Era il 20 Dicembre, perciò, mancavano 5 giorni al mio compleanno, o meglio, al mio e a quello di Elsa.
I signori Mill si erano opposti categoricamente al fatto che io facessi da esca e se fossi andato comunque, la ragazza dagli occhi grigi sarebbe venuta a recuperarmi.
Ma non ero il tipo da arrendersi per così poco, dopo giorni a provarci, avevo corrotto Ricciolini. Era stato difficile, non lo nego; per convincerla mi ci erano voluti 4 pacchetti di caramelle, una torta al cioccolato e promettergli di "proteggerla" dai compiti fino a capodanno. Non c'è bisogno di dire quanto fosse stato difficile convincere anche la signora Mill a cedermi la cucina per cucinare. Dopo esser caduto così in basso da corrompere una bambina, pretenziosa tra l'altro, (tale madre tale figlia) ero davanti ai signori Mill insieme a Ricciolini per convincere pure loro.
<<No>> dissero all'unisono <<non siamo talmente sconsiderati da farci convincere con degli occhi dolci>> continuò il signor Mill.
<<Il mio lavoro l'ho fatto e tu mi manterrai il tuo>> disse la bambina prima di uscire dalla stanza "saprai cosa hai fatto" alzai gli occhi al cielo sbuffando.
<<Non è difficile, io entro, prendo le informazioni e poi torno qui>> spiegai velocemente
<<Potrebbero seguirti>> disse la signora Mill <<allora andrei in un altro posto prima di venire qui>> dissi sbrigativo per sembrare convincente <<e potrebbero scoprirti>> continuò <<farò attenzione>>
<<Tu non capisci il punto centrale del problema>> intervenne il signor Mill con la sua solita voce calma <<e dimmi qual'è il problema perché qui ce ne son davvero troppi!>> lui mi guardò dritto negli occhi.
<<Non si abbandona la famiglia e tu, ora, ne fai parte>>
Famiglia? in due mesi neanche che li conosco?
Uscii dal salotto andando nella stanza che condividevo con Jess. Era stato lui a propormi di stare lì perché la sua stanza era più grande rispetto a quella di Dean e Marco ed era più disponibile visto che dividere una stanza in 3 era più scomodo che dividerla in 2.
Mi stesi guardando il soffitto con le mani dietro la testa mentre nella testa risuonavano quelle parole "famiglia".
Non ne sapevo il significato; forse perché era troppo astratto da definire.
Ma, a pensarci bene, loro erano imparentati? o adottati? era difficile da dire visto che Marco e Dean avevano tratti simili, così come Jess e Carla, anche Ricciolini ed Elsa, anche se era normale visto che era sua figlia.
Elisa, invece, aveva tratti simili a quelli dei signori Mill.
Vedendo Jess entrare lo guardai meglio e poi sospirai "faccio prima a chiederglielo"
<<Jess>> si girò verso di me distogliendo l'attenzione dai libri che stava prendendo dalla scrivania <<cosa c'è?>> chiese <<voi siete imparentati?>>
<<Più preciso>> <<vi definite una famiglia ma siete tutti imparentati?>> riproposi la domanda <<non bisgna essere imparentati per essere una famiglia>> disse facendo spallucce <<però lo siamo, più o meno>> disse rigirandosi verso i libri <<elabora>>
<<E' complicato ma proverò a spiegartelo>> gli feci segno di continuare mentre lui si avvicinava alla lavagna bianca appesa al muro <<i genitori di Anne non sono mai stati molto presenti e fin qui lo sai anche da solo. Quello che non sai è che la sua nascita non era per niente programmata>> disse corrugando la fronte <<succede spesso>> confutai mettendomi a sedere.
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Una "storia a metà"
FantasyATTENZIONE! Ho scritto questa storia tempo fa e ci sono diversi errori e alcune incoerenza (modo gentile per dire che fondamentalmente fa schifo) , quindi ho deciso di non continuarla. Lascerò questa storia qui intatta perché mi ci sono affezionata...