L'impatto dell'aereo con il suolo mi fa svegliare di soprassalto. Ancora quel sogno, ogni volta che chiudo gli occhi quelle immagini fanno la loro comparsa nella mia mente.
Non ne posso più, cerco di scuotere la testa come se potesse servire a scacciarle dalla mia testa. Allungo prima le braccia e poi le gambe, tento di stiracchiarmi leggermente nello spazio ridotto che ho a disposizione.
I sedili degli aerei sono davvero scomodi, penso proprio che dovrebbero metterli più distanti l'uno dall'altro.
Credo che dovrò patire ancora per poco, l'aereo si sta per arrestare. Riesco già a scorgere, attraverso il finestrino posizionato al mio fianco, il profilo di Los Angeles.
Ancora non ci credo di essere qui!
Ho iniziato il college a Phoenix, in Arizona. Non era di certo la mia prima scelta, ma non sono riuscita ad entrare da nessun'altra parte.
Nell'ultimo anno non sono riuscita a studiare molto per cause che non sono dipese da me, inutile dire che ho fallito miseramente i test per accedere alle borse di studio.
Non so come, per quale strano caso o fortuna, quel giorno mi è arrivato un messaggio da parte della segreteria dell'UCLA.
Alcuni ragazzi evidentemente hanno rinunciato al loro posto in quel campus e, grazie allo scorrimento della classifica, hanno deciso di prendere me. All'inizio stentavo a crederci, ma ora sono così felice di questa svolta nella mia vita. Per me sarà un nuovo inizio lontano dal mio passato tormentato.
Non sarà semplice per me subentrare nel corso dell'anno visto che gli altri avranno già dato la metà degli esami previsti, ma mi sforzerò di studiare e recuperare tutto.
Il mio problema è sempre stato Luke, il mio ex ragazzo. La nostra non era una relazione sana, mi costringeva a star sempre con lui e a non vedere mai le mie amiche.
Non mi lasciava nemmeno il tempo per studiare, pretendeva che stessi sempre con lui. Avevo quindici anni quando ci siamo messi insieme, lui ne aveva diciotto.
Ho perso ogni rapporto a causa sua, non ho mai potuto partecipare alle tipiche feste a cui ogni ragazza che frequenta il liceo sogna di andare. Ho buttato tanti anni della mia vita per stargli dietro, ero convinta che fosse amore.
Ad oggi, la mia consapevolezza é che quello non era amore. Era un rapporto malato.
Spero solo di non rivederlo mai più, ma purtroppo so che le immagini di ciò che mi ha fatto continueranno a tormentarmi per il resto della mia vita.
L'aereo si è fermato, allungo le braccia per recuperare il mio bagaglio a mano.
Esco alla svelta da questa odiosa scatola di metallo, non amo particolarmente viaggiare sugli aerei. Mi sposto con passo lesto verso la stanza dove si effettua il check out.
Mi avvicino al nastro trasportatore, cerco di individuare la mia valigia fra la moltitudine di bagagli che scorrono veloci su di esso.
Trovata! La individuo grazie al fiocco bianco che mia madre ha insistito per legare sulla maniglia. Alla fine si è rivelato utile.
Esco dall'aeroporto, il mio taxi mi sta aspettando all'uscita.
Apro la portiera del veicolo giallo e prendo posto sul sedile anteriore. Mi volto in direzione del sottile vetro che mi separa dal paesaggio, la costa della California è totalmente diversa dall'Arizona.
Le palme e il mare scorrono veloci al mio fianco, fortunatamente il mio college non dista poi così tanto dal centro di LA.
Mi sembra ancora di star sognando, mi do un leggero pizzicotto sul braccio per convincermi che sia tutto reale.
Il taxi si arresta, pago la somma per la corsa al conducente. Scendo dall'auto trascinandomi dietro le valigie.
Il campus sembra davvero enorme, almeno questa è l'impressione che da visto da fuori, devo riuscire a trovare la segreteria.
Attraverso l'imponente cancello in ferro battuto, mi avvio per una stradina.
Individuo un imponente edificio il muratura rossa, dalle dimensioni sembra essere quello principale. Decido di entrare, a quanto pare sono riuscita a trovare molto facilmente il centro d'accoglienza per gli studenti.
Mi sento così leggera, sta iniziando una nuova vita per me. Ho deciso di lasciare alle mie spalle il mio passato, voglio concedermi tutte quelle esperienze che mi sono state negate durante la mia adolescenza.
Mi avvicino all'enorme tavolo al centro della stanza, una donna dai capelli lunghi e neri alza il suo sguardo nella mia direzione.
"Buonasera, sono appena arrivata. Mi servirebbero le chiavi del mio appartamento" le dico con tono cordiale.
"Nome?" domanda secca la donna.
"Emma Parker" rispondo subito.
La signora comincia a digitare qualcosa sul computer, comincia a far scorrere il suo sguardo sul monitor.
"Ecco qua, appartamento numero 536" mi porge un mazzo di chiavi, il mio sguardo ricade sull'estroso portachiavi giallo e blu.
"Ci abita qualcun altro?" provo a domandare, non ho la minima idea se mi tocchi abitare da sola o meno. Un po' di compagnia di certo non mi dispiacerebbe.
"Una ragazza, aspetta che cerco il suo nome.. si chiama Clary Gray" risponde la donna.
"Oh grazie" afferro il mazzo di chiavi.
"Arrivederci" saluto la donna.
Mi avvicino a un enorme mappa del campus posta al centro della stanza, cerco di individuare il mio palazzo.
Non è molto vicino, vorrà dire che sarò costretta a camminare un bel po' trascinandomi dietro queste valigie che, ad ogni passo, si fanno sempre più pesanti.
Mi sono portata dietro praticamente tutto il mio armadio, credo di non aver lasciato alcun vestito a casa dei miei genitori.
Arrivo a fatica di fronte all'edificio in cui dovrò passare i prossimi cinque anni, sempre se riuscirò a fare tutti gli esami prestabiliti.
Apro il pesante portone con il respiro corto, mi avvio per le scale in cerca della porta con il numero 536.
Finalmente sono arrivata, decido di bussare sperando che questa Clary sia in casa.
Apre la porta una ragazza bassina con i capelli scuri, delle morbide onde contornano i suoi lineamenti a dir poco perfetti.
I suoi occhi sono verdi, o forse azzurri.
In realtà non saprei definire il colore delle sue iridi, sono davvero particolari.
"Ciao, sono Clary" sorride lei porgendomi la mano. La sua voce e il suo aspetto sembrano così familiari. È come se l'avessi già vista da qualche parte e non riuscissi a ricordare dove.
Credo sia impossibile.
"Emma" stringo la sua mano ricambiando il sorriso dipinto sulle sue labbra.
"Vieni, ti faccio vedere l'appartamento. Non è grandissimo, ma in due ci si sta abbastanza bene" mi fa segno di seguirla nel salotto, si trova subito di fronte all'ingresso.
"Qui c'è la camera da letto" indica una porta in legno chiaro. La stanza è piccola, ma allo stesso tempo molto accogliente.
"E da lì si accede al bagno, purtroppo è uno solo" una smorfia si cala sul suo volto.
"Poi lì c'è la cucina, ma sappi che tendo ad ordinare molto spesso cibo da asporto. Sono una frana ai fornelli" ridacchia la ragazza.
"Anche io" scrollo le spalle.
"Bene" scuote la testa divertita lei.
"Fortuna che c'è la mensa del campus.. non è di certo paragonabile a un ristorante stellato, ma non è male" aggiunge poi facendo spallucce.
"Puoi posare in camera le tue valigie, c'è un armadio completamente libero dove puoi riporre tutti i tuoi vestiti" indica con un cenno del mento un imponente guardaroba.
"Va bene, grazie" mi avvio in quella direzione.
Appoggio a terra le valigie, mi chino per aprire le cerniere e tirare fuori a poco poco tutti i miei vestiti. Afferro le maniglie dell'armadio e spalanco le ante, trovo una maglietta rosa cipria appoggiata sul fondo.
Non è nemmeno piegata, è completamente stropicciata. Chissà da quanto è qui.
"È tua?" la afferro voltandomi in direzione della ragazza che ho appena conosciuto, una strana espressione si dipinge sul suo volto.
"Oh no, è di Ava" sospira lei, è come se pronunciare questo nome le provocasse una sorta di tristezza.
Non faccio nessuna domanda, non mi sembra proprio il caso di impicciarmi negli affari altrui. Sono una persona abituata a stare molto sulle sue, a dire il vero faccio molta fatica ad aprirmi in modo sincero con le persone per via delle mie esperienze passate.
"Era la mia migliore amica" borbotta a bassa voce Clary, lancia la maglia in un cassetto senza neanche piegarla. È come se stesse cercando di gettare via un ricordo doloroso.
"Oh" mi limito a rispondere.
La suoneria del suo cellulare interviene ad interrompere questa conversazione.
"Scusami" mormora lei prima di estrarre il suo telefono dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni.
Io ricomincio a sistemare le mie cose.
"Jaden" la sento esclamare.
"Non chiamarmi così" sbuffa poi.
"Hey" si lamenta subito dopo.
Credo che stia parlando con il suo fidanzato, ma c'è qualcosa che non mi torna.
Soffermo nuovamente lo sguardo sulla ragazza, ora ho capito dove l'ho già vista. Ma certo!
È Clary Gray, la ragazza di Jaden Hossler.
Lui è una delle web star più famose, fa parte di un gruppo di ragazzi chiamati Sway House.
Sono anni che seguo quei ragazzi, i loro video sono sempre riusciti a strapparmi un sorriso.
Ricollego tutto, ho visto spesso Clary nelle storie e nelle foto con i ragazzi della Sway.
"Ti amo idiota" ridacchia lei prima di riagganciare la chiamata, mi soffermo di nuovo sul suo viso. È proprio lei.Ecco il primo capitolo della mia nuova storia, spero tanto che vi sia piaciuto.
Vi piace Emma come personaggio?
Sarà la nuova coinquilina di Clary.. chi ha letto il mio libro precedente avrà già chiari vari dettagli a partire da Jaden fino ad arrivare ad Ava. Se non lo avete letto, non preoccupatevi piano piano chiarirò ogni vostro dubbio.
Le vicende di Emma con il suo ex ragazzo influiranno molto sulla storia, ma non voglio anticiparvi troppo!
Aggiornerò presto🤍
Per questa storia devo ringraziare la mia amica laragazzadelcieloblu che mi ha aiutata con l'idea di continuare la mia storia precedente.
A proposito, vi consiglio molto la sua storia!
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YOU
FanfictionEmma, una ragazza di 18 anni, si trasferisce all'UCLA, il college dei suoi sogni, nel bel mezzo dell'anno. Viene assegnata in stanza con una ragazza, Clary. Scoprirà che questa ragazza è la fidanzata di una famosa star del web. Clary le farà conosc...