Oblio

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Girai lo sguardo verso la sua direzione <<quando il capo e Jack mi hanno dato la tua cartella sono rimasto colpito>> 

Ecco perché non riuscivo a leggergli dentro, perché non riuscivo ad aggrapparmi al suono della voce <<e devo dire di essere proprio un bravo attore>> si vantò 

<<Invece direi che sei uno stupido scemo egocentrico>> presi la mira per colpirlo <<Elizabeth, io dubito che sia una scelta saggia>> scosse la testa ridendo <<hai esattamente 20 pistole puntate contro e i tuoi amici non riuscirebbero mai a disarmarli tutti. Ti consiglio vivamente di riporre l'arma e consegnarti a noi>> mi lanciò uno sguardo maligno.

"Non muovetevi" li avvertii "Charlotte"

"Si" rispose immediatamente sull'attenti "prendi la tua arma"

"Ricciolini ha un arma tutta sua e io no?!" protestò Ares "ti sembra il momento? Charlotte, prendi la tua arma e se qualcuno entra colpiscilo, se entra uno di noi farò 6 colpi consecutivi con una pausa ogni 2" conclusi "va bene" dissero all'unisono.

Posai l'arco a terra e quello scomparve; mi avvicinai a passò deciso verso Henry <<sei sempre così prevedibile?>> stava per afferrarmi il polso ma mi sentii tirare indietro e la mia schiena aderì al petto di...Ares <<mi dispiace ma credo di non poterla lasciare andare>> vidi il suo viso accendersi di rabbia <<tu sei il figlio del capo>> confutò guardandolo meglio. In quel momento, suo padre si presentò dietro ad Henry.

<<Antares, non so perché ti trovi qui ma smettila di intralciarmi o potrebbe accidentalmente premere il grilletto>> mostrò la pistola rigirandosela tra le mani.

"Posso farlo fuori?" sentivo la sua rabbia ribollire nelle vene "è tuo padre" dissi io "è uno stronzo" fece un passo indietro trascinandomi con lui.

<<Non ti conviene>> fece una leggera pressione sul grilletto, la rabbia aumentava <<coso, abbassa la pistola o la farà esplodere>> lo avvertii mentre indietreggiavammo; lui rise beffardo <<non ha mai fatto niente di buono nella vita se non far esasperare sua madre e farmi spendere tempo prezioso>> gli occhi rossi.

Non avrei voluto accadesse anche a lui, non volevo sentisse così tanta rabbia da fargli diventare le iridi rosse.

Pura rabbia fluiva nel suo sangue ed era tutta rivolta verso suo padre <<Ares, fermati>> dissi con voce cauta ma lui non accennava segni di cedimento <<se continui così non farai male solo a lui>> la rabbia sembrava solo crescere mentre suo padre aumentava la stretta sul grilletto <<Ares, se non la pianti ti picchio>> e ancora non accennava a smettere.

Sospirai prima di sferrare un colpo secco alla mano dell'uomo facendogli abbandonare la stretta sulla pistola e facendola volare tra le mie mani, mi scostai da Ares e gli diedi un colpo secco sullo stomaco e cadde a terra.

<<Ora basta! tu sei n lurido e un padre terribile; Henry lasciatelo dire, sei proprio un'imbecille>> sbattei una mano a terra e tutti caddero all'indietro storditi tranne la mia famiglia ed Ares.

Ci ritrovammo al centro e un attimo dopo eravamo davanti a Charlotte, la quale era seduta sul corpo di un uomo mentre teneva stretta una lancia <<ha provato a prendermi e lo stordito come mi avete detto>> si alzò ed io feci scomparire il corpo dell'uomo svenuto.

<<Ti rendi conto che ora non possiamo muoverci? siamo letteralmente circondati!>> urlò Marco contro Ares.

Loro sapevano della sua sitazione con il padre ma ci aveva davvero messi nei guai agendo sconsideratamente <<posso far trasparire la casa>> proposi. L'avrei fatta diventare invisibile e avrei anche fatto in modo che chiunque passi per uel tratto non si renda conto della sua presenza.

Era pericoloso per me e rischiavo ma ne sarebbe valsa la pena <<non se ne parla>> disse fermamente Carla <<è pericoloso e lo sai>> disse Elisa.

<<Starò a letto tuttoil giorno e intanto Ares insegnerà a Charlotte a teletrasportare, così lo faremo in 3>> si misero tutti a parlare esclamando il loro disappunto per la questione.

<<Fate silenzio!>> urlò Charlotte salendo sul divano <<la mamma sa cosa fa e ci sono tanti uomini cattivi fuori che stanno per entrare in casa per portarvi tutti via!>> aveva gli occhi lucidi e serrava i pugni con rabbia. Gli accarezzai i capelli stampandogli un bacio sulla fronte <<aiutate Ares>> uscii dal salotto e salii le scale fino ad arrivare dentro la mia camera. 

Aprii l'armadio e indossai un vestito bianco, slegai i capelli, mi sdraiai sul letto guardando il soffitto. Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi.

Il rumore degli elicotteri, le voci degli uomini armati, la voce di mio fratello, di Henry e del padre di Ares. 

La mia famiglia e Ares che parlavano al piano di sotto. 

Il vento...non lo sentivo. Era flebile, troppo astratto, cioè, più di quanto dovrebbe esserlo. 

Scelsi una voce e cominciai a sentire caldo, iniziai a prendere respiri profondi.

Trattenni il suono nella mia mente mentre la mia temperatura corporea aumentava notevolmente <<Elsa! non farlo! anche Ricciolini è>> si fermò avvicinandosi e mi posò una mano sulla fronte bollente <<Elsa, perché non mi ascolti mai!>> non mi mossi, non potevo.

Non dissi niente, non ce la facevo.

Era come stare in uno stato di dormiveglia.

Ero nell'oblio dei miei pensieri...

Una &quot;storia a metà&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora