Dimostrazioni

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Avevo riunito tutti in salotto seduti sul divano ed ora, mi trovavo davanti alle loro facce dubbiose, visto che nessuno ci stava capendo niente e io facevo avanti e indietro cercando le parole adatte.

<<Anne, cosa devi dirci?>> chiese il signor Mill con voce calma anche se evidentemente curioso.

<<Riguarda Ares e me>> si girarono verso di lui perplessi. 

<<Non guardate me! è lei che ha detto "non dobbiamo dirlo a nessuno">> disse alzando nel mentre gli occhi al cielo.

<<Stai zitto che è già abbastanza difficile così>> lo fulminai. Sotto gli occhi indagatori dei presenti, continuai il mio discorso <<cioè...può succedere che>> non riuscii a continuare perché venni interrotta.

<<Non ci credo>> esordì Carla <<state insieme?>> guardai prima loro dopodiché Ares per poi fare una smorfia di disgusto.

<<No, ma che schifo>> sentenziai intravedendo dei sospiri di sollievi provenire dai ragazzi nella stanza.

<<Così mi offendi>> disse Ares fingendosi esasperato.

Era più difficile di quanto avrei immaginato e per una volta, forse la prima, non volevo immaginare o leggere i loro pensieri confusi al riguardo. 

<<Se mi lasciate continuare>> fecero segno di andare avanti <<può succedere che dei bambini>> e l'ennesima interruzione.

<<Sei incinta?>> la mia faccia sconvolta alla domanda di Jess rispondeva da sola.

<<Ti pare! Potete smettere per un attimo di immaginarmi in un ipotetico futuro insieme al biondino e lasciarmi finire!?>> la signora Mill mi fece segno di andare avanti <<dicevo>> ricapitolai <<può succedere che dei bambini nascano nello stesso giorno e nello stesso ospedale. E' una cosa molto frequente>> 

<<Ma tu non sei nata in ospedale>> intervenne Dean

<<Appunto e neanche Ares è nato in ospedale>> proseguii nella mia spiegazione sperando di non essere interrotta.

<<I parti in casa non sono così rari>> sentenziò Marco facendo spallucce.

<<Ares è nato in Russia>>

<<Siete fratelli?>> fulminai Elisa che voltò lo sguardo per non incrociare il mio 

<<Ti sembriamo anche solo minimamente simili? cioè, dimmi cosa abbiamo in comune?>> domandai sul punto di una crisi di nervi. Nessuno fiatò e io poti continuare il mio discorso che si era preannunciato più lungo, molto più lungo del previsto. <<Ares è nato in Russia il 25 Dicembre come me>>

<<E ha anche lui i poteri?>> in quel momento ricordai quanto non bisognasse sottovalutare i bambini. Con Charlotte non l'avevo mai fatto proprio perché sapevo quanto i suoi 5 anni non fossero da sottovalutare. 

Al mio lungo silenzio, tutti sgranarono gli occhi tranne Ares e Charlotte, quest'ultima, infatti, era solo stanca e cominciò a mugolare di aver fame.

Mi sedetti a terra davanti a loro <<quando ero piccola volevo avere un fratello. Nonostante sputassi sempre acidità contro il mio, a volte speravo venisse da me senza quell'aria arrogante, volevo mi prendesse la mano e mi chiedesse scusa per tutto ed io avrei chiesto scusa a lui perché...diciamolo, sono una pessima sorella>> vidi la signora Mill che stava per ribattere ma la fermai in partenza <<poi ho capito che non sarebbe stato così e un po' ci sono rimasta male ma poi... è arrivato qualcuno che mi ha fatto da famiglia, per un po' quando stavo male>> il silenzio faceva quasi male in quella stanza che sembrava restringersi <<un fratello non mi serviva se avevo lui e mentre la mia mente da bambina continuava ad esprime la sua felicità nell'averlo incontrato...>> feci una risata malinconica <<lui si spegneva sotto ai miei occhi>> avrei voluto tanto dicessero qualcosa ma non fiatò nessuno.

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