Alzai gli occhi al cielo <<senti>> lo interruppi subito con un segno della mano
<<Volevi chiedermi scusa per aver avuto la sensibilità di un elefante?>> chiesi retoricamente incrociando le gambe <<in effetti, sì>> rispose passandosi una mano tra i capelli.
<<Ok, ora che lo hai fatto puoi anche andare>> esclamai indicandogli la porta e mettendomi alla scrivania <<pensavo che dovremmo andare d'accordo. Dopotutto dovremmo abitare nella stessa casa>> disse facendo un passo avanti <<fa un po' come vuoi>> risposi di rimando prendendo un libro dalla scrivania.
Jess mi aveva regalato 2 libri, uno lo avevo lasciato a casa, ma gli avevo promesso che li avrei letti.
Me lo strappò di mano <<facciamo qualcosa. Mi annoio>> disse buttandosi sul mio letto <<alzati da lì e poi non li hai degli amici?!>> chiesi scocciata voltandomi con la sedia girevole verso di lui <<si, ma in questi giorni, o stanno tornando dalle vacanze oppure sono ancora a fare la bella vita>> rispose con una nota di irritazione.
<<Cosa vuoi fare allora?>> chiesi riprendendomi il libro <<i miei hanno detto che c'è una palestra di sotto ed è gigante. Andiamo a vedere?>> l'avevo già vista, ma chissà cos'altro avrebbe potuto fare e poi prima si iniziava e prima si finiva. Sembrava la scelta migliore.
Mi alzai e insieme andammo al piano di sotto fino ad arrivare alla palestra. Lui si avvicinò al sacco da box <<hai mai provato a colpirlo?>> mi chiese "sapessi" pensai <<prova a colpirlo e se riesci a lasciare il segno ti aiuterò a ridipingere la tua stanza>> propose <<come fai a dire che io volessi ridipingerla>>
<<Tutte le ragazze quando si trasferiscono vogliono cambiare qualcosa e poi le pareti bianche non ti si adiscono: troppo impersonali>> disse facendo spallucce e prendendo due guantoni da un armadietto vicino alla panchina <<la vernice la compri tu>> contrattai.
<<Non essere così sicura di te. Probabilmente non l'hai neanche visto un sacco da box>> esclamò beffandosi di me <<comunque non mi servono>> gli riferii indicando i guantoni che mi stava porgendo.
Gli feci segno di spostarsi.
Non c'era più; presi un respiro profondo.
Non avremmo più riso insieme; mi misi in posizione e le maniche della felpa scesero mostrando le fasciature.
Non avrebbe più cantato per me; serrai bene i pugni.
NON c'era più!
Diedi un pugno, forte, fatto di rabbia perché ormai ne avevo troppa addosso e il tonfo rimbombò nella palestra.
Mi voltai verso di lui <<vai a prendere la vernice>> dissi sistemando le maniche mentre lui teneva lo sguardo sulle mie mani ormai coperte.
<<Cosa ti sei fatta alle mani?>> chiese avvicinandosi <<niente; una stupidaggine, in effetti dovrei togliere le bende>> guardai le mani fasciate, sentivo ancora un leggero pizzichio, ma ero stata peggio.
<<Sembri una mummia>> rise e lo feci anch'io ma... non c'era un briciolo di felicità in quella risata e neanche la sua era felice. Me ne accorsi subito e stranamente non riuscivo a capire il perché. Solo...erano due sorrisi finti.
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Era circa una settimana che non dormivo bene, una settimana che mi sentivo spenta come se prima fossi stata come le lucine di natale e poi...poi le lucine si erano rotte.
Qualcuno bussò alla porta e senza aspettare una risposta entrò <<cos'hai?>> il ragazzo si sedette sul mio letto un'altra volta, tutte le volte che entrava in camera mia, senza permesso tra l'altro, si sedeva pure sul mio letto
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Una "storia a metà"
FantasiATTENZIONE! Ho scritto questa storia tempo fa e ci sono diversi errori e alcune incoerenza (modo gentile per dire che fondamentalmente fa schifo) , quindi ho deciso di non continuarla. Lascerò questa storia qui intatta perché mi ci sono affezionata...