<<Lasciami in pace?>> urlò lanciandomi un cuscino.
<<No! scemo!>> ripetei per l'ennesima volta.
Come avevo previsto, dopo l'allenamento si era sentito male.
Non era successo subito, le prime ore stava bene, poi ha cominciato a barcollare e verso le quattro gli era salita la febbre e aveva dormito per circa due ore ma ora era steso sul letto a rigirarsi per il dolore e il caldo come se facendo così cambiasse qualcosa.
E oltre ad avere la febbre a 41,5 si rifiutava di farsi aiutare e mi lanciava cuscini come se ne dipendesse la sua vita anche se io non ricordavo che ce ne fossero così tanti in quella stanza.
<<Puoi restare qui da solo morente di febbre, oppure, farti aiutare da me>> era snervante come potesse essere testardo anche da malato.
<<Piantala e vai via!>> mi urlò cercando di usare i poteri alzando il braccio per chiudermi fuori. Era facile da fare quindi glielo avevo insegnato durante l'allenamento ma non riuscì a fare niente visto il suo stato.
<<Hai la febbre quasi a 42, una persona normale sarebbe morta e tu continui a sbraitarmi contro?!>> alzai la voce rilanciando i cuscini
Non disse niente, si girò sbuffando e io uscii dalla stanza sbattendo la porta. Avrei tanto voluto usare i miei poteri in quel momento ma dovevo restare calma. Anche perché non potevo arrabbiarmi, non così tanto almeno.
Non era per niente facile ragionare con lui ma dovevo mantenere la calma, o almeno provarci.
Scesi le scale fino ad arrivare alla cucina.
Tornai nella sua camera circa 30 minuti dopo, bussai ma, non ricevendo risposta, entrai.
<<Vai via!>> esclamò sentendomi entrare
<<Sei un cretino>> mi avvicinai al letto lasciando sul tavolo un vassoio <<ma ti ho preparato la cena>> ripresi la mia solita voce calma, non sarebbe servito a niente alzare la voce o arrabbiarmi.
Si girò appena ma potei ben vedere la fronte madida di sudore e il respiro affannoso e irregolare <<Ares?>>
<<Cosa?>> mi guardò negli occhi<<Sai che se fossi meno scemo e ti facessi curare, adesso staresti in piedi?>>
<<E non l'hai>> fece una pausa cercando di respirare in modo meno affannato <<detto prima perché?>>
<<Perché quando ti è salita la febbre ti sei rinchiuso in camera e quando ho provato a parlarti hai cercato in tutti i modi di cacciarmi via>>
Farfugliò qualcosa che suonavo come uno "scusa" e mi avvicinai posando la mano poco sopra la sua fronte <<curaciòn>> bisbigliai. Una piccola luce azzurra fuoriuscì dalla mia mano lasciando che dei piccoli frammenti simili a lucciole azzurre si posarono sul suo corpo, dissolvendosi poi lentamente.
<<Che hai fatto?>> il suo tono di voce si era notevolmente calmato e il respiro era diventato più regolare
<<Domani te lo insegno>> uscii dalla stanza andando nella mia.
Mi affacciai alla finestra, stavo facendo la cosa giusta?
"Se fosse ancora con me, me lo avrebbe detto" pensai scrutando il cielo.
La luna brillava, illuminando la notte tanto tenebrosa e le stelle aiutavano la luna ad illuminare quell'oscurità sconosciuta.
Mi addormentai guardando le tenebre di quella notte senza nuvole.
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Una "storia a metà"
FantasyATTENZIONE! Ho scritto questa storia tempo fa e ci sono diversi errori e alcune incoerenza (modo gentile per dire che fondamentalmente fa schifo) , quindi ho deciso di non continuarla. Lascerò questa storia qui intatta perché mi ci sono affezionata...