Capitolo 58

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La suoneria del mio cellulare attira la mia attenzione, lo sblocco per constatare che si tratta soltanto dell'ennesimo messaggio da parte di Bryce. Mi comporterò come ho già fatto con gli altri duecento che mi ha inviato nell'arco dell'ultima settimana, lì visualizzerò senza rispondere. Ho ignorato anche tutte le sue chiamate, credo abbia provato a contattarmi più di cinquanta volte in tutto.
'Mi stai costringendo a venire sotto casa tua, fra cinque minuti sono lì'
Non appena leggo le sue parole, il cuore comincia a martellare nel mio petto come se volesse uscire fuori dalla mia gabbia toracica.
Odio il modo in cui il mio corpo reagisce quando si tratta di lui, tutto questo è tremendamente sbagliato.
"Sta venendo qui" sbotto.
"Allora io me ne vado, vi lascio spazio per parlare" Clary si infila al volo la giacca di jeans e afferra le chiavi della sua auto dal comodino.
"Non ce n'é bisogno, non ho intenzione di farlo salire" mi lascio cadere con la schiena contro il materasso, non cederò così facilmente.
Sono sette giorni che non ci vediamo e ammetto che mi manca nonostante tutto, ma non voglio dargli questa soddisfazione.
Non dopo quello che ha fatto, che poi, credo che sia meglio non pensarci altrimenti mi salirà la nausea ancora una volta per colpa sua.
"Emma" mi ammonisce Clary.
"Tu sei di parte, è il tuo migliore amico" mi acciglio rivolgendo un'occhiata contrariata nella sua direzione, non vorrei che quei due abbiano architettato qualcosa alle mie spalle.
Sarebbe davvero scorretto.
"Io vado, non si sa mai" ridacchia lei, so bene che è  molto difficile dissuaderla quando si mette una cosa in testa.
Ormai ho imparato a conoscerla.
"Parlaci" insiste lei.
"Non ho voglia" scrollo le spalle.
"Stasera vieni? Andiamo a cena in una specie di pub, in teoria c'è anche un dj set" chiede.
"Non credo" sospiro.
"Emma, è una settimana che te ne stai chiusa qui dentro a studiare. Esci solo per andare a lezione o al campo per allenarti!" mi fa notare lei, ma proprio non me la sono sentita di mettere piede alla villa e rischiare di incontrare Bryce.
"Stasera non mi va" sbuffo guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua.
"Prometto che domani verrò alla festa, giusto perché ci sarà anche Lauren a farmi da sostegno morale" borbotto.
"Oh, e tu tieni Bryce lontano da me" la indico con un gesto plateale della mano.
"Come vuoi" ride lei.
"Ma ho come l'impressione che oggi risolverete tutto" fa un'occhiolino, non penso che abbia capito quanto anche io possa essere ostinata.
"No" obietto subito.
"Ci vediamo stasera quando torno" mi saluta lei con un sorrisetto beffardo e compiaciuto sulle labbra, a questo punto mi sorge il dubbio che si sia messa d'accordo con Bryce.
A proposito di lui, mi sta chiamando.
Mi affretto a sollevare il telefono per attaccare, non voglio sentire la sua voce e men che meno di incontrare i suoi occhi color nocciola che riescono a mandarmi in confusione ogni volta.
Ecco che arriva un messaggio.
'Sono qui sotto'
Leggo, ma decido di ignorarlo.
'Lo hai voluto tu'
Arriva l'ennesimo messaggio da parte sua, non ho idea di cosa voglia intendere con queste parole. Cosa ha intenzione di fare?
Decido di non preoccuparmene, tanto si stancherà di stare qui sotto e se ne andrà.
Ne sono sicura.
Non ha poi così tanta pazienza.
Non sopporto più questi jeans addosso, decido di cambiarmi e indossare una maglietta oversize come se fosse un vestito. È molto corta, tanto che arriva a malapena al di sotto del mio fondoschiena, ma in fondo sono a casa da sola e non aspetto nessuno.
Sento il rumore del portone di ingresso, credo che Clary abbia dimenticato qualcosa.
"Ti sei dimenticata di nuovo il cellulare?" ridacchio alzando la voce in modo tale che possa sentirmi dal salone, non ho voglia di alzarmi di nuovo dal letto.
"Emma" mi blocco non appena sento la sua voce, come diamine ha fatto ad entrare?
"Questa è violazione di domicilio" borbotto non appena varca la soglia della mia camera, cerco di coprire le mie cosce con il sottile tessuto in cotone della t-shirt che indosso.
"Clary mi ha dato le chiavi, l'ho incontrata qui sotto" si affretta a spiegare.
Questa me la pagheranno, entrambi.
Anche Clary mi sentirà stavolta.
Ci ho visto lungo, questi due hanno pianificato il tutto alle mie spalle e la cosa non mi va affatto giù.
"Non voglio parlare con te, credevo che l'aver ignorato ogni tuo tentativo di contattarmi fosse un segnale ben chiaro" ci tengo a precisare.
"Non mi interessa" sbuffa lui, viene a sedersi sul bordo del mio letto facendomi arretrare.
La sua vicinanza potrebbe darmi alla testa, quindi credo che sia meglio prevenire qualsiasi danno allontanandomi.
"A me non importa ciò che hai da dire" sbuffo, cerco di nuovo di allungare inutilmente la maglietta fino alla metà della mia coscia.
"Puoi concedermi almeno cinque minuti del tuo tempo? Mi bastano" sospira.
"No" incrocio le braccia al petto.
"Due?" ritenta.
"Dieci secondi, quelli che impiegherai a alzarti dal mio letto e dirigerti verso l'uscita" sbotto in modo acido, cerco di mantenermi inespressiva per non far trapelare alcuna emozione.
"Sono stato un idiota ho sbagliato, ma ero serio quando ti ho detto che provo qualcosa per te Emma" ricordo le sue parole da ubriaco, mi viene naturale storcere il naso.
"Non mi credi?" chiede sbuffando, mi limito a scuotere la testa in risposta.
"Ti ho dimostrato in ogni modo quanto io tenga a te, adesso vuoi distruggere tutto per uno stupido errore?" si sta alterando.
"Non ho distrutto niente, non c'è stato nulla fra noi se non qualche bacio e non si tratta di uno stupido errore come dici tu" pronuncio a fatica queste parole, una morsa mi stringe per bene all'altezza dello stomaco.
"Non lo pensi davvero" assottiglia gli occhi riducendoli a due fessure, mi chiedo come abbia fatto a capire che io stessi mentendo.
"Okay, allora mettiamola in questo modo" inspiro ed espiro lentamente, sto per tirare fuori tutto ciò che ho pensato questi giorni che sono stata lontana da lui.
"Tu hai distrutto tutto, avresti potuto evitare di ubriacarti per farti ballare addosso da una ragazza qualunque" gli punto il dito contro.
"Sì hai fatto un errore, ma potresti commetterlo ancora e ancora perché le persone purtroppo non cambiano. Devo ricordarti quando hai baciato Daisy davanti ai miei occhi? C'è bisogno che ti rammenti che poche ore prima avevi baciato anche me?" sputo acida.
"Ne hai fatti tanti di errori" preciso.
"Volevo levare te dalla mia testa, ecco perché ho continuato a frequentarla" sbotta alzando la voce, riesco a leggere un accenno di delusione nel suo sguardo e nel suo tono di voce.
"Io ci sono sempre stato per te, ma a te piace vedere solo i miei lati negativi a quanto pare" adesso sembra furioso.
"Ho commesso un altro errore, non sarei dovuto venire qui" si alza di scatto e, senza lasciarmi il tempo di replicare, esce di fretta dal mio appartamento e io mi sento di nuovo vuota senza di lui.
Forse ho sbagliato qualcosa anche io, magari non avrei dovuto rispondere il quel modo.
Forse.

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