi ribolle nelle vene.
La mano tremante che ha appena colpito la guancia di Ron, potrebbe colpire anche la sua.

«Ron è più felice con me» ammette dura, con un mezzo ghigno sulle labbra «Fattene una ragione. Ciao carina» mi sorpassa dandomi una leggera spallata.
Serro i pugni e le lacrime riniziano a scendere di nuovo, più spedite di prima.
Stavolta però, sono lacrime di rabbia.

Mi allontano il più possibile da quel posto. Non so dove io mi stia dirigendo. Non ho una meta ben precisa. Voglio solo stare da sola.
Ho un'insana voglia di urlare finché mi sarà possibile farlo. Ho tutto dentro, ed ho bisogno che esca fuori, al più presto, o potrei seriamente finire per impazzire.
Una volta svoltato l'angolo, mi ritrovo davanti la figura di Malfoy, a braccetto con Pansy: ci mancavano solo loro.

Mi fermo di scatto e anche loro.
Rimaniamo a fissarci in silenzio.
«Uuh, che succede mezzosangue?» inizia la Parkinson con la sua solita voce da gallina e da finta interessata.
«Pansy» rimprovera Malfoy «Conviene andare, non credi? Non dovremmo..» sposta lo sguardo, pieno di freddezza, verso di me «..perdere tempo con la vita sentimentale di una noiosa mezzosangue come lei»

Pronuncia queste ultime parole con una tale rabbia che mi fa fervere così tanto la circolazione sanguigna da non riuscire a trattenermi.
«Ma qualcuno vi ha per caso chiesto qualcosa?!» La mia voce è così alta che riecheggia in tutto il corridoio «Pensate alla vostra vita, invece di tormentare la mia, cazzo!» urlo così forte, che la vena del mio collo inizia a pulsare all'impazzata.
I visi dei due ragazzi si contraggono e diventano immancabilmente duri; sopratutto quello della Parkinson.
Malfoy ha la mascella serrata,uno sguardo smarrito, ma sempre colmo d'odio e d'ira, data dalla sua bocca che forma una leggere smorfia.

Riallungo ancora una volta il passo, sorpassandoli.
«Che cazzo hai detto, lurida mezzosangue?» Sento la voce della Parkinson, e tutto d'un tratto, mi ritrovo la faccia a terra.

Mi ha spinto.

Angolo autrice
Tante emozioni oggi per la nostra Hermione!

Unbreakable Heart || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora