Quel rosso scarlatto che non mi appartiene

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"E' questa Elizabeth?" mi chiedevo mentre lei si girava a guardare il sole sorgere.

Non era fredda, era...triste? 

Forse celavano lacrime quei suoi occhi grigi? celavano sorrisi quelle sue rosee labbra? tristezza il suo volto coperto da finte maschere? oppure malinconia quella sua anima prosciugata da esseri infidi e maligni. Volevo sapere cosa celasse, volevo si girasse lì, su quella che aveva tutta l'aria di essere una scogliera, e mi rovesciasse addosso tutto ciò che provava. Eppure rimaneva, nei suoi silenzi, completamente e inevitabilmente, perfetta.

Io neanche sapevo da dove venissero quei pensieri. Non erano da me. 

Mi passai una mano tra i capelli.

<<Puoi>> la sua voce fermò il corso dei miei pensieri <<smetterla di fissarmi?>> non si era girata. Era lì, davanti a me, a guardare il mare tranquillo invece che girarsi per guardarmi negli occhi e in quel momento pensai a quando aveva frantumato la finestre, ore prima.

<<Prima>> cominciai <<perché hai rotto le finestre?>> chiesi deciso.

<<Non è un tuo problema>> rispose girandosi a guardarmi negli occhi <<finché dovrò aggiustarle io, lo è>> ribattei, lei sbuffò sonoramente <<mi sono fatta male ok?>> tastò un punto sul collo in un gesto quasi spontaneo, ma non disse altro e a me non importava sapere altro se non perché fosse così maledettamente fissata con quelle povere finestre.

***

Erano le quattro del pomeriggio e Carla continuava a provare ad estorcermi informazioni per un possibile regalo che io non volevo.

<<Ma io non voglio fartelo>> sbuffò frustrata <<voglio solo sapere se c'è qualcosa che ti interessa>> ripeté sperando in una mia risposta invece che in una specie di semi-risposta per niente attinente <<perché non chiedi a Jess di aiutarti? mi conosce bene>> dissi alzandomi dal divano <<ma Jess è fuori con Elisa>> sbuffò nuovamente lanciandomi un'occhiataccia, in effetti eravamo lì da mezz'ora e io ancora non le avevo detto niente <<chiedi a Marco e Dean, anche loro mi conoscono>> dissi allora <<se la metti così lo dovrei sapere anch'io eppure siamo qui>> disse incrociando le braccia al petto.

Sospirai <<allora chiedi ad Elsa, lei ti assicuro che lo sa>>.

Lei sapeva sempre tutto perché i pensieri degli altri li sentiva anche senza provarci, involontariamente e a volte, rarissime e mai viste, parlava involontariamente con la telepatia e io ne ero rimasto alquanto scettico quando me lo aveva detto perché a volte era una frana, ma per il resto del tempo...

Carla andò via lasciandomi respirare, ma esiste pace in questa casa? ovviamente no.

Una bambina riccia entrò nella stanza piangendo disperata e quando la guardai meglio capii il perché e alzai gli occhi al cielo. La signora Mill entrò poco dopo mentre la piccola si metteva dietro di me usandomi come scudo.

<<Charlotte, non fare così>> le disse con voce dolce la donna <<no! avevi detto "solo le punde" e ola mi sento pelata!>>urlò di controparte arrabbiata.

Le ragazze e i capelli sono due mondi affini.

<<Non sei pelata, sono ancora lì i capelli>> la rassicurò la signora Mill cercando di riprenderla, ma lei si accoccolò alla mia gamba per sfuggirle <<prima mi arrivavano fino a qui>> disse indicando un punto sulla fine della schiena <<ola sono solo fino alle spalle!>> si lamentò a gran voce <<io volevo essere rapunzer!>> 

<<Ma stai benissimo>> disse la signora Mill <<Ares>> dovevo scappare quando ne avevo ancora la possibilità <<vero che ora i capelli sono troppo corti>> chiese Ricciolini con un tono più di affermazione che di domanda.

Una &quot;storia a metà&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora