Quando nacque la tempesta

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L'avevo detto senza pensarci. Gli avevo parlato senza farlo apposta. 

"Forse non se n'è accorto" sperai. Se qualcuno mi avesse vista in quel momento avrebbe detto che sono una normalissima adolescente tranquilla (tralasciando l'orso) ma di sicuro ero tutto fuorché normale.

<<Elisa...>>

Presi il telefono e lo accesi <<non c'è campo>> dissi frustrata rimettendolo in tasca

<<Elisa...>> mi girai verso di lui

<<Cosa c'è?>> speravo non lo dicesse nonostante lo stesse pensando. Restammo in silenzio, a guardarci negli occhi ma mi girai.

<<Non possiamo lasciarlo qui>> iniziai a riflettere <<non posso lasciarti qui con lui e non c'è campo>> 

<<Potremmo andare a chiamare i genitori di Jace>> ripropose

<<E come vorresti che glielo dicessimo? Elisa ha domato un orso e adesso è nel bosco con lui>> 

<<Elisa! ma non è così brutto essere famosi. Cioè, siamo vicini ad un orso!>> e glielo dovevo dire? lo avrebbe scoperto ma non era meglio che glielo dicessi a casa <<ti spiego dopo. Ora...questa cosa non la devi dire a nessuno>>.

<<Va bene>> una bugia

<<Mia nonna mente meglio. Puoi dirlo ai tuoi quando torniamo ma dillo a Jace e ti fulmino>> mi rigirai verso l'orso.

 Dalla tasca dei pantaloni presi il telefono per ricontrollare <<una tacca>> mi girai verso il mio compagno <<devi stare zitto>> cercai nella mente il numero e poi lo composi

<<Servizio protezione animali. Come posso aiutarla?>> chiese cordialmente un uomo. Dalla voce sembrava abbastanza giovane, sulla 30ina forse.

<<Stavo uscendo a cercare i miei amici quando ho visto un orso>> dissi fintamente agitata 

<<Dove si trova?>> chiese subito

<<Ehm. In campagna, vicino alle residenze estive di Villa Bianca>> l'uomo disse ancora qualcosa prima di riattaccare 

<<Attrice provetta>> disse Henry con un mezzo sorriso.

Tutto ciò era strano. Mi resi conto che solo qualche giorno prima, a quell'ora, sarei sicuramente stata sul campo con Marco o dalla piccola Charlotte, a guardare un film. 

Invece ero lì, in n bosco, con un ragazzo che effettivamente non conoscevo neanche. L'avevo incontrato solo pochi giorni prima. 

Potevo scavargli dentro e capire le sue intenzioni ma ad un certo punto mi ero resa conto di non riuscirci. Non con lui.

L'avevo fatto con tutti. Con lui no.

Lasciammo il grizzly lì sicuri che sarebbe rimasto fermo in quel luogo e alla fine non era neanche aggressivo.

<<Sai che non hai risposto?>> mi ricordo Henry 

<<Non mi hai fatto domande>> cercai di sviare

<<Perché non mostri niente? Sei come l'acqua>> mi fermai di colpo per girarmi verso di lui <<sei limpida ma trasparici solo ciò che vuoi far vedere, sei profonda come il mare ma nessuno arriva mai sul fondo>> 

<<Non fare il poeta>> ricominciai a camminare <<non ti si addice>> non ci riuscivo. Non volevo stare da sola con lui.

I suoi pensieri erano come fulmini, un attimo e non c'erano più ma giravano intono ad n argomento solo. Le sue emozioni mi confondevano, non riuscivo a percepirle come per gli altri, la sua voce... non ne afferravo il suono. 

Una &quot;storia a metà&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora