"Perché Josh non è venuto con noi?" mi domanda Kio con evidente curiosità.
"Ha detto che doveva fare delle cose con il computer, non so cosa" faccio spallucce.
"Oh" annuisce lui titubante.
Ho deciso che, almeno per questa volta, concederò a Josh il benefico del dubbio. Ultimamente sembra così stressato e pieno di pensieri per la testa, mi sto convincendo che abbia davvero qualche problema con il suo manager e che sia sotto pressione a causa del suo lavoro.
"Credo che stia lavorando al suo merch" Griffin interviene, potrei essermi preoccupata così tanto per nulla di concreto.
Sto cercando di scacciare dalla mia testa il pensiero che lui abbia un'altra, secondo me non ne sarebbe capace. Comunque, in ogni caso, non avrei voce in capitolo visto che non sono in alcun modo la sua fidanzata.
"Mh" decido di lasciar stare questo discorso, voglio godermi la giornata qui a The Venetian senza troppe paranoie per la testa.
Questo posto sembra un po' una rivisitazione di Venezia, una città italiana particolarmente famosa che avrei sempre voluto visitare. L'ho sempre vista in foto e l'ho immaginata dai racconti di mia madre, questo posto la ricorda davvero molto. Fra gli enormi palazzi, ci sono una serie di fiumi sui quali galleggiano tantissime gondole. Abbiamo appena terminato di fare un giro su una di queste, in realtà non mi è piaciuto così tanto visto che soffro praticamente da sempre di mal di mare.
"Dove andiamo a pranzo?" domanda Noah.
"C'è una specie di ristorante italiano" replica Kio smanettando con il suo cellulare, credo che stia controllando sulla mappa digitale.
Tutti sembrano entusiasti di andare lì, anche io lo sono a dire il vero.
Quando abitavo a Phoenix, con la mia famiglia, mia mamma cucinava spesso piatti italiani per tramandarci le sue origini. Rispetto al cibo che ci danno nella mensa del college, la cucina di mia mamma è tutta un'altra cosa.
Quasi mi manca.
"Dopo mangiato andiamo a vedere la zona che rappresenta Parigi?" propone Clary.
"Sì, ma non dobbiamo fare tanto tardi. Io devo andare a prendere gli altri all'aeroporto" si sta riferendo a Tayler, i Lopez e Daisy.
Purtroppo è arrivato il giorno del suo arrivo, mi innervosisco solo al pensiero.
"Per arrivare al ristorante dobbiamo andare dritti e poi svoltare a destra in quella via" Kio ci fa segno di seguirlo, ci conduce fino al ristorante in pochissimi minuti.
Una serie di tavoli in legno è sistemata all'esterno, ognuno di questi è ricoperto da una tovaglia a quadri bianchi e rossi.
"Quanti siete?" ci domanda uno dei camerieri, indossa una camicia bianca e un farfallino che riprende i colori dell'insegna.
"Dieci" risponde subito Griffin.
"Venite con me" il ragazzo ci conduce verso una lunga tavolata, ci mettiamo seduti in attesa di poter ordinare. Prendo posto fra Bryce e Clary, la sorte vuole che io capiti praticamente ogni volta accanto a lui.
Il ragazzo di prima compare dopo qualche minuto per prendere le ordinazioni, la maggior parte di noi sceglie una delle tante tipologie di piatti di pasta presenti sul menù.
Sono davvero veloci a portarci ciò che abbiamo ordinato, l'attesa è stat davvero irrisoria. Meglio così, il mio stomaco sta brontolando in modo piuttosto fastidioso.
"Sono duri" Bryce si lamenta dei suoi spaghetti al sugo, gli lancio un'occhiata divertita.
"Si mangiano così, non scotti e mosci come li fate voi" ridacchio, mia madre ha sempre detto che gli americani sbagliano a cuocere la pasta perché la lasciano sul fuoco finché non diventa molle e scotta.
"Sei mai stata in Italia?" mi domanda lui.
"Purtroppo no" una smorfia contrariata si dipinge sul mio viso, credo che sia una delle rare volte in cui io e Bryce riusciamo ad avere una conversazione civile senza stuzzicarci continuamente.Dopo mangiato, ci facciamo accompagnare dai taxi verso la zona che ricorda Parigi. C'è un'enorme riproduzione della torre Eiffel, ma, visto che è giorno, purtroppo non è illuminata.
"Ci dovrebbe essere anche qui un casinò" se ne esce Quinton, non ho proprio voglia di passare altro tempo a annoiarmi guardando i ragazzi che partecipano a quegli stupidi giochi.
"Io passo" interviene subito Clary, sono davvero tentata di fare lo stesso.
"Noi andiamo a farci un giro allora dai" Jaden decide di accontentarla, la prende per mano e la attira a sé.
"Ci vediamo dopo" ci salutano prima di sparire dal mio campo visivo.
Se potessi, andrei a fare un giro ben volentieri anche io, ma purtroppo non c'è Josh. A lui lo avrei potuto chiedere senza problemi.
"Anche io e Emma" Bryce sembra leggermi nel pensiero, lo guardo senza dire nulla. Sono rimasta sorpresa da questa sua iniziativa.
"Andiamo" mi trascina via dal resto dei ragazzi.
"Hey so camminare" mi lamento liberandomi dalla sua stretta sul mio polso, mi infastidisce essere trascinata come se fossi un pacco.
"Perché lo hai fatto?" domando curiosa, non posso non ammettere che mi abbia fatto molto piacere questi suo gesto.
"Cosa?" domanda lui.
"Perché non sei andato con loro?" chiedo.
"Perché ho visto la tua faccia, per una volta ho deciso di fare un'azione di bene" ridacchia.
"Grazie" accenno un sorriso.
"Ho voluto evitare che qualche trentenne ci provasse di nuovo con te, se Josh non c'è io devo tenere sotto controllo la sua ragazza" aggiunge con un sorrisetto soddisfatto.
Mi chiedo perché ogni volta debba sottolineare che, ogni singolo gesto nei miei confronti, sia fatto per conto di Josh. Continua poi a sottintendere che io sia la ragazza del suo migliore amico, ma mi sono stufata di ribadire tutte le volte il fatto che io non sia legata a lui in maniera ufficiale.
Almeno da parte mia, dopo ciò che è successo ieri sera, c'è un minimo di imbarazzo nello stare sola con Bryce. Per lui sembra non essere cambiato nulla, ma io mi ritrovo ad essere confusa come non mai.
Non può piacermi un tipo così, insomma mi fa saltare costantemente i nervi e è davvero raro che riusciamo ad andare d'accordo.
Ammetto però che ieri, per un secondo, mi sono sentita davvero tentata di posare le mia labbra sulle sue. Scuoto la testa per scacciare questo pensiero sbagliato dalla mia mente, devo frenare questa cosa prima che sia troppo tardi.
"Dove vuoi andare?" è lui a rompere il silenzio, la sua voce mi distoglie dai miei pensieri confusi e annebbiati.
"Non lo so" rispondo io, in realtà non conosco bene questi posto e non ho la minima idea di dove potremmo andare.
"New York?" propone lui.
"È tanto distante da qui?" chiedo in risposta, non penso di riuscire a camminare molto per via di questo fastidioso caldo appiccicoso.
"No, il cellulare calcola soltanto dieci minuti di camminata" mi informa.
Ci dirigiamo a passo svelto verso questa zona, Bryce mi fa strada controllando di tanto in tanto sulla mappa del suo telefono.
Ci troviamo di fronte a una specie di New York in miniatura, c'è anche una riproduzione della Statua della libertà. Ovviamente non è tanto grande e alta come l'originale. Alle spalle di questa ci sono dei grattacieli che ricordano proprio quelli della 'grande mela'. La mia attenzione viene subito attirata da una montagna russa, mi chiedo cosa ci faccia nel bel mezzo di un quartiere.
"Fammi indovinare.." Bryce finge di pensare, si tocca il mento con l'indice e il pollice.
"Vuoi salire lì sopra" indica la giostra. Mi sto cominciando a preoccupare, se potesse davvero leggermi nella mente sarebbe un bel guaio.
"Sì" ridacchio.
"Andiamo, forza" ci dirigiamo all'ingresso dell'attrazione, lo scheletro della giostra è realizzato in metallo rosso e bianco.
Ci mettiamo subito in coda ad attendere il nostro turno di salire, non vedo l'ora. Da qua sotto, sembra davvero alta questa attrazione.
"Tocca a noi" mi avverte Bryce.
Prendiamo subito posto sulla montagna russa, i vagoncini sono costruiti a somiglianza dei classici taxi che girano per New York.
"Chiudete le vostre cinture" ci avverte l'addetto alla sicurezza, io e Bryce lo facciamo immediatamente. Una ragazza passa a controllare che ognuno lo abbia fatto in modo corretto, noto che sofferma il suo sguardo su Bryce più del dovuto.
"Gelosa?" ridacchia lui.
"No" gli faccio la linguaccia.
La giostra parte, iniziamo a salire sempre più in alto. È arrivato il fatidico momento della discesa, cominciamo a scendere a tutta velocità per ritrovarci a testa in giù più e più volte.
"Non ti facevo così tanto fifona" sogghigna Bryce non appena la giostra si arresta.
"Ma che dici" borbotto.
"Non puoi negare l'evidenza" ridacchia lui.
Mi rendo conto solo ora di aver stretto la mia mano alla sua, non appena me ne accorgo la ritiro cercando di nascondere il mio imbarazzo.
"Non me ne sono resa conto, scusami" biascico uscendo di scatto dal vagone della giostra.
"Dai facciamo un giro fifona" continua a ridere di gusto, io invece vorrei proprio sotterrarmi.
"Okay" sospiro, spero solo che non dia troppo peso al mio gesto e che se lo dimentichi presto.
"Entriamo lì" esclamo non appena scorgo un enorme casa con scritto sull'insegna 'Chocolate world'.
"Va bene" ridacchia Bryce, forse mi sto emozionando troppo per un negozio di dolciumi. Non appena varchiamo la soglia, mi ritrovo immersa in un piacevole odore dolce.
Ci sono addirittura una Statua della libertà e un grattacielo realizzati interamente in cioccolato al latte. Iniziamo con il reparto dedicato ai Reese's, persino i lampadari sono a forma di cioccolatino. Attaccati al muro vi sono degli enormi distributori di praline di cioccolato di ogni tipo, forma e colore.
Mi sembra di essere in un sogno.
Passiamo per il reparto degli Hersey's e quello dei Kisses, potrei davvero passare delle ore qui dentro.
"Ora ti porto da un'altra parte" finito il giro all'interno del negozio, Bryce mi trascina letteralmente dall'altra parte della strada.
'M&M's world' leggo sull'insegna, non sapevo che ce ne fosse uno qui a Las Vegas.
All'interno il negozio è tutto colorato, i confetti sono disposti in ordine di colore.
"È il muro di caramelle più grande del mondo" sento la voce di un papà che lo spiega a suo figlio, credo di avere gli stessi occhi sognanti del bambino in questo istante.
Mi rendo conto che Bryce è sparito, mi guardo intorno del tentativo di individuarlo.
"Mi cercavi?" ghigna alle mie spalle.
"Dove eri?" chiedo in risposta.
"A prendere queste" mi porge una bustina stracolma di cioccolatini, mi fa quasi strano vederlo così gentile nei miei confronti. Sono più abituata al suo continuo punzecchiando x Qualcosa mi dice che questa apparenta calma fra noi durerà davvero poco.
"Grazie" porto una pralina rosa alla mia bocca.
"Visto che sono stato così carino, adesso mi accompagni in un posto che piace a me" sogghigna furbo, ecco la fregatura.
"Dove?" domando curiosa.
"Vedrai" ridacchia divertito.
Mi trascina letteralmente in un posto chiamato 'Gameworks', ci sono videogiochi di ogni tipo.
"Adesso giochi contro di me" mi indica un simulatore di gare di velocità con la macchina, non credo di essere capace.
"Mh va bene" acconsento.
Prendo posto sul sedile e afferro saldamente il volante con le dita, Bryce fa lo stesso.
"Ho vinto" esulta vittorioso, non è che ci volesse poi così tanto a battermi a questo gioco in cui sono davvero incapace.
"Uffa" sbuffo io.
Continuiamo a girare per Las Vegas e, quasi mi costa ammetterlo, ma mi sto divertendo davvero. Bryce, stranamente, non ha fatto ancora nessuna delle sue tipiche battutine che mi fanno saltare il sistema nervoso.
"Mi fanno male le gambe" mi lamento, abbiamo camminato davvero tanto.
"Sediamoci lì" indica una panchina in legno posizionata di fronte a una fontana enorme, annuisco in risposta.
Ho bisogno di riposarmi un po'.
Ci accomodiamo sulla seduta, mi perdo a osservare i giochi d'acqua di fronte ai miei occhi. In questo momento mi sento calma e libera, da quando mi sono trasferita la mia vita non ha fatto che migliorare. Devo attribuire il merito di questo mio cambiamento anche alle persone che ho conosciuto, mi stanno aiutando ad aprirmi di più.
"Si può sapere perché ti imbamboli sempre?" domanda Bryce interrompendo le mie riflessioni, mi volto per guardarlo.
"Mi perdo" dico senza pensare.
"In che senso?" domanda curioso.
"Penso ed è come se mi distaccassi dalla realtà quando certi ricordi riaffiorano nella mia testa" sospiro. Non ho intenzione di aggiungere altro, mi sono già aperta troppo con lui. Sa già parecchie cose di cui non vorrei che fosse a conoscenza.
Il problema è che, quando sono con lui, spesso le parole escono dalla mia bocca senza nessun controllo da parte della mia testa.
Sono spontanea quando sono in sua compagnia, non riesco controllarmi.
E no, questo non significa in alcun modo che mi possa piacere. È un buon amico, tutto qua.
È per caso un tentativo di convincere me stessa? Ormai non riesco più a decifrare i miei stessi pensieri, è tutto così confuso e offuscato.
"Pensavi a Josh?" ammicca.
"No" alzo gli occhi al cielo, in un modo o in un altro deve sempre buttare in mezzo ad ogni nostro discorso il suo migliore amico. A essere sincera, mi sono distratta molto in queste ore che ho passato con Bryce. La questione fra me e Josh ha sfiorato davvero poche volte la mia mente, almeno per un giorno, ho smesso di farmi stupide paranoie.
"A me?" ridacchia poi.
"Assolutamente no" metto il broncio.
"Al fatto che ieri tu stessi morendo dalla voglia di baciarmi?" domanda divertito.
"Ma sei pazzo!" esclamo come se avesse detto la più grande assurdità del mondo, quando in realtà ha capito fin troppo bene quali fossero le mie intenzioni ieri sera.
Davvero non mi capacito di me stessa.
Continuo a attribuire la colpa all'alcool quando in realtà ero completamente sobria.
"Emma, è normale quello che senti. Ogni ragazza si innamora di me" ghigna avvicinando il suo viso al mio, mi ritrovo ancora una volta con la sua bocca a un soffio dalla mia.
"Se proprio ci tieni posso proporre a Josh una relazione a tre" scoppia in una fragorosa risata, alzo gli occhi al cielo in risposta.
"Smettila" mi lamento.
"Te la prendi troppo, lo sai che sto solamente scherzando" continua a ridere lui, si stacca di colpo da me e mette qualche centimetro in più di distanza fra i nostri volti.
Devo essere sincera con me stessa.
In questo momento potrei anche baciarlo.
La suoneria del suo cellulare ci interrompe, mi sporgo per tentare di leggere il nome che compare sul suo display. È Daisy.
Purtroppo la pace è finita.In questo capitolo Emma si è accorta di essere confusa, possibile che le piacciono due persone contemporaneamente?
In realtà il prossimo sarà un capitolo FONDAMENTALE, ma non voglio anticiparvi troppo. Vi dico solo che, ciò che succederà, darà una svolta alla storia. Alcune di voi già staranno immaginando, ma sappiate che la storia vi stupirà nel prossimo capitolo.
Intanto spero che questo vi sia piaciuto🤍
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YOU
FanfictionEmma, una ragazza di 18 anni, si trasferisce all'UCLA, il college dei suoi sogni, nel bel mezzo dell'anno. Viene assegnata in stanza con una ragazza, Clary. Scoprirà che questa ragazza è la fidanzata di una famosa star del web. Clary le farà conosc...