Piccoli gesti

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Lo schermo divenne bianco, subito dopo nero e la tv si spense.

"Ti perdono perché..." quella frase lasciata a metà, detestavo le frasi a metà "che fastidio!" 

<<Esattamente 48 ore>> disse la signora Mill sistemando dei medicinali, mi ripresi dai miei pensieri e guardai la caviglia...fasciata?

Vedendo la mia faccia sconvolta la signora Mill ridacchiò <<è l'effetto del film>> disse facendo spallucce <<devi restare a riposo per un po' ma calcolando i tempi dovrebbero bastare 3 giorni>> alzai gli occhi al cielo sbuffando.

Se c'era una cosa che proprio non sopportavo era stare a letto malato!

<<Dichiarati fortunato, ci staresti una settimana o forse più se non avessi i poteri>>sbuffai di nuovo alle parole di Jess <<comunque se ne sono andati, dovremmo "svegliare" Anne>> continuò rivolto alla donna.

Lei rifletté un attimo <<dovrebbe riuscirci da sola ma se passa troppo tempo così si farà male>> nella stanza entrò Ricciolini <<Anne sta male, cledo>> disse incerta. 

Cercai di alzarmi, ma come era ovvio, non ce la feci <<sta fermo>> mi intimò Ricciolini prima di seguire Jess e la signora Mill fuori dal salotto.

Per un attimo mi chiesi perché avesse voluto mettermi un localizzatore; non si era mai preoccupato per me, anzi, mi voleva addirittura cacciare di casa all'età di 10 anni.

Ricordavo bene quante volte mi giungessero voci dai suoi subordinati di quanto io, suo figlio, gli sembrassi un peso enorme.

Se avessi potuto, avrei scelto un'altra vita. 

Una in cui potevo essere quello che volevo e fare quello che volevo senza restrizioni, ma non potevo.

Ma la mia domanda fissa era: "perché mi aveva piazzato un localizzatore nella caviglia?"

Vidi Elisa entrare con delle stampelle in mano <<potrebbero servirti>> disse passandomele, le afferrai e riuscii ad alzarmi.

Con difficoltà giunsi al piano di sopra, vidi dei pezzi di vetro sul pavimento e sentii delle voci provenire dalla stanza di Elsa.

Quando arrivai davanti alla porta, Ricciolini la aprì bruscamente fermandosi poco prima di venirmi contro <<che è successo?>> chiesi alla bambina <<non lo so, la mamma...la mamma non respira>> spalancai la porta vedendo Elsa immobile e i signori Mill che cercavano di rianimarla <<Elizabeth>> continuava a ripetere la signora Mill con gli occhi lucidi <<si può sapere cosa è successo?!>> distolsero l'attenzione per un attimo dalla ragazza ma non dissero niente.

Negli ultimi giorni ero un po' confuso su cosa stesse succedendo ma Elsa che non respirava? Ci stava solo prendendo in giro. Almeno lo speravo.

Dean fece, anch'egli, irruzione nella stanza rimanendo un'attimo interdetto, si avvicinò al letto e le sussurrò qualcosa.

Si alzò di colpo respirando affannosamente <<io Henry lo prendo a pugni!>> esclamò ma quando si accorse delle nostre presenze fece una faccia perplessa <<è successo qualcosa?>> mi guardò più attentamente <<che hai fatto alla caviglia?>> mi girai <<stronza>> e uscii dalla stanza.

Passarono 3 giorni e finalmente tolsi le fasce alla caviglia, la quale, sembrava essere tornata come nuova.

Ero in salotto con Ricciolini per aiutarla a fare i compiti, anche se in realtà era stato il signor Mill ad obbligarmi.

<<Hai dimenticato di mettere il riporto>>

<<No, se metto 143 qui e la radice quadrata di 16 è 4, l'operazione che c'è qui è sbagliata e il riporto non serve>>

<<Ares, lascia perdere che di matematica non ci capisci proprio niente>> esclamò Carla ridendo.

<<No, perché in realtà il 143 va qui>> dissi indicando il punto sull'espressione.

<<Sbagliate tutti e due, nell'espressione il numero non è 143, non verrebbe un risultato normale, il numero è 1430, la radice quadrata è alla fine e c'è un logaritmo all'inizio>> Elsa si sedette davanti a noi e riscrisse l'espressione da capo.

Detestavo quando faceva la saputella <<ti detesto>> dissi a denti stretti <<il sentimento è reciproco>> disse restituendo il quaderno.

Guardai l'espressione e quando mi girai verso Ricciolini, lei era scomparsa. "Se ne va appena può" pensai alzandomi.

Era da un po' che pensavo ad una cosa ma... <<Elsa?>> alzò lo sguardo su di me <<voglio fare da esca>> 

<<No>> disse schietta

<<E io lo faccio lo stesso, quindi puoi aiutarmi o no, non mi importa>> dissi corrugando la fronte.

Volevo sinceramente capire cosa stessero facendo mio "padre" e il fratello di Elsa e forse lo facevo anche per poter rivedere mia madre o forse no.

Mia madre non era mai stata sdolcinata o particolarmente amorevole ma, quando i miei ricordi si erano schiariti, avevo visto che in fondo, ma non troppo, mi voleva bene.

Erano piccoli gesti che un bambino non poteva percepire, erano piccoli gesti che un adolescente non voleva percepire, erano piccoli gesti celati da una maschera tinta di nero.




Non è molto lungo ma ci tenevo a pubblicarlo (anche se in ritardo) forse questa sera ne pubblicherò un altro per compensare, non ho nient'altro da dire (credo) quindi...

Baci, abbracci e bye!

Una &quot;storia a metà&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora