Il tuo specchio di ghiaccio

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<<Da che parte era?>> chiese Jace posizionandosi davanti al gruppo.

Eravamo rimasti lì per un bel po' e ormai il sole era calato. I genitori di Jace ci avevano chiamati al telefono quindi avevamo deciso di tornare indietro ma il buio non aiutava per niente.

Si girarono tutti verso di me che sospirai <<io non sono una bussola>> dissi per poi prendere la strada

<<Vi propongo una sfida>> esclamò ad un tratto Henry e ci fermammo di nuovo

<<Sono curiosa>> disse Giulia legando i capelli neri in una coda di cavallo

<<Ci dividiamo e l'ultimo che arriva fa copiare tutti i compiti per lunedì>> 

<<Se li avessi fatti quando te lo avevo detto io adesso non avresti proposto>> mi guardò

<<Non lo dico per questo. Li copierò comunque da te>>

<<Se ci perdiamo?!>> domandò Erika

<<Avete tutti il telefono vero?>> chiese Jace e noi annuimmo <<perfetto>> esclamò.

<<Allora andiamo>> disse Henry. Ci guardammo un attimo e ognuno prese la sua strada.

Mi preoccupava la cosa, non c'era molto campo nei paraggi e potevano incontrare qualche animale pericoloso.

Jace ed Henry, forse, sarebbero riusciti a scampare alle situazioni ma Giulia ed Erika si sarebbero orientate?

Forse mi facevo solo troppe paranoie. "Sono abbastanza grandi e di sicuro non ci sono orsi" mi dissi.

Arrivata alla casa entrai, non era ancora tornato nessuno. 

<<Elisa! mi stavo preoccupando ma...>> la madre del mio compagno di scuola si guardò intorno <<dov'è Jace? e gli altri?>> continuò

<<Henry ha proposto di fare una gara e ci siamo separati tutti. Io sono arrivata prima, loro dovrebbero arrivare tra poco>> la faccia della signora si rabbuiò e anch'io iniziai a preoccuparmi

<<Ci sono orsi qui?>> chiesi. Magari avevo sbagliato, avevo sentito male

<<C'è stato qualche avvistamento nel bosco l'altro ieri ma lo siamo venuti a sapere da degli amici che abitano qui vicino>> intervenne il padre di Jace entrando nella stanza <<dove sono gli altri?>> chiese anche lui.

Io non risposi troppo impegnata a sentire una qualsiasi cosa nei dintorni. Non ero tranquilla, il mio autocontrollo stava svanendo come sabbia tra le dita di una giornata ventosa. Scivolava via come il tempo. Io di tempo, non ne avevo più...

"Chi è?" 

Finalmente sentii una voce, era...Henry.

Perché sempre lui?. Mi chiesi correndo fuori dall'abitazione.

Non potevo afferrare il suono delle sue parole. Era intoccabile, quasi un diamante prezioso allo stato grezzo.

Non potevo afferrare il suono del vento. Ero troppo agitata per potermi soffermare a sentirlo, appezzarlo e farmici avvolgere.

C'era una cosa, però. Non lo facevo da un po'. Era l'ultimo dei miei pensieri ma decisi che era la scelta giusta, forse.

Mi misi a correre, corsi veloce, corsi mentre il vento mi scompigliava i capelli, corsi mentre le suole delle scarpe sembravano andare a fuoco e le fronde degli alberi sembravano mossi da una folata irrefrenabile.

Mi fermai a qualche metro e cominciai a correre normalmente tra gli alberi finché non lo vidi.

Aveva un bastone in mano, in allerta e quando mi vide tirò un sospiro e lo abbassò <<eri tu!>> disse sollevato

Una &quot;storia a metà&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora